Chi ha paura degli anti-5G?

Lettera aperta alla redazione di Leonardo, programma di divulgazione scientifica del pomeriggio di RAI3.

Oggetto: Vostra trasmissione del 10‐04‐2020. Servizio con il prof. Enrico Bucci.

Salve,
non riesco a seguire il vostro interessante programma di divulgazione scientifica tutti i giorni.
Incidentalmente, venerdì 10 aprile scorso ho potuto.
E’ stata un’enorme delusione per me constatare come un programma quale è il vostro si prestasse a diffondere quella che A ME (c'è ancora libertà di opinione in Italia?) è parsa disinformazione e cortina di fumo.
Mi riferisco al servizio che ha avuto come protagonista il prof. Enrico Bucci.
Non posso riascoltare la trasmissione su Raiplay.
Farò riferimento all’articolo comparso su Il Foglio lo stesso 10 aprile alle ore 06:00 a firma dello stesso prof. Enrico Bucci, articolo che include le opinioni ed informazioni che il prof. Bucci ha divulgato durante il vostro programma.
Riporto il link all’articolo: https://www.ilfoglio.it/scienza/2020/04/10/news/ah‐una‐pandemia‐5g‐312299/
L’articolo del prof. Bucci inizia: “A media unificati – almeno due giornali nazionali e due locali – è comparsa il 6 aprile una lunghissima articolessa sui rischi del 5G…”.
Immagino che il prof. Bucci faccia riferimento all’articolo comparso su La Stampa il 6 aprile 2020 a firma di BENEDETTA PARAVIA. Un articolo il cui titolo e sommario (perdonatemi nel caso non utilizzi la corretta terminologia delle varie parti della struttura di un articolo) mi risultano essere:
“L’opinione controcorrente. Il valore della salute e quello del profitto: il 5G”
“Mentre in questi giorni il mondo combatte contro un virus che miete fin troppe vittime; silenziosamente e gradualmente, lo stesso mondo si riempie di ripetitori per le reti cellulari di prossima generazione”
Devo dire “mi risultano” perché sono venuta a conoscenza di questo articolo uno o due giorni dopo il 6 aprile, quando mi è pervenuta l’informazione che l’articolo fosse stato rimosso dopo la pubblicazione. E mi dispiace tantissimo in quanto, oltre che volerlo leggere, mi sembra che la pluralità d’informazione sia un diritto sancito dalla Costituzione Italiana.
Ecco il link all’articolo rimosso: https://www.lastampa.it/opinioni/2020/04/06/news/il‐valore‐della‐salute‐e‐quello‐del‐profitto‐il‐5g‐1.38686965
Se poi il prof. Bucci facesse riferimento ad un altro articolo, chiedo scusa per la digressione.
Tornando alle affermazioni del prof. Bucci, nel suo articolo il prof. Bucci sembra voler confutare una teoria sostenuta dalla “lunghissima articolessa” misteriosa: “Covid‐19 sarebbe stato causato almeno in parte dalle antenne installate per il 5G.”
Ora non so dove il prof. Bucci abbia letto tale teoria, in quanto non ho sottomano l’articolo al quale si riferisce, non sapendo con certezza nemmeno a quale articolo si riferisse.
Ad ogni modo il prof. Bucci continua che “la lunghissima articolessa”, (peccato che il prof. Bucci non ci fornisca riferimenti più precisi in modo da darci possibilità di verificare personalmente), basi questa teoria su “le opere di un conclamato illustre esperto internazionale, il prof. Martin Pall.”
Il prof. Bucci continua poi affermando di avere ‘scartabellato’ la produzione scientifica del prof. Martin Pall e “si può notare non solo come nessuno dei suoi articoli possa fornire il più vago supporto scientifico alle teorie sul 5G …, ma soprattutto come in compenso non vi è quasi nessuna fra le teorie più esoteriche del campo medico di cui costui non si sia occupato – dalla sensibilità chimica multipla (una nota bufala) ad altre simili amenità.
Il prof. Enrico Bucci è laureato in Scienze Biologiche, al momento professore associato presso la Temple University.
Il prof. Martin L. Pall, è stato professore di biochimica e scienze mediche di base presso la Washington State University.
Io sono una laureata in ingegneria elettronica che ha frequentato la Scuola Superiore di Specializzazione in Telecomunicazioni presso il Ministero di Poste e Telecomunicazioni, un po’ di tempo fa, e da venticinque anni mi occupo di altri settori.
Non metto parola in questioni di biologia, biochimica e medicina.
Ad ogni modo lessi un articolo sulle teorie del prof. Martin L. Pall (ma non solo del prof. Martin L.Pall, nell’articolo erano citate le opinioni anche di altri professori universitari) lo scorso ottobre ed era un articolo dei primi mesi del 2018 e certamente non si faceva riferimento al Covid‐19, molto di là da venire. Mi parve l’articolo più interessante e solido sui rischi del 5G che mi fosse mai capitato di leggere fino a quel momento.
Probabilmente anche perché iniziava con delle considerazioni tecniche che, nella mia modesta competenza, mi sembravano più che plausibili.
Considerazioni tecniche che riporto qui di seguito (scusate se non traduco):
5G is predicted to be particularly dangerous for each of four different reasons:

