La notte mi accoglie,
ed io, erro spento ed assente,
con la testa tra le mani
a mo’ di lanterna,
nello spazio desolato, smarrito,
labirinto inestricabile di puri pensieri,
reso impercorribile
solamente dalla tua scomparsa.
La notte si apre,
davanti alla mia insonnia,
mi culla nella quiete libera di volontà.
Echi del ricordo della tua voce
attraverso la calce fresca.
La notte mi prende,
con sé mi trascina
verso il principio di una nuova notte,
una oscurità palingenetica,
un eterno ritorno all’uguale.
Non ci sarà alcun canto del gallo.
Non sei più qui…
15 giugno 2010
Altri contenuti che potrebbero piacerti
E' il tempo a giudicare l'artista, non il successo, anche perché, la quasi totalità dei fruitori non capisce nulla di arte.