Aura la sensuale

Un po’ di filosofia: la sensualità è innata o si acquisisce con l’età? La prima ipotesi riguardava Aura Gallo che sin da bambina era un bambolotto bellissimo ed accattivante, al contrario di altri pargoli della sua età raramente piangeva, il sorriso era quasi sempre sulle sue labbra. Il papà Nanni e la mamma Susanna Miccoli che avevano scelto quel nome particolare (significava illuminazione) erano orgogliosi della piccola che già dai primi anni di età dimostrava doti particolari, la pittura le era congeniale. Quello che Aura disegnò per primo fu il Presepio allestito dal padre il giorno di Natale. La bimba aveva trovato un foglio di carta in bianco ed una matita, in poco tempo aveva rappresentato a modo suo la capanna, il bue, l’asinello, Giuseppe e Maria oltre che il bambino nella culla. La prima ad accorgersene fu Susanna: “Caro vieni a vedere, abbiamo un Raffaello in famiglia!” Nanni rimase basito, da chi aveva preso quel piccolo genio.” Molto orgogliosamente: “Sicuramente ha preso da me, a scuola…” “A scuola eri un perditempo da quello che mi hanno raccontato i tuoi conseguentemente assomiglia a me!” Aura ormai aveva preso l’abbrivio nel campo della pittura, avuto in regalo della plastilina, si mise a riprodurre delle figure umane prima quella del padre poi quella della madre. Ottenuto un libro di pittura e di scultura, in mancanza e per l’ovvia difficoltà di usare del marmo, ripiegò sulla argilla ma il massimo lo raggiunse quando, scoperte alcune statue greche in piena nudità volle riprodurle. “Papà gli uomini come te hanno il pisello piccolo, ho letto che gli antichi non avevano voluto descriverlo grande perché aveva un significato spiacevole tipo stoltezza e forza bruta, ti capita mai di essere uno stolto?” Nanni non era un puritano ma cercare di spiegare ad un undicenne il meccanismo della erezione…si salvò in corner: “Fattelo spiegare dalla mamma.” Commento di Susanna: “Stà figlia di…vediamo un po’, quando papà si eccita gli diventa duro.” Conseguente ovvia domanda da parte di Aura: “Quand’è che papà si eccita?” “Quando mi vede nuda ed adesso basta.” “Mamma una volta ti fai vedere nuda da me?” ”Un’altra volta.” Una serie di figure nude maschili e femminili copiate dal libro furono portate a scuola da Aura. Ci fu una piccola rivoluzione fra gli alunni di prima media ed anche da parte dei professori, la preside convocò i genitori di Aura. “Avete una figlia molto brava in disegno ed anche molto particolare, specialmente nella riproduzione dei nudi, a quell’età non dovrebbe…” Ad Aura fu regalato un libro con la rappresentazione di paesaggi,anche in questo campo la ragazza dimostrò la sua valenza ma nella sua mente erano rimasti i nudi: “Mamma mi ti fai vedere senza vestiti papà non vuole farsi vedere nudo!” Susanna la pensò a modo suo per far finire la storia del nudo: “Nanni per favore vieni nello studio.” All’arrivo del genitore: “Spogliamoci tutti e due, fattelo diventare duro e così stó fringuello la finisce una volta per tutte di rompere!” “Nanni toccandosi riuscì nell’intento ma non era finita: “Papà come fa ad entrare quel coso grosso nella cosina di mamma!” “Ci riesce piano pano ed ora fine della lezione!” Il cosone di papà duro era rimasto in mente di Aura che un pomeriggio, genitori assenti fece entrare in casa, in camera sua una compagno di classe Vittorio Casalino più grande di lei per età e senza tanti complimenti lei gli tirò fuori il pisello dai pantaloni sinché il coso si alzò ma seguitando la masturbazione venne fuori dello sperma. “Cavolo non mi hanno avvisato di stá cosa…” Non sempre le sorprese sono bene accette, Aura infatti non la gradì e pensò ad una altra esperienza, invitare una compagna di classe un po’ più grande di lei, Alice che aveva già il pube con tanti peli. “Cara Aura, io mi tocco il fiorellino, in alto è più sensibile e mi piace molto, se vuoi provo con te.” Quello fu il primo orgasmo di Aura che:”Non so perché m’è venuta voglia di baciarti in bocca.” Alice seguitò: “Una mia amica mi ha detto che il fiorellino si può anche baciare e leccare il non l’ho mai fatto, se te la senti…” Aura se la sentì ed Alice provò anche lei un orgasmo prolungato, ambedue si addormentarono sul letto, la prima esperienza omosessuale era stata positiva, tanto positiva che nei giorni seguenti Aura ed Alice si ritrovarono in camera da letto, Aura decise che amare una femminuccia era meglio che avere in mano un cosone maschile che per di più sputava del liquido che in bocca le avrebbe fatto schifo. Alice non era più vergine, Matilde una ragazza di terza media la aveva proposto di mettere nel fiorellino un coso detto ‘vibratore’ che all’interno aveva delle batterie, mettendo della vasellina su quel