Ero fugace e vago
come il sorriso degli amareggiati.
Incastrando le cosce sul tuo corpo da camoscio,
soffice e snello,
saltando tra le tue nocche accuminate
e riposando nel cratere
dove il fuoco non spento della tua bocca sapiente,
mi rinfresca,
ho bevuto sereno ai laghi del tuo petto.
19 settembre 2015
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Ogni esperienza mi ha fornito strumenti per intendere me stesso e partorire moltitudini di perchè; nessuna di queste mi ha detto chi sono, solo il cambiamento, nella mia complessa fisiologia.