È come scuotere un ritratto
fargli emanare un rouge tremante
oltre la fissità, temuta in gola
quando un fragile indugio si scolpisce
nel corpo molle di tendini del bromo.
È come svegliare il borgo
con un tenero grido
per le agavi già prone.
Espiantare il torpore
su veli fradici di nebbie.
7 giugno 2017
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L’ermetico dice e si crogiola nel non dire. Così la poesia s’espande, come una coperta a rete.