[Senza titolo]

E' tempo di armare la nave
e fendere l'onde.
A lungo rimasi nel porto
a contare i giorni.
Non sa la mia chiglia sottile
l'urlo delle tempeste,
va
verso l'ignoto
incontro al destino.
E' suonata la sveglia improvvisa
mentre le vele
volgono al ritorno.
Io parto,
lascio dietro di me
il tempo felice
e inutile.
Si spezzi il remo nello scalmo,
piombi dall'alto
l'albero di maestra,
avanti,
sempre più avanti
verso l'orizzonte,

dove in sentieri di luce
sta la bellezza.
Sorge la luna e mi dice il cammino,
sciaborda l'acqua sulla prua,
spira leggero l'alito della notte
mentre lassù nel cielo
naviga solitaria
la bianca vela dei sogni.

28 gennaio 1959