Potessi essere aria mobile
abbracciata alla cenere e dopo alla roccia.
Districandomi tra rovi di consueto classico
come musica di violini
sorseggiando sapori antichi
e scritture medievali certe
nobile arte del saggio e del consiglio
il sapere e il letto comodo
di amore e filosofia.
Quieto.
Oppure buttarsi nel cielo anonimo
e guardare intorno l’aria
guastarsi
e le mille scintille nuove e partorite
dal vibrante spasmo del corpo
sfrattato da ogni stella
cadere in meditazione ridente
e i turbolenti salti del cuore.
Agitato.
Sapessi volare,
sarei cenere nuova
su solida roccia
poggiata.
Raffaele di Ianni
29 novembre 2016
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