Amore relativo

È notte. È buio
Lui la guarda negli occhi. I suoi capelli le oscurano il viso. Cerca di spostarli dal viso, ma il vento è troppo forte.
"Resterò con te per sempre, ti amo."
Le lacrime le annebbiano gli occhi.
"Anch'io. Non ti lascerò mai"
Silenzio. Solo un sibilo nella notte, mentre sulla strada le macchine sfrecciano incuranti sul ponte più alto.

Il giorno prima era una bella giornata d'autunno. Tara e Colin avevano deciso. La loro vacanza li avrebbe portati in Austria. Di tutte le città che avevano visitato negli ultimi anni, Innsbruck e Vienna erano fra quelle che mancavano all'appello.
Avevano discusso a lungo su dove andare e come. Specialmente sul come. Avevano speso tutto in Olanda e invece di cercarsi un lavoro occasionale, che gli avrebbe almeno permesso di viaggiare con il treno, avevano deciso di continuare così. In autostop.

Tara si era seduta sul marciapiede e giocherellava con un pezzo di carta trovato sul camion di Rocco. Era stanca ed aveva freddo, ma non aveva voglia di entrare con Colin e ubriacarsi. Non aveva voglia di ridere ed essere carina per fare colpo sul proprietario e alleggerire il compito a Colin di trovare un posto per la notte.
Sospirando i suoi pensieri spaziavano nei ricordi. L'ultimo anno di università. Era lì che aveva conosciuto Colin. Lei studiava letteratura, lui faceva il giardiniere.
Un giorno studiando nel giardino dell'università si era accorta del bel giovane che potava le aiuole. Lui la guardava sorridendo.
Era sempre stato così Colin, sorriso sulle labbra e uno sguardo che diceva: fanc… tutti, io so quello che voglio e come ottenerlo.

Colin la cercava. Correva sulla strada. Chiedeva in inglese ai tassisti se avevano visto una giovane ragazza con uno zaino. Loro alzavano le spalle.

Colin era disperato. Un tassista impietosito si avvicinò e gli fece capire di aver visto Tara. Gli mostrò la direzione verso la quale si era incamminata. Non finì nemmeno di parlare. Colin correva. Correva forte.
Parlava da solo mentre correva…
Non sentiva nemmeno la terra sotto i piedi. Respira.
Lo sapeva. Sapeva che Tara se n'era andata. Respira
Lui capiva sempre cosa le passava per la testa. O almeno credeva. Respira.
Lo sapeva che stava male. Respira
Lo sapeva che avrebbe dovuto dimostrarle quello che provava per lei.
Non respirava. Lo sforzo e il cuore che gli batteva forte nel petto. Dio, non voleva perderla.
L'alcol gli faceva credere di correre più piano e allora si sforzava di più. La milza faceva male. Fitte insopportabili. Si fermò. Era vicino al casello. Provò la fortuna cercando di fare autostop. Ma chi si sarebbe fermato?
Era sudato.
Gli occhi gonfi e respirava affannosamente.
Non si sarebbe fermato nemmeno lui se si fosse visto.

La luce della mattina rischiara le montagne. Dal ponte una voce in tedesco che urla. Colin grida che non capisce.
La voce ripete in inglese: Siete matti??? Non si possono usare le attrezzature da bungee jumping a proprio rischio e pericolo! Ora vi tiro su, ma la multa è salata idioti!"