Biomat 2030 (parte 1)

“Il materasso biologico è una realtà ormai consolidata. Da trent’anni produciamo e innoviamo costantemente, grazie ai progressi delle nanotecnologie, della cibernetica e dell’intelligenza artificiale, questo fantastico strumento di riposante piacere”.

Gianmarco Piedolin, portavoce storico della Permaflux, ammiccava dal teleschermo con la sua consueta voce garbata e accattivante. Era l’anniversario del Biomat, e in quell’anno fatidico la Permaflux presentava un nuovo modello ultratecnologico, un ulteriore balzo in avanti nella “cultura del sonno” come era stata battezzata dai pubblicitari, ormai un decennio prima.

“Come ben sanno i nostri affezionati clienti, che sono oramai più di 2 milioni soltanto in Italia” – A questa puntualizzazione Piedolin lanciò una delle sue celeberrime occhiatine sornione e complici .

“Il Biomat ha rivoluzionato il modo di dormire, l’ha reso un autentico e, dobbiamo dirlo, ormai irrinunciabile piacere. Chiunque abbia provato il materasso biologico sa di cosa stiamo parlando.
Il modello di quest’anno, il meraviglioso Biomat 2030 Golden Age, vi stupirà, come ha stupito me, che ho avuto il piacere di provarlo in anteprima. Ma lascio la parola all’ingegner Rossi, capo progetto del nuovo Biomat 2030 Golden Age”.

L’ingegner Rossi, chiaramente meno a suo agio con la telecamera, si aggiustò furtivamente la cravatta troppo stretta, il suo viso prese una leggera colorazione rossastra, mentre toccandosi gli occhiali con gesto automatico e inconsapevole, cercava di seguire le indicazioni della regia, fissando la telecamera negli occhi.

“Ehm...buongiorno Gianmarco, è un vero piacere essere qui insieme a te, a presentare Biomat 2030 Golden Age” – Un reiterato aggiustamento degli occhiali accompagnò l’esordio televisivo dell’ingegner Rossi.

“Biomat 2030 è un nuovo capitolo, letteralmente una nuova evoluzione del biomaterasso” – I suoi occhi si fecero lucidi, quasi commossi – “Abbiamo lavorato per tre anni, prima di essere soddisfatti delle nuove tecnologie applicate a questo stupefacente modello. La Permaflux ha acquisito ben 19 nuovi brevetti per realizzare questo prodigio”.

Mentre la voce dell’ingegnere capo snocciolava le caratteristiche di Biomat 2030, le immagini sapienti, girate dalla prestigiosa agenzia pubblicitaria Ruffi, Ani & Felici, mostrava le fatali curve di Melissa Johanssen, astro nascente del model fashion internazionale, artisticamente e sensualmente adagiate sul Biomat 2030. La carnagione abbronzata della splendida modella, i suoi lunghissimi capelli biondi e lisci, il sorriso e gli occhioni verdi, ipnotizzavano ed eccitavano i milioni di telespettatori sintonizzati su Canal Future.

Coricato sul suo Biomat 2.2, Fulvio Marcellini seguiva con sguardo concupiscente la trasmissione. I suoi occhi indugiavano sulle divine forme di Melissa, e la sua mente assaporava già il piacere sensuale di dormire fra le braccia intelligenti e servizievoli del nuovo Biomat 2030. L’aveva ordinato immediatamente, a scatola chiusa, attraverso un contatto molto in alto nella gerarchia della Permaflux, ancora prima di conoscerne le caratteristiche, fiducioso che il nuovo modello avrebbe dato nuovo piacere ai suoi incontri coniugali e alle sue ore di ozio. La moglie era via per uno dei suoi periodici soggiorni in beauty farm, le avrebbe fatto una sorpresa certamente gradita.

“Biomat 2030 sfrutta al massimo l’interazione tra biotecnologia, nanotecnologia, cibernetica, e informatica. È un vero e proprio “essere pensante”. Tutti già conoscono le caratteristiche che hanno reso famoso il materasso biologico. La sua struttura di macromolecole di plastica organica, coadiuvata dal sistema NanoSyncro, gli permette di modellarsi al corpo della persona, in qualunque posizione essa preferisca dormire. I sensori cibernetici del nuovo Biomat 2030 fanno di più, monitorano gran parte delle funzioni fisiologiche dell’utente, ne analizzano la temperatura su ogni centimetro di pelle, analizzano il respiro e le emissioni di qualunque tipo, assorbendole e inglobandole nel sistema di pulizia automatico potenziato, asportando ed espellendo continuamente qualsiasi impurità o sporco. Lo sanno bene tutti coloro che hanno famigliari invalidi, quanto sia faticoso e sgradevole accudire una persona costretta a letto. Biomat 2030  libera il malato e i suoi famigliari dello sgradevole compito di pulire e cambiare il letto continuamente, oltre a permettere un costante monitoraggio di molti valori fisiologici”.

