Qui, le conchiglie non traducono
le declinazioni del vento
e le ore sono ergastolani
agli arresti domiciliari .
Il cielo è una zebra che semina
vizi e noia con la zampa destra
e annoderei lenzuola in fila
per tentare la fuga da questi sorrisi
parzialmente scremati, se non fosse
per le sbarre così strette.
Non rumino più ruggine di porte
aperte.
Resto, cos’altro posso fare, poi?
Aspettare, qui
è una corsa morta
sulla linea di partenza
e il colpo non era a salve.
9 ottobre 2006
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Non si direbbe ma piove anche sotto gli ombrelli
di Francesca Pellegrino
Era niente, sostare città
respirando lune intere di zolfo
sotto i marciapiedi e
il(…)