Davvero troppe

Non so se te ne rendi conto, Fiore, oggi ho visto un picchio rosso maggiore selvatico.
Uno spettacolo immenso, Fiore.
Dei colori inimitabili ed assolutamente inaspettati, da parte d'un pennuto delle nostre latitudini.
Rosso esagerato, Fiore e giallo e verde e bianco e nero e marrone, che s'intersecavano e tonalità insospettabili, Fiore.
Ed un corpo filante e proporzionato.
Fiero, Fiore, fiero fiero, questo corpo. Ed una testa fina, Fiore. Fina fina fina.
Ed un volo con padronanza incredibile dei mezzi a disposizione e direzione ben chiara, ovviamente.
In un attimo. In un attimo, Fiore, sono diventato lui. Fiore.
Troppa invidia.
E mi sono ritrovato a planare, a galleggiare nell'aria, ad atterrare sui rami ed a lanciare gorgheggi euforici, Fiore.
Ho scoperto d'avere una spaziosa casa sulla quercia grande.
E chissà che vedute delle stelle di pianura la notte, ho immediatamente dedotto.
E naturalmente ho subito pure picchiato duro col becco e quanto è buona la linfa ch'esce dalla corteccia dell'acacia nemmeno Dionisio lo sa.
Ho fatto uno spuntino sul rovere, bevuto dalla foglia del castagno e sono andato ed espletare funzioni biologiche al ciliegio.
E quanti divertimenti nel frattempo, Fiore.
Sull'acacia è venuto l'usignolo, al che subito abbiamo deciso di fare uno scherzo ai grilli.
E si sono incazzati di brutto tirando via la lana di pecora bagnata, mista a sassolini, con cui tappammo loro la tana.
Non ti dico le risate a guardare le evoluzioni di saltatori che al ramo non ci arrivano mai e.
E mentre ero a colazione sul rovere invece ho avuto uno scambio di vedute con uno scoiattolo, Fiore.
Io picchiavo e lui era dall'altra parte del tronco ad aprire nocciole, ma non gli piaceva più il paesaggio che da lì ammirava, Fiore, allora.
Allora m'ha chiesto se per me era uguale tambureggiare dove stava lui ed io ho accettato volentieri, Fiore che. Che appunto un buono scambio di vedute spesso aiuta tanto reciprocamente, Fiore.
Dopo sono andato a bere al castagno e tu non hai mai visto quant'è bella una libellula allorché, nuda dietro foglia paravento, fa il bagno ed invece io ho avuto il privilegio d'ammirarla in incognito, Fiore.
Una silouette invidiabile, Fiore, curve nei punti topici ed assolutamente perfette ed ali che lasciano intravedere e no, manco sotto ci fossero le forme del paradiso.
Un'estasi, Fiore e.
E durante il momento di privacy personale al ciliegio infine, Fiore, mi trovavo immerso in una pace pazzesca, con l'ambiente, Fiore, con me stesso, Fiore, con gli altri, Fiore e. Ed ho sentito un urlo disumano, Fiore.
Era mia moglie picchia, Fiore.
«Hai allargato il buco d'accesso al nido che arrivano le uova?» m'ha intimato non appena le ho risposto.
No ma...
«E sei andato a prendere quei vermi del gelso che a cena gradirei mangiare qualcosa?».
No ma...
«Almeno il fischio messaggero al falco, che doveva passarlo alla cornacchia, che lo passava a sua volta al tasso, che lo diceva a mia sorella che la cercavo non.
Non te lo sarai dimenticato spero!».
Sì, ma oggi meravigliosamente mi sento diverso cara, le ho rilanciato entusiasta e tra l'altro riportando la verità pari pari, perché non ne approfittiamo, ad esempio, andando a cena fuori al Pioppo marcio, che magari ti contagio e diventi un'altra anche tu?
Però, stranamente lei Fiore, al posto di cogliere, ha concluso lo stesso il discorso, esattamente, come fa ogni volta la mia moglie umana, Fiore.
«Tu. Tu vinci troppe lotterie senza prima avere comperato il biglietto caro.
Davvero troppe».