Borderline

Stavo lì, seduto, chino sul mio stato depressivo mosso da troppi pensieri contrastanti; fuori luce, dentro il buio. Leggo. Rileggo. La musica non aiuta. Prendo la testa tra le mani ormai in perda al mio delirio mentale. Fermo in me stesso, inizio a vedere il mondo (la stanza) in un oblò grigio opaco che piano si allontana (o sono io dentro che mi allontano troppo dalla percezione reale che, oggettivamente, dovevo vedere). Intorno all’oblò grigio opaco inizio ad intravedere le mie palpebre interiori, ciglia e tutto intorno sempre più nero, come fossi risucchiato nei miei stessi occhi.

Cazzo, che sta accadendo? Inerme tra la veglia ed il sonno cerco di muovere un arto, quello destro, ma intorno ai polsi corde nere che stringono, tirano forte; allora mi giro a guardare l’altro, stessa situazione (impotenza fisica). Continuo a guardare fuori di me mentre, contemporaneamente, dall’altro l’alto del mio cervello qualcos’altro sta accadendo; inizia un altro sogno.

Gente, persone, amici; un cane tenta di mordermi il collo ma i miei movimento sono troppo lenti (non mi sono mai spostato di un millimetro) eppure dentro di me ho girato il capo a guardare la belva che mi assaliva. Un cane bianco senza occhi.

Mi salvi! (ho pensato)!

Dal sogno alla reale visione che avevo del luogo in cui mi trovavo, ansia, angoscia, paura, terrore, oddio mi uccidono! Volevo liberarmi da quell’orrore ma non era nel mio potere, il corpo non rispondeva di certo a me, ma al sogno in cui ero intrappolato.
D’un tratto, le corde nere mollano la presa “Ah, sono salvo!”
Riprendo fiato, mi giro intorno; le mie mani libere e i miei occhi assetati!
Nel mio silenzio mi dico “Quanta macabra visione v’è stata in 60 minuti di perdizione?”
La disperazione aveva invaso le vene della lucidità e perforato gl’occhi dell’immaginazione, inglobato in me stesso e lasciato in balia del mio attimo di borderline.