Terre nuove

Terre nuove e cieli nuovi, ancora come dopo un’invocata apocalisse, aperti i sigilli, i sette, oltre la valle del Giudizio: comincia così l’era incognita e sarebbe auspicio fosse libera, leggera e un’alzata di spalle respingesse senza fremito il nero veleno lacrimato dall’essere. Ci desse serenità olimpica, sorvolando le folle alti levati e un’indifferenza vera, magica, come le fate di Lyonesse, elfica, incantata e impermeabile all’impietosa grandine del cuore.