  1. The extraordinarily high numbers of antennae that are planned.
  2. The very high energy outputs which will be used to ensure penetration.
  3. The extraordinarily high pulsation levels.
  4. The apparent high level interactions of the 5G frequency on charged groups presumably including the voltage sensor charged groups.
    [Punto 1] Di recente ho letto anche in un articolo del Corriere che lo stesso CEO di Ericsson ricordava come la rete 5G sia estremamente energivora. E posso crederlo, con quel numero straordinariamente alto di antenne che la rete 5G mette in campo, non può essere che così.
    [Punto 2] Nell’ottobre 2018 agendadigitale.eu ha pubblicato l’articolo: “Ecco perché il 5G mobile obbliga a rivedere i limiti di emissione elettromagnetica in Italia”, dove indica che i limiti in Italia siano 6 V/m e 20 V/m (quest’ultimo per effetti acuti), limiti più restrittivi rispetto ad altri Paesi in Europa dove alla frequenza di 2600 Mhz il limite è fissato a 61 V/m.
    Noi Italiani dobbiamo essere grati alla competenza e lungimiranza di Livio Giuliani, biomatematico e fisico, ex dirigente di ricerca dell’ISPESL, ora in pensione, se il limite in Italia fu fissato a 6 V/m invece che a 61 V/m. Ed ora il professor Livio Giuliani, esperto riconosciuto a livello internazionale, preme che si arrivi a 0,6 V/m. Ridurre ulteriormente il limite emesso di potenza, non elevarlo.
    Il ministro dell’Innovazione Paola Pisano, in occasione del 5G Italy, l’evento promosso dal CNIT e organizzato da Supercom in corso al CNR il 3, 4 e 5 dicembre, pare abbia affermato (fonte key4biz): “… i limiti elettromagnetici è un tema che stiamo dibattendo all’interno del governo, noi ovviamente stiamo seguendo molto l’Europa su tutta la trasformazione digitale.”
    [Salto il punto 3], dovrei parlare delle possibili frequenze “straordinariamente elevate” utilizzate a Wuhan quando il segnale 5G è stato acceso il 1° novembre e delle nuove Linee Guida che l’ICNIRP ha pubblicato circa un mese fa [articolo di La Repubblica, https://www.repubblica.it/tecnologia/mobile/2020/03/13/news/nuove_linee_guida_per_la_5g_nessun_pericolo_per_la_salute_ma_cautela_con_le_alte_frequenze‐251171998/?ref=RHPPTP‐BL‐I251257021‐C12‐P1‐S1.4‐T1 :
    “Poche novità, ma un occhio di riguardo per le alte frequenze”
    “"LA COSA più importante che le persone devono ricordare è che quando queste nuove linee guida verranno rispettate le tecnologie 5G non saranno in grado di causare danni", ha assicurato il dottor Eric van Rongen, presidente dell'ICNIRP. […] Da ricordare che in Italia, come in altri paesi europei, verranno impiegate le bande a 700 Mhz, a 3.700 MHz e 26 GHz. Proprio quest'ultima andrà gestita con maggiore cautela.” Cosa dire, siamo lieti che le linee guida siano state modificate rispetto alle vecchie in modo che SE SEGUITE le tecnologie 5G non faranno danni. Mi chiedo, seguendo le vecchie linee guida le tecnologie 5G erano in grado di fare danni? In tal caso, meglio tardi che mai? Forse troppo tardi per qualcuno?]
    [Punto 4]. Quando seppi, praticamente in diretta, dell’incendio delle antenne fuori di quel Centro Commerciale a La Spezia, pensai proprio al rischio indicato in questo punto 4. Ed, in effetti, un paio di giorni dopo, un articolo riportava che l’incendio delle antenne era probabilmente dovuto ad un cortocircuito.
    Tornando alle parole del prof. Bucci “sensibilità chimica multipla (una nota bufala)”, non so assolutamente di cosa si tratti, comunque consiglierei il prof. Bucci di informare della cosa il Ministero della Salute, il ministero infatti vi dedica una pagina: http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4405&area=indor&menu=salute
    Infine, tornando alla teoria che sarebbe la causa della levata di scudi del prof. Bucci: “Covid‐19 sarebbe stato causato almeno in parte dalle antenne installate per il 5G.”, ripeto, ho sentito/letto questa teoria e/o altre baggianate solo: 1) nel servizio/articolo del prof. Bucci; 2) in un articoletto di Focus a firma di Chiara Guzzonato; 3) pochi giorni fa in un video su youtube.
    Tutti dopo il fantomatico articolo, introvabile, del 6 aprile.
    Per quello che ne so, l’unica relazione che è stata supposta da scienziati e tecnici tra 5G e Covid‐19 è che le alte frequenze che possono essere utilizzate nel 5G possano indurre immunodepressione, ossia abbassare le difese immunitarie e quindi essere più attaccabili da agenti patogeni preesistenti, incluso, eventualmente, il Covid‐19. Ho sentito avanzare questa ipotesi per la prima volta da un professore ingegnere della Calabria, il quale fa riferimento agli studi del prof. Olle Johansson, svedese: “Electromagnetic fields may act via calcineurin inhibition to suppress immunity, thereby increasing risk for opportunistic infection: Conceivable mechanisms of action” [I Campi Elettromagnetici possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica. Meccanismi d’azione plausibili”.] ( Medical Hypotheses 2017;106;71‐87)
    La calcineurina è una proteina che attiva le cellule del sistema immunitario, ci informa il professore ingegnere che è anche Consulente Tecnico d’Ufficio della Magistratura per l’Elettrosmog.
    Immagino che vi siano altre fonti oltre il professore ingegnere della Calabria.
    Di più, nin so.
    Cordialmente,
    ing. Linda Landi