Delirio della mora

Un amore è come un bosco,
trovarne due uguali...
E' fantasioso trovare rassicurante un sentiero
silenzioso sapendo che lo stesso sentiero,
nel bosco, non ci dovrebbe essere affatto.
Ma sì, come un amore che da qualche parte
porta sempre; e lo si segue, e si va avanti.
Il panorama immutevole, il sentiero che prosegue
fino allo sfinimento...e lo si segue, e si va avanti,
poi ogni tanto, facendo qualche passo fuori dalla
terra battuta, si raccolgono more che
sporcano la bocca, dolci per quanto rare.
Con le mani graffiate dai rovi si recupera il sentiero.
E'  da disattenti poi, tornare sul sentiero
con la prova sulle mani, infatti solitamente
ci si porta dietro un paio di guanti
da muratore per un paio di frutti.
Ma è fantasioso ancora di più, credo,
trovare rassicurante un rovo di more cercato
ai margini sconnessi di un sentiero
il cui scopo è quello di essere seguito.
E poi la stagionalità... Se si entra nel bosco
a gennaio e se ne esce a dicembre,
meglio sapere che le bacche non ci saranno
né a gennaio né a dicembre.
Colpa del tepore di settembre che ha maturato
quel che è nato a marzo?
Premeditato come minimo.
Ma sì, come un sentiero che da qualche
parte porta sempre.
E lo si segue, e si va avanti.
Finiamola qui, si va avanti.
Seguiamo quindi un sentiero per comodità
e facciamoci guidare anche dai rari sprazzi
di luce che han permