Correggimi

Le matite, sparse sul tavolo, fanno bella mostra di sé. Lei china sulle pagine spiegazzate dei testi, che molto hanno da dire, in fraseggi innocenti, quasi puerili, come solo i bimbi sanno scrivere. Ma questi non sono bimbi, ma schiene spezzate ogni giorno nei campi, di semola e grano, o su file di tabacco da dissodare di continuo, per togliere quell'erba maligna che infesta ogni cosa.
È un continuo cambiare matita il suo fare, fra il rosso è il blu, a seconda dell'errore commesso, da chi però mai sbaglia nel seminare al giusto momento, oppure nelle faccende domestiche d'ogni giorno. Eh sì, anche le massaie partecipano attivamente a questo progetto che profuma di scuola. I mariti le vogliono nella loro interezza di donne, e non intendono impedirne il sogno così tanto bramato, imparare di conto per non farsi fregare al mercato, e leggere quel santo testo, dove si parla di una madre che generando il proprio figlio, l'ha poi aiutato a cancellare, in noi, ogni peccato.
Va lesta a leggere ogni parola, seppure con fatica, nel decifrare la grafia di mani quasi bambine, ma che hanno il pudore degli anni dischiusi su pagine stropicciate dall'usura. Un fiume di parole accartocciate su sé stesse, arroccate su semplici principi di stesura. Negli occhiali inforcati senza perizia, spesso le lacrime infrangono il confine delle sue lenti, nulla è come sembra, e ciò che sembra spesso è solo una parte della verità, derivata da cuori genuini e anime piene di quell'ardore chiamato amore per la vita. È tanta in loro la voglia di migliorarsi, di estendere quella visione ora solo contadina, a questa società che avanza fra le pieghe del tempo. Chissà se qualcuno diverrà erudito oppure poeta, chissà se nel descrivere la vita, ne troverà pace nella propria, o ne diverrà interprete per le prossime generazioni di figli e nipoti.
Una partecipata frase, strappa il suo sorriso, questa è proprio da incorniciare, e col blu l'evidenzia. "Assurdi sono i miei scritti a chi solo legge di me" Il sorriso si fa gioia, ma non nasconde la sua fierezza, nell'essere stata importante nella formazione di chi ora si scopre artista dell'anima.
Riusciranno mai anche i veri bimbi a trasmettergli emozioni così grandi?
È ciò che ogni tanto si chiede la maestra, quando nella penombra la stanza si illumina con la fioca candela. Chiudendo gli occhi, sogna di aule piene di grida argentine e piacevoli volti arrossati dal vento e dal freddo, che impera in case invise a ogni comodità. Lei che da un nobile paese giunse come fosse una regina, a visitare le periferiche terre, ora finalmente si sente parte integrante di questa comunità sobria, ma viva, dove ogni cosa ha il giusto valore, e la parola data è di fatto un impegno da onorare, perché è nella e della semplicità che vive l’onesto.
Riuscirà mai a essere come loro? Oppure sarà l’animo suo a cedere alle difficoltà nel sopperire le mancanze? Ogni volta che la mente vacilla nella sua fermezza per le scelte fin qui fatte, avverte di essere priva di ogni maschera. Di quelle indossate al suo paese, per fare contenta la madre, che di lei sognava una fulminea carriera nelle aule della legge. Ma la maestra che fratelli e sorelle non aveva, da sempre ha amato insegnare, e così ha intrapreso la via polverosa della campagna, lontana anni luce dall’ipocrisia di una vita decisa da altri.
Mai scelta fu più veritiera e consona al passo, considerato giusto. Tanta è stata l’euforia, quando Don Vittorio, parroco di questa piccola borgata, le ha offerto la possibilità d’istruire, seppure non dolci fanciulli, ma contadini e massaie che molto avevano in dote, sotto forma di caparbietà e capacità nel portare avanti raccolti e casali, dedicandosi alla coltivazione di campi e la crescita dei propri figli.
Eccola qui, con le matite in mano, a caracollarsi su questa scomoda sedia, pronta con mente e cuore a comprendere bene gli scritti, in grafie a volte leggere e altre assai marcate, tanto da forare i fogli. Parole che sono come germogli dell’anima, annaffiate e curate come campi arati o caldi pani appena sfornati. Spesso fa fatica a correggere gli sbagli, tutto le pare inutile e pure eversivo, è come violare un sentimento che esce da cuori innamorati della vita, che puntano però a migliorarsi ancora, nell’avere e nel dare la possibilità di un futuro migliore a chi poi verrà.
Gioca così con il rosso è il blu, sottolineando anziché cancellare, e aggiungendo qua e là una virgola o un punto, dove spesso se ne è persa la percezione. La matita, così come l'aratro, scava dentro le storie, e va seminando vocaboli e grano, con lo sguardo che si perde lontano come fossero frasi di senso compiuto accumulate in gradite dispense.
Eppure, è a te che leggi che chiede lo sforzo maggiore…
se ritieni giusta la sua scelta, ti prego, non commettere l’errore degli altri, e se nel caso reputi uno sbaglio la sua visione di questa vita, rileggi con cura, magari cambiandone il protagonista. Abbi cura di vestire i suoi abiti, poiché mai in vita sarebbe stata una vera regina. In verità, davvero ama l’esserne diventata nella vita, la via maestra.

© Saverio Chiti, marzo 2019