Sulla Distillerie Faucher
il ballerino a schiena nuda
prova un croisé e niente si avvicina
al senso d’ombra che permane
in richiami inventati
di tigli e nastri al vetro.
In rue d’Auffrey abbottonata
poche ore e un anno
si lascia andare giù
dalle lesene e muti
i mattoncini si colorano
di nebbia e vene esangui,
e abeti quelli spiantati
restano a far luce
come cuori in subbuglio
destinati l'uno all’altro a placarsi
in un ennesimo momento
un piccolo ago, verde di eternità.
1 gennaio 2019
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Nessuno verrà a dirci dove son finite tutte le cose assenti.
Mentre perfino la nebbia ne è consapevole.