Dal velo…..
In un giornale settimanale stampato nel paese vicino Roma xxyyzz un sabato era apparso un articolo su di un fatto un po’ particolare: titolo dell’articolo ‘dal velo di monaca a quello di sposa’. Riportava con dovizia di particolari la notizia del matrimonio della ex suor Candida con il giardiniere del convento un tale Ippolito. Festeggiamenti nel vicino bed and breakfast: ‘Dulcis in fundo’ alla presenza di amici e parenti degli sposi. L’estensore dell’articolo tale Joele aveva chiesto furbescamente alla sposa: “Non pensa che il Padreterno si offenderà per questa sua defezione?” Risposta da parte della ex suor Candida: “Mio caro, Dio ha tante pecorelle che nemmeno si accorgerà della mia mancanza.” Musica soft per sposi e per invitati, Joele non voleva mollare la ‘preda’: “La vedo pallida, non pensa ad un po’ di trucco.” “Caro il mio giornalista non pensa lei che ci voglia del tempo per passare dalle restrizioni di un convento alla libertà di costumi, mio marito mi ha scelto anche per la mia semplicità.” La notizia del matrimonio dll’ex suora giunse all’orecchio di alcuni fondamentalisti romani pensarono bene (o male) ad una azione punitiva nei confronti degli sposi e degli intervenuti, i cotali furono invece picchiati di brutto dai maschi presenti, notizia riportata dal solito giornale che aveva preso a vendere un numero notevole di copie rispetto al passato. Il pestaggio fu mal digerito dagli integralisti che ricorsero alla Autorità Giudiziaria nella totale indifferenza del direttore del giornale che ufficialmente non era in possesso di beni mobili ed immobili tranne una bicicletta che usava per gli spostamenti. Altro argomento in suo favore la lentezza cronica della burocrazia giudiziaria. Suor Candida ormai usava il suo vero nome Letizia ed aveva accettato di far da cassiera al bed and brekfast divenuto meta di curiosi per effetto della notizia di una suora di bella presenza che aveva abbandonato il velo per una vita normale. Il sabato in particolare c’era il pienone il che portò i martelloni a controllare la regolarità delle licenze, nessun rilievo. Ultimo attacco a Letizia e compagni la foto di Ippolito quale corresponsabile dell’uscita dal convento di sua moglie, mossa inutile dei soliti Un sabato fu indetta una tombola per beneficienza il cui unico premio consisteva nel ballare con Letizia se il vincitore era un uomo, con Ippolito se donna. Un mattina di sabato apparve al bar una nuova Letizia, truccatissima con un vestito molto aderente che metteva in risalto le sue meravigliose forme, il business aveva preso in mano la vicenda. Altri avvenimenti? Si quello della gravidanza di Letizia che diede la possibilità anche ai giornalisti della capitale di scrivere articoli secondo loro spiritosi sulla nascita del futuro erede dell’ex suora, l’erede una bambina bellissima tutta sua madre, nome Beatrice. Il solito riccone della zona, Vittorio uno di quelli abituato a non chiedere volle conoscere Letizia, considerato che la stessa stranamente non aveva un’auto le rilasciò un assegno in bianco (coperto), acquisto una Alfa Romeo Stelvio. Nei primi tempi Letizia mostrò incertezze nella guida poi si rilanciò alla grande andando anche a correre al circuito di Vallelunga. Ippolito si stancò di fare il principe consorte e se la svignò con una ottima buonuscita. A Vittorio non parve vero prendere il suo posto, Letizia lo soddisfece alla grande nel talamo e così si guadagnò la carica di amante ufficiale. Vittorio era un amante del mare, un giorno ad Ostia provò un’immersione in solitaria, un ictus lo riportò a galla morto,. Per suo testamento Letizia divenne padrone sia del castello che di tutti i beni del defunto. Nessuno ricordò più la provenienza dell’ex suora diventata una signora di alto bordo della borghesia romana. Beatrice diventava ogni giorno più bella e furbacchiona, chiedeva a sua madre, ottenendole le cose più impensabili, detto napoletano: i figli sò piezz e core.