pisello di plastica quello vibrava ed entrava nel fiorello senza eccessivi problemi anche se la prima volta…La via sessuale di Aura era segnata, conobbe ragazze più grandi di età che apprezzarono la sua disponibilità. La giovane si era tagliata i capelli molto corti, frequentava una palestra la cui titolare aveva gli stessi suoi gusti, la sua muscolatura ebbe una grande impennata, aveva sviluppato una forza notevole, avrebbe potuto competere con qualche maschio. All’esame di maturità scientifica ebbe il massimo dei voti con papà e mamma commossi, che figlia! La svolta ella sua vita avvenne quando accompagnata da Cosimo Villa, suo compagno di Università della facoltà di architettura per curiosità entrò con lui in un locale gay. All’ingresso pratiche burocratiche di rito e poi esborso di mille Euro per la tessera di iscrizione. Cosimo sparì fra la folla, quasi subito si presentò ad Aura una signora non più giovanissima: “Sono Niobe Caimano, baronessa, ho cinquant’anni ma mi sento ancora in forma.” Aura sfoderò un sorrisetto: “Non vorrei offenderla ma ricordando i personaggi greci suoi omonimi lei come nomi è messa maluccio…” “Effettivamente …per fortuna nella vita non ho sofferto delle disgrazie dei due soggetti, ti vedo per la prima volta…sei piacevole quanti anni hai?” “Ventuno.” “Ne dimostri di meno, io amo le giovani, mi fanno sentire meno…diciamo attempata, alle tre quando chiude il locale vorrei invitarti a casa mia, fuori ho una Lancia Ypsilon, non amo le auto troppo lunghe, in città creano problemi.” “D’accordo, la seguirò con la mia Cinquecento.” Alla fine della serata Niobe fece accomodare nel sedile posteriore due giovani un maschio ed una femmina che erano nel locale, si presentarono: Henry Martin , Charlotte Diderot, parlavano francese. Niobe prese la strada Pontina che conduceva a Pomezia, fermò l’auto dinanzi all’ingresso di una villa, col telecomando aprì il cancello e: ”Voila madame e monsieur, nous sommez arrivés.” Un caseggiato nuovissimo, Niobe o chi per lei non aveva badato a spese, quello che più colpiva erano le piante di edera che coprivano tutta la facciata anteriore escluse finestre munite di pesanti inferiate e la porta d’ingresso blindata. Posteggiate le auto nel garage i quattro salirono con l’ascensore al primo piano dove erano situati cucina e sala da pranzo e poi al secondo dove era ubicato un salone molto grande ‘munito’ di televisione Samsung da cento pollici, un apparecchio per ascoltare C.D., altoparlanti sparsi un po’ dappertutto oltre a poltrone e divani invitanti.”Qui il poverello di Assisi non si troverebbe a suo agio!” Aura si era esibita con una battuta umoristica non molto bene accetta dalla padrona di casa: “Io ogni mese do del denaro in beneficenza ad una associazione non religiosa, sono convinta atea e soprattutto che i ‘bacarozzi’ romani ci facciano la cresta!” Nel frattempo Henry e Charlotte sicuramente pratici della casa si erano recati nella toilette di una camera degli ospiti e molto disinvoltamente erano usciti dal bagno nudi con una particolarità che Charlotte mostrava un ‘très grosse queue’ per dirla alla francese, un trans! Aura sino ad un certo punto riuscì a fare l’indifferente, mai aveva avuto modo di vedere una tale ‘sberla’. “Ragazzi se avete fame nel salone c’è un mobile con tante cose buone dai cioccolatini ai pasticcini.” “Buona notte, io e Aura se lei è d’accordo andiamo nella camera matrimoniale.” “Non conosco i tuoi gusti, io amo sia i maschietti che le femminucce e tu mi piaci, vieni in bagno mi piace insaponarti tutta…cavolo hai proprio un bel corpo, ti lavo il fiorellino…ma tu sei bionda naturale come piace a me!” Accappatoi neri forse molto chic ma Aura non piacquero, davano l’idea di macabro. Niobe prima si interessò della bocca di Aura per poi pian piano scendere sempre più giù….”Hai un fiorellino dal gusto favoloso, sa di caramella mou, mai provato un tal sapore, andremo d’accordo!” Aura nel frattempo aveva avuto due orgasmi, la dama ci sapeva fare con la lingua, anche per lei era stata una piacevole scoperta. Si addormentarono abbracciate sino alla mattina alle dieci quando Aura per curiosità passò nella stanza delle due francesi, Charlotte, mostrata la sua vera natura dormiva supina con la nerchia in erezione. La fame spinse Aura in cucina, rovistando nei i pensili trovò quanto le servì per prepararsi una colazione sostanziosa, era affamata e distesa, gli orgasmi l’avevano portata all’empireo sessuale come non mai. Poco dopo apparve Niobe anche lei presa dai morsi della fame. “Cavolo è sparito tutto, alla faccia degli allupati!” Sotto braccio le due donne andarono in giardino era una stupenda giornata di settembre, il famoso clima settembrino romano non si era