C’è una forza che non alza la voce

C’è una forza che non alza la voce eppure spezza le catene. È fatta di sguardi calmi,
di distacchi senza rabbia, di scelte silenziose come preghiere scritte sui muri del cuore.
Chi la possiede non combatte per valere,
perché ha inciso il proprio nome sull’altare dell’essere e non sul giudizio del mondo.
È lì, nella quiete che non implora,
nella rinuncia che non pesa, che l’anima ritrova sé stessa, non come conquista, ma come ritorno.
E ogni passo lontano da ciò che toglie luce
è un atto sacro. Un atto di verità. E in quella verità non c'è orgoglio, ma radice.
Non c'è vendetta, ma seme di pace sepolto sotto le spine.
L’anima che ha conosciuto il frastuono
sceglie il silenzio come tempio. Non più per nascondersi, ma per ascoltarsi.
Perché chi ha compreso il valore della propria quiete
non rincorre, non trattiene, non implora.
Dice solo: “Questo non mi appartiene.”*
E nel dirlo, si libera. Come polvere d’oro nel vento antico che porta via il superfluo
e lascia ciò che è vero.