Sono solito inventare l'inevitabile,
su e giù tra schegge di luce,
travisano notti, dal rumore di foglie
aggrappate.
Dimentico spesso di morire,
vene sgualcite, schizzi di gioia,
minestroni di stelle, fumo che cola,
Palo Santo.
Questione di sguardi,
sei mia, son tuo,
fuggire l'inevitabile
è l'oltre.
Mi sono bevuto due litri di ricordi
lasciati a decantare tra paure
e occhi stanchi, di incidere graffi
di poesia.
Sono solito tentare di imitarmi
ma sono troppo timido da invitarmi
a scoprire chi sei,
per inventarmi.
10 marzo 2014
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L'unico tempo che esiste è l'adesso e spesso lo si butta via parlando di un domani che è già passato.