A Night In Rome

Blondie passeggiava per le vie di Roma in compagnia di Marì; ebbre d’alcool e voglia di far festa, le loro risate riecheggiano tra i viottoli ed il Tevere col suo scorrere quiete e silenzioso.
Si fermano in un bar del posto (né troppo vicino né troppo lontano); si accomodano, cinguettano tra loro e miagolano di calore alla ricerca di prede da spolpare in una notte stellata dal titolo “Divertimento”. Accanto a loro, due tre tavolini più in là, Martine con quattro amici a birrecchiare.
Tra una chiacchiera di Blondie, un occhiatina del bello Martine, gli sguardi si scontrano ed ecco l’approccio. Lui si alza va da lei, lei sorride e si presenta; vino, schiamazzi e mezze parole alimentano una passione che inizia a nascere. Dopo qualche oretta di pura conversazione, Martine invita Blondie a passar per una serata in un locale della zona.
Pensieri, indecisioni, Martine lascia il proprio nome alla ragazza con annesso l’indirizzo del locale presso il quale recarsi nel caso, nel pensier di lei, volesse, poi, raggiunger lui.
Occhiate, sorrisi maliziosi e imbarazzo sul viso, i due si salutano con la promessa di ribeccarsi l’ora dopo.
Martine svanisce nel buio della notte con al seguito gli amici da tavolo; Blondie convince Marì ad accompagnarla alla serata proposta dal giovane amico.
Partono alla ricerca del posto; camminano, sghignazzano, battute a luci rosse volano tra gl’alberi della strada arrivando al locale e scoprire, poco dopo, che di serate non v’è n’erano e che aveva anche chiuso da poco.
Con sgomento per la sorpresa, le ragazze decidono di avviarsi verso casa e, alla fermata dell’autobus (che sembra non passare già da ore), chiedono informazioni ad un ragazzo lì accanto.
Nel chiedere delucidazioni in merito a quale strada percorrere per arrivare all’abitazione, Blondie scopre che la zona in cui erano sbarcate era il covo di gigolò per bene; lungo i marciapiedi quattro o cinque giovani ragazzi gironzolavano lungo e in largo alla ricerca di prede. Con la tristezza sul viso di entrambe le ragazze nell’aver scoperto che la zona deserta in cui erano finite ospitava solo giovani ragazzi che davano piacere per soldi, tracciano una linea di pensiero nella mente riguardante il giovane Martine conosciuto al bar ore prima; la domanda posta era la seguente “Probabile che Martine fosse anche lui un giovane gigolò alla ricerca di compratori del suo sesso?”
Probabilmente nel loro divertimento in cui l’obiettivo era carne fresca per una sera, il gioco aveva invertito i ruoli; da cacciatrici eran diventate prede.
Che beffarda la vita.