Cuore Di Mamma

Nel silenzio della notte un pianto sommesso, Alberto piangeva, era già la seconda volta, sua madre Giada si era svegliata e cercava di rendersi conto se era proprio suo figlio Alberto; cosa poteva avere un ragazzone di sedici anni a parte la sua malattia sconosciuta per cui da Roma si erano dovuti trasferire a Milano all'istituto 'Humanitas'.
Nella capitale i medici erano stati incapaci di fare una diagnosi precisa, meglio rivolgersi ad un istituto specializzato in malattie rare e così Giada Gallo, insegnante di educazione fisica in un liceo romano si era fatta trasferire in un istituto milanese insieme a suo figlio studente della quinta ginnasiale.
La mattina madre e figlio a scuola, iI pomeriggio il pargolo a studiare e la genitrice in giro per la città a 'vetrine'.
Erano stati fortunati perché l'ospedale aveva stipulato una convenzione con l'istituto case popolari che aveva messo a disposizione delle camere per gli ammalati e per i loro accompagnatori, madre e figlio avevano una stanza con due letti.
Giada era passata nel letto di Alberto che gli volgeva le spalle, sempre più scosso da singulti prolungati.
"Amore mio dì tutto a mammina...."
"M'ha detto che sono omosessuale anzi proprio frocio!"
"Ma chi cavolo..."
"Irene una mia compagna di scuola, m'ha detto che solo ai froci non diventa duro,
a  me…a me…eravamo nel bagno della scuola.”."
"Mammina son cose che si dicono…."
"No a me è successo altre volte anche a Roma, ha proprio ragione Irene sono , sono… sono…”
"Tu non sei… non sei... non sei, vieni qui."
Giada aveva preso in mano il coso di suo figlio e lo maneggiò sino a quando 'e
prese ad aumentare di volume, molto di volume."
"E tu saresti frocio, quella è solo una stronzetta puttanella che non si intende di cazzi, tu ce l'hai grossissimo, molto più grosso di quello del tuo povero padre...unico che ho conosciuto.
Ale, una madre fa questo ed altro per suo figlio ma sarà l'unica volta, lo capisci? Riprendi i contatti con la tua puttanella,"
Giada, istruttrice di educazione fisica, fisico di atleta, m.1,80 di altezza,
giocatrice di palla al volo, era stata sposata con Maurizio Gallo, appassionato di
moto che, per la sua passione, ci aveva lasciato la vita in un incidente di gara.
Non si era risposata, aveva tanti ‘ronzoni’ ma era di gusti difficili.
A questo punto aveva ritenuto opportuno conoscere la ‘puttanella’ ed i suoi genitori.
Edoardo Caruso, ricco rappresentante di case automobilistiche , ‘tombeur des femmes’ e sua moglie Ambra, bella, di classe, frequentatrice dì negozi di lusso e di case di bellezza, senza figli, più sensibile  alla bellezza femminile che a quella maschile.
Edoardo ad Alberto: "Vorrei conoscere tua madre, noi passiamo il week end nella nostra villa sul lago di Como, vi manderò a prendere dal mio autista."
Naturalmente Edoardo prese subito a corteggiare vistosamente Giada:
"Diamoci del tu; come fa una sventola come te a rimanere sola; non ti preoccupare,
mia moglie non è gelosa; io ho un pied a térre a Milano vicino al mio ufficio."
"Mammina sei nel mirino del padre di Irene.”
"Può fischiare al pappagallo, non gliela mollo neanche se fosse l'unico uomo al
mondo, non sopporto i presuntuosi e poi sono la tua amante!"
Edoardo era il classico tipo che, se non può ad ottenere qualcosa, si incaponisce
finché non riesce nel suo intento, sempre che ci riesca, nel caso di Giada per ora
andava in bianco,
"Mammina mollagliela, chissà che regalone ti farà."
"Il regalone me lo farà proprio se non gliela mollo e poi, sinceramente, non amo i
presuntuosi, mi piace essere corteggiata con discrezione, anche essere amata, non
sono una mignotta."
Alberto parlava così perché andava alla grande con Irene che finalmente
apprezzava il suo 'cosone' gigante. Ambra, la ‘suocera’, aveva cominciato a guardare Giada con un certo interesse,
"Tua madre è un bel pezzo di donna, deve essere stata un'atleta, una bella atleta.”
"Mammina hai un'estimatrice,"
“Te ne sei accorto anche tu, pensa mi ha invitata nella villa di Como all’insaputa del
marito, ci voglio andare per curiosità."
"Mammina dove sei?"
"Sull'autostrada per Como, sono in Maserati Ghibli, la sto guidando lo.”
"Vai piano, mi raccomando!"
Quella notte Alberto dormì da solo, mammina era a Como con Ambra, non ce la vedeva quale amante di una lesbica, al ritorno si sarebbe fatto raccontare tutto.
La sera al rientro:
"Sono troppo stanca, sei sicuro di voler sapere proprio tutto, non giudicherai male
mammina..."
"L'hai detto tu, l'amor filiale è specialissimo, a domani mattina."
La mattina seguente:
"Allora: cominciamo con l'arrivo, villa sul lago, motoscafo in darsena, giardino pensile con statue, interni ottocenteschi, particolarità: una scala lunghissima che dal secondo piano arriva al piano terra.
Sparizione ed apparizione di Ambra in stanza da letto avvolta in una camicia da notte lunga sino ai piedi, rosa, trasparente, un letto circolare, lenzuola color oro.
Ambra ondeggiando si posiziona sul letto, mi invita con un cenno, lentamente si spoglia, resta nuda, ha un corpo bellissimo, si sdraia, gambe aperte, non è bionda, la mia testa sul suo pube, vuoi essere masturbata con la lingua, riesce a godere due volte, mi bacia in bocca, a lungo, sua testa sul mio pube, lingua sapiente, d'improvviso si stacca, avvenimento imprevisto,presenza del marito, imbarazzo, io:
“Non mi interessi, vedi d'annattene, tè lo dico alla romana.”
Risposta:” vento del deserto.” Mio Imbarazzo d'interpretazione, ci arrivo dopo un po’:
“D’accordo, non posso che essere d'accordo.”
Su suo cenno sessantanove di noi due donne, pene in erezione, sua immissione dentro i nostri buchini a lungo sino a sera, mio rientro a Milano, son qua!”
Alberto:”Particolari sul ‘vento del deserto’ che ti ha fatto cambiare opinione sugli avvenimenti a venire.”
“Guarda fuori dalla finestra.”
“Una Maserati Ghibli, una Maserati Ghibli!”
“Non ti ripetere, la vedo, l’ho guidata da Como sin qua, le chiavi col marchio del ‘Tridente’ sono nella mia borsetta, fine della storia!”
“Mammina sei stata forte!”
“Spero che avrai imparato la lezione, nessuna bravura da parte mia, il desiderio nell’uomo (e nella donna) può portarti a scelte irrazionali, tienilo a mente!”
Da quel momento le ottobrate romane diventarono per Giada e per Alberto uno sbiadito ricordo, la nebbia milanese un po’ meno spiacevole.
Come può cambiare una situazione un regalo da ottantamila euro!