Tre Cento ottantaquattro

AMarti e' salvarti dal mio scempio, quando brucio contenente e contenuto e mangio le fiamme per dirmi zincata. La mia compagnia e' tagliente e sconsigliata, lo sguardo una vite che riconosce, poi impala. Non faccio sconti sul mio ingaggio : io prendo, riduco, racimolo e spendo. Amarti e' indicarti l'uscita mentre ti do il benvenuto, il cartello di aperto ruotato sul chiuso, perché dentro le mie braccia tu non senta mai la gioia tramutarsi in gabbia e la carezza irrigidirsi in catena.