Tributo alla paura

Esisti,
te ne stai annidata nei luoghi nascosti dell’anima,
ami giocare
godendo del tuo sadismo,
ti crogioli nelle tue efferate maniere
e ti esalti della tua stessa geniale cattiveria.
Lavori sulla mente,
tramuti il saggio buio in un covo di serpi,
esasperi una scelta fino a farla divenire un incubo,
ricami una sfida di insidie inesistenti.
Non c’è nulla da dire,
sei brava nel tuo mestiere,
come il fabbro da una lamina di ferro genera un fiore,
tu da una scala traballante generi un mostro.
Basta una decisione, una prova, un esame,
ed eccoti all’uscio,
sorridente venditrice di domande,
che addensi le menti più labili fino a farle esplodere,
che sai insidiare il tarlo del dubbio anche al più valente dei Generali.
Nessun uomo ha potuto scampare almeno una tua visita,
non esiste essere vivente che non porti in tasca il tuo biglietto,
poiché sei parte della vita
e ci si deve rassegnare alla tua odiosa presenza.
Ti si deve combattere,
prendere di petto,
si devono rivoltare gli occhi dentro e dire:
Vattene, maledetta!
E nemmeno in questo modo tu te ne andrai,
solo guarderai le cose da un poco più lontano,
giusto lo spazio necessario per fare un passo,
deciso,
incisivo,
come infrangere un vetro,
e scoprire che tu,
paura,
dissemini menzogne e disegni muri nell’aria.