L'organza dei giorni
su cui poggiano gl’attimi
d'un tratto slarga le maglie
‐ senza rumore alcuno ‐
lascia precipitare i giorni
confusamente
l'uno sull'altro
In turbinio frastornante
cadono
senza toccar terra
restano impigliati nell’aria
fra denti digrignati
fra frammenti
di pensieri scomposti
È polvere
in granuli graffianti
quanto rotea nell'interstizio
del corpo eterico:
‐ vuoto colmo ‐
Mesti i momenti si mostrano
sfuggendosi l’un l’altro
ora
lampi luminosi
e visi imbrattati d’amore.
13 febbraio 2020
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Il reale disturbante è lì, come è lì anche il reale che produce pace, in stesso tempo e in dimensione accanto, accessibile a chi non vuole morire sotto i colpi di suoni cacofonici del ritmo dissacrante che ci vuole supini e morti dentro... Che pace e quiete non vengano mai cancellate dal nostro bagaglio sensoriale.