Al caldo è meglio! (insomnia)

 Faceva freddo quella notte; Sam, però, quasi mai se n'accorgeva o forse ‐ chissà ‐ le sue ossa non ci facevano più caso. Aveva girato tutti i bar della città, oramai non sapeva dove andare...come tutte le notti d'ogni santo giorno dell'anno: in compagnia della bottiglia e di un bicchiere (a volte), insieme ad altri disperati come lui che non hanno domani, sono senza una meta e non sanno neanche di essere ancora al mondo. Era stato anche al "Papillon", una pensione di terz'ordine sulla settima ‐ al quartiere francese ‐ dove affittano stanze ad ore: ci andava spesso; un intermezzo tra un bar e...l'altro; un'ancora di salvezza all'interno del suo girovagare in cerca di nulla. Lì aveva avuto una sveltina con una puttana di colore: l'aveva pagata dopo, quella volta lo fece (di solito non avviene a quel modo: lui saldava tutto prima, compreso il compenso al portiere di notte!), lasciandogli anche venti dollari extra; eppoi li dette un bacino sulla bocca prima d'andar via (anche quello era un suo modo di fare: di un ubriacone si, di un puttaniere, di un fallito ma, in fondo...ancora, a suo modo, egli aveva un pizzico di dignità e di dolcezza dentro di sé che ti permette di restare a galla seppur intorpidito). Tutto sporco di rossetto si ritrovò di nuovo sulla strada e...ne approfittò, così, per scolarsi mezza bottiglia di Chivas: lo fece nature, tenendola per metà dentro un sacchetto di carta marrone. Era quasi alba e mentre camminava, ad un certo momento, si fermò. Un attimo soltanto: decise di tornare a casa, per restare sveglio. Pensò dentro di sé...in fondo, nonostante tutto, al caldo è meglio!

Taranto, 13 gennaio 2021.