Le grucce vuote e lisa la carezza
in realtà dita colme di tesori
magri che ballano sulla mia testa.
Il polso steso, un sogno immobile
di vetro e dai vialetti
l’erba cresciuta, e se guardare basta
il tutto è qui ma non si va
più in là di un cerchio scomodo
e macchie di bellezza crepitanti.
In questo abbaglio del mancare
il buio ti mangerà mia ombrosa
e non avrai più gambe,
nei quadri di Chagall la luna è sola
i fili non raffigurati
e il derma che si libera di te.
Se un crescendo non fosse,
cos’altro?
18 maggio 2020
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Si gusta così bene la solitudine, finchè non si ha fame di compagnia.