“Sapete tutti” – Intervenne Piedolin – “voi tutti che usate Biomat da molti anni, ma lo diciamo per coloro che ancora non posseggono uno dei nostri gioielli, che il materasso, la coperta  e i cuscini in dotazione, permettono di dormire senza l’uso di lenzuola, federe e altre coperte. Così come è preferibile dormire sempre senza alcun capo d’abbigliamento indosso, per sfruttare appieno le funzionalità del biomat” – Con un gesto il presentatore restituì la parola all’ingegner Rossi.

“Sì Gianmarco, è proprio così. E Biomat 2030 fa molto di più. La sua struttura macromolecolare elasticizzata adesso consente a Biomat di conformarsi a tutte le esigenze dell’utente...anche le più intime” – Così dicendo l’ingegner Rossi arrossì vistosamente. La regia passò immediatamente sulle immagini del bel corpo di Melissa che veniva abbracciato dalle protuberanze azzurre del Biomat 2030, che iniziavano a massaggiare il suo corpo dolcemente.

“Biomat 2030 può generare forme tridimensionali di differente consistenza e praticamente di ogni dimensione, concave o convesse. Può quasi diventare come un amante...”

“Questa è una novità strepitosa, amici spettatori che ci seguite!” – La voce di Piedolin iniettò una dose di malizioso entusiasmo – “Immaginate cosa può fare, per voi, e per il vostro partner, questo stupefacente Biomat 2030! È quasi come avere un terzo amante, solo che non si tratta di un’altra persona, ma dell’incredibile, servizievole, mutevole, intelligente...Biomat 2030!”.

Fulvio Marcellini assisteva attonito alla performance del materasso con la modella svedese. Protuberanze di varie forme e dimensioni scorrevano il suo corpo, come se fossero cose vive. Melissa accoglieva le carezze di Biomat 2030 con evidente piacere. Afferrò una grossa protuberanza fallica e se la strofinò sul pube. Il materasso ora cambiava colore, passando dal blu al viola, al rosso, all’arancione. Le immagini sfumarono mentre la bella svedese si accingeva ad aprire le cosce per accogliere l’organo artificiale del biomaterasso.

“Le telecamere puntarono sul volto di Piedolin che, preparato professionalmente come sempre, aveva assunto un’espressione voluttuosa e una voce calda e sensuale  – “ Signori, e Signore...lasciamo alla vostra immaginazione quello che può fare per voi, con voi, Biomat 2030”.

Milioni di telespettatori avevano seguito la promozione del nuovo materasso biologico. I centralini della Permaflux furono immediatamente intasati di telefonate. Le richieste del prodotto raggiunsero livelli senza precedenti.

Nelle settimane seguenti Biomat 2030 apparve in ogni negozio Permaflux del paese. I commessi, istruiti sulle numorose rivoluzionarie caratteristiche del materasso biologico, snocciolavano le qualità del prodotto a file di acquirenti. Le code davanti ai negozi divennero spesso fonte di problemi per l’ordine pubblico. Mai un prodotto così sofisticato e costoso aveva generato una corsa all’acquisto di tali dimensioni e intensità emotiva.

Alla fine dell’anno la Permaflux quantificava le vendite realizzate in quasi 500.000 pezzi, il massimo che la produzione aveva potuto sfornare e distribuire. Per l’anno seguente la società multinazionale prometteva una produzione più che raddoppiata dell’ambìto articolo.

Al negozio di Via Indipendenza, Alessandra Fumagalli stava ascoltando con rapito interesse le spiegazioni del commesso.
“Vede signorina, con questa semplice presa USB, Biomat 2030 è connesso in rete, attraverso un vero e proprio computer interno. Scarica in tempo reale gli aggiornamenti del software, comunica i suoi dati fisiologici a una centrale, dove vengono analizzati e immediatamente restituiti al suo indirizzo email, per una verifica. Praticamente un check up continuo. Se le viene un po’ di febbere, Biomat lo rileva, se nel suo sudore sono presenti valori anomali o sostanze anormali, “Lui” se ne accorge e la avvisa”.

“O perbacco!” – Esclamò Alessandra Fumagalli – “C’è qualcosa che non fa?”

“Eh eh eh” – Ridacchiò il giovane commesso – “Non va a lavorare e non lava i piatti. Però si mantiene perfettamente igienizzato da solo, e praticamente pulisce la sua pelle ogni volta che va a dormire, grazie al sistema di micromassaggio e di raccolta di ogni tipo di rifiuto organico. Può tranquillamente fare i suoi bisogni nel letto. Anzi è addirittura consigliato. Biomat li raccoglie in tempo reale, lei non si accorge nemmeno di averli fatti. E inoltre analizza ogni eiezione a scopo medico. E in più sono state aggiunte più di due milioni di diverse sfumature di colori, modificabili a piacimento. Più di così...”

Il commesso allargò le braccia e sgranò gli occhi, vendere Biomat 2030 era un piacere. Non c’era da convincere nessuno, semmai si doveva frenare l’entusiasmo degli utenti, e calmarli abbastanza da poter spiegare ogni funzione del prodigioso materasso.

(CONTINUA)