In repliche di nostalgia
s’inscena un possesso indisturbato
‐ senza desiderio né speranza ‐
sempre veglio rifugio della solitudine.
Un amore drogato dal destino
fugge in fiamme
tra i vicoli di disillusioni e incanti
di un giardino abbandonato…
Nel silenzio
spazi liberi si riempiono d’intrecci
mentre sprofonda ‐ bugiarda ‐ la verità
in paludi di parole fatte fango.
Fino a quando recitare
nel teatro della vita
costruendo castelli di sogno
sulle nostre menti inquiete?
29 dicembre 2008
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