Tamburello

Pure di quelle dita riconosciute nelle nocche e nelle unghie di terra o smalto scure, dirti l’inizio e le corse le cose di fango saprei e di quel minuto tuo non‐ritmo scoordinato che tamburellava la mia acerba fedeltà nell’anima.   Chiuse nelle gote da scugnizzo le timidezze da scudiero, ti sorridevo mentre i gesti di gioco lasciavano tracce delle nostre ginocchia tra i serci.   Ora se guardi ai tuoi piedi vedi che la nudità non è più ma un tacco alla moda, forse una rosa di seta, la mia fedeltà matura.    

Da Fotoscritture, antologia di immagine e poesia, Lietocolle, 2005