smentito, gli uccellini cinguettavano volando da un albero all’altro. Apparve un vecchio: “Alfio come va?” “Con la vecchiaia signora baronessa!” “E tu perché non ti metti in pensione?” “Morirei prima del tempo senza fare niente, beati voi che…” Furono raggiunti da Henry e da Charlotte che: “Mangioni che non siete altro, non avete lasciato nulla per la nostra colazione!” Si sentiva il loro accento francese “Si ma ieri sera vi siete abbuffati voi, a pranzo andremo ‘da Antonella’ è una specialista …in tutti i campi!” Dopo dieci minuti di macchina posteggio a lato della trattoria. Una gatta andò loro incontro, era stata ammaestrata da Antonella a fare festa agli ospiti come un cane, si strofinò alle gambe di Niobe, evidentemente l’aveva riconosciuta. Antonella era una donna bionda di mezza età, di origine svizzera giunta a Pomezia si era innamorata del posto e non solo di quello ed c’era rimasta per sempre. La gatta era andata in cucina segno che c’erano degli ospiti. Venne fuori la titolare del locale che fece grandi feste a Niobe ed anche ali altri: “Siete fortunati, col bel tempo potrete mangiare fuori, ho ricevuto proprio questa mattina della carne di agnellino e della cacciagione, il solito vino rosso frizzante, l’aperitivo ve lo porterà a tavola Sabrina, è una nuova cameriera. “Come ti chiami, quanti anni hai?” “Chioli Sabrina ho sedici dicevo diciotto anni, la padrona non vuole che dica la mia vera età!” Pranzo favoloso cominciando dalle tagliatelle al sugo di tordo, del vino frizzante i quattro se ne scolarono due bottiglie. Alla fine del pranzo Antonella: “Allora tutto bene?” “Benissimo” e all’orecchio: “Vecchia baldracca ti dai alle minorenni!” “Senti chi parla…” Niobe e Antonella si volevano bene e talvolta scherzavano sui loro gusti particolari. Al ritorno in villa stavano uscendo le due cameriere Michela e Giuseppina che avevano sistemato casa. “Abbiamo messo in varechina le lenzuola della stanza degli ospiti, a domani.” “Figura di merda, che avete combinato stanotte?” “Charlotte è la solita, la prossima volta…” “Dormirà con Aura…” Nessun commento nemmeno da parte dell’interessata che era rimasta basita, sarebbe stata la sua prima esperienza. Il pomeriggio fin quasi a sera spaparazzati nelle poltrone del giardino sino a che gli uccellini smisero di cinguettare, loro andavano a letto presto. Cena a secco e poi nel salone a vedere la Tv ma, per evitare di ascoltare altre notizie tristi passaggio ai CD con musiche rilassanti, niente di troppo rumoroso. Ad un tratto ‘quali colombe dal disio chiamate’ Charlotte ed Aura si avviarono verso la camera della francese e dopo il passaggio in bagno ‘approdarono’ sul letto, lei già ‘in posizione’. Con lo sguardo Aura fece capire al compagno di essere delicato, Charlotte si impossessò di una tettina mentre Aura prese a masturbarsi. Un orgasmo particolare, la ragazza di quel genere non ne aveva mai provato nel frattempo Charlotte era entrato in vagina ed era arrivato con il suo pisellone sino al collo dell’utero sprigionando in Aura un altro orgasmo prolungato poi ritirò il cazzo sino a metà della vagina provocando sensazioni molto particolari che man mano si ingigantivano sino a procurare ad Aura dei sussulti ed un tremolio in tutto il corpo. Nel frattempo la ragazza inconsciamente si era girata di spalle, Charlotte ne approfittò per penetrare nel suo popò, da quel momento Aura ricordò poco di quello che stava succedendo…si svegliò nel cuore della notte con il corpo rattrappito. Lentamente scese dal letto, si recò nella toilette, alla doccia preferì la vasca che riempì di acqua calda e si abbandonò ad occhi chiusi a quel piacere sino quasi ad addormentarsi di nuovo. Rinvenne al tocco di Niobe: “Ho capito tutto, sei sul distrutto, anch’io ho provato le prestazioni di Charlotte, ti capisco, quando avrai recuperato le forze vestiti e vieni in cucina, ti ci vuole un energetico. Aura paragonò la sua esperienza all’assunzione di un droga solo che quest’ultima dava dipendenza la sua erastata solo molto piacevole. In casa oltre a Niobe c’erano solo le due cameriere, di Henri e di Charlotte nessuna traccia. Aura guardando il panorama cercò di fare il punto della sua situazione. Tutto sommato poteva dirsi un’esperienza positiva, lei amava il sesso e l’aveva provato in tutti i modi, era stata un’esperienza che le sarebbe stata utile per il futuro. “Cara la favola breve è finita…” “Mi dispiace della tua partenza teniamoci in contatto, ti considero una donna unica.” All’Università Aura rincontrò Cosimo Villa che l’aveva condotta nel locale dei gay. “Dove cavolo sei stata, ti ho cercato ma i tuoi non sapevano notizie di te, hai niente da dirmi?” “Si, copiando da ‘Via Col Vento’: domani è un altro giorno.”