Delirio del verbo

L' inferno è caldo, l' inverno è freddo...se una sola lettera crea una così vasta differenza, salta agli occhi che il Verbo ha un potere immenso, in certe congetture poi, devastante.
Ma solo se viene veicolato con correttezza, la virgola appena dietro, e davanti, ed ora.
La signorina virgola separa due parole, al limite dovrebbe creare pause che non cambino l' "accento" del discorso...la sua funzione fondamentalmente è questa.
Ma riesce tanto spesso, birichina, a deformare il concetto con la sua voluta ed equivoca chiarezza.
A volte gli accenti prendono in giro, esempio : i prìncipi sono portatori e divulgatori di princìpi...ma di solito...proprio le istituzioni principali lasciano al suddito solo belle parole principesche.
Parole infatti, solo parole e non fatti.
Quando si parla di " fatti e non parole " i primi hanno di solito un' accezione positiva rispetto alle seconde, poi ribaltata completamente dai tossici...ovviamente la colpa è dei tossici in quanto detronizzati dalla lucidità che dovrebbe fare luce...e comunque il fatto sta bene se rimane senza parole.
Ok, "son fatti loro ! " diranno anime comprensive, ma forse non sono solo affari loro...ed ecco...come una regina, appare lei, la virgola ( 4 nell' ultimo periodo).
Mah," son fatti, loro!  " lo comprendono quelle persone che già sanno come funziona una virgola... loro hanno capito il funzionamento della virgola, loro! e forse son tossici di pause, chi lo sa.
La pausa, l' andropausa, la menopausa, la pausa sul lavoro, la pausa che l' universo non conoscerà mai.
Noi la conosciamo, la pausa di riflessione tra giovani idioti ancorché innamorati a guardar le stelle fino a notte fonda.
Le stelle ci sono, innegabile, tra innamorati  pullulano," stellina amore mio ! "...ma le stelline
son troie televisive o le nostre amate compagne?
Il diminutivo, qua, fa da offesa o complimento,scegliere...animo !
Complimenti al Dio Verbo, le stelle son palle infuocate, donne passionali; ma con le palle?
Piace e non piace.
In teoria , il Verbo dovrebbe definire l' universo femminile come uno splendore da ammirare, insondabile e romantico; il problema è questo, da ammirare ma insondabile; mah!
L' altra accezione è un universo povero, per nulla romantico, in cui le star son ben "sondabili"...tramite pompe, trivelle, quasi cercassero il petrolio..."L' oro nero è prezioso sai?" pensa la trivellata ed inesauribile fonte di quattrini.
Cara, fra trent'anni sarai esaurita...devi cercare per tempo il tuo prossimo obiettivo.
L' obiettivo funge da obiettivo...ovvio, infatti inquadra stelle vere e stelline, ma certi uomini, obiettivi pure loro, non distinguono tra una sera d' agosto con il naso in sù ed una serata con stelline, magari sempre con il naso in sù causa polvere di stelle.
Questi universi son tutti accomunati dall' aggettivo " cadente "...o dall' " oggettivo " decadentismo dell' affetto.
A volte così vero da rimanerne affetto più che afflitto, come fosse una malattia inconfessabile, da poterne parlare solo a chi ne è in proprio coinvolto, che si tratta di purezza del Verbo...e suona così, Ti amo.
" Ti amo anch' io caro, ma che diavolo hai detto? "