Vivimi, amore...

Nel dolce tinteggiar del mare,
allorché il ceruleo cielo riflette la sua immagine
‐ cangiante il suo colore ‐
fin dove spazia sguardo, all’orizzonte,
dove l’un nell’altro, in un abbraccio, va a morire...

Vivimi, amore...
Rispecchia nei miei occhi quella luce che dai tuoi traspare,
assaggia le mie labbra dal sapor di nettare e di miele,
gioisci dei miei baci appassionati, che san svegliare i sensi,
affonda il tuo respir nel mio respiro, nell’alitar perenne.

L’ore s’infrangon sul tempo,
così come l’onda su scoglio si frange,
ma tu vivimi, amore...
fin quando il giorno muore,
nello splendore d’un tramonto
in cui discende il sole e s’innabissa in mare,
spandendo tutt’intorno i suoi toni di rossore
quasi a morirvi dentro,
spegnendo il fuoco ardente che lo brucia,
lasciando il posto all’ombra, che dilaga e s’appropinqua
per stringerci più forte, tra le spire tenebrose.

Vivimi ancora, amore...
non ci badare,
ricolma del mio essere il tuo cuore,
ricerca la mia anima nascosta, ch’è l’essenza dell’amore;
arriderà al tuo spirito in connubio, se tu l’ascolterai,
ascolterà, se tu le parlerai.

Se tu lo vuoi, sarò l’inestinguibile emozione delle notti,
la luce fluorescente dei mattini;
sarò il furore e la pace dei tuoi sensi,
quel sogno tuo irreale, che non s’annienterà al mattino,
ma muterà in reale.
Sarò la tua speranza e fors’anche il tuo dolore,
però... Vivimi, amore...

E io vivrò di te, perpetuamente.