Da qualche parte
piove la neve,
carezza il corpo
del calore assopito,
bussa alla porta
dell’insolenza
ammansendo i sensi.
Dal finestrino di
un treno in corsa
grigio di ghiaccio
scorrono feticci
di civiltà, palazzi
caduchi come le foglie
morte degli olmi
cadute sui campi marroni
che nascondono la vita,
con la loro morte
meravigliosamente brulla
e scenica, imponente,
ridondante nello sguardo.
Avvolto dal calore
di un sedile morbido
vecchio e sfasciato,
procrastino il sonno.
2 settembre 2011
Altri contenuti che potrebbero piacerti
La ballata della polvere
di Luciano Vitiello
E fori dar vetro
zozzo e ‘r fischio
de’a corente
ho visto ‘n cane
cor pelo aruffato (…)