Come mare ardente d’agosto
m’assali con le tue labbra
inondandomi di salsedine
per arenarti sul fianco della sera
e ritrarti ancor bagnata al mattino.
Come onda strappata dal vento
sfili le vesti della spiaggia desueta di maggio
abbandonando la tua mano umida alla mia
per lasciarmi perdutamente bere
tra le pieghe del tuo piacere.
Quant’è arduo
‐dopo tutto‐
sopravvivere
sprofondando
nell’abisso
dei miei occhi…
10 giugno 2012
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di Gaspare Serra
Non una parola,
non uno sguardo in più allo specchio
che potesse distrarci.
Un abbraccio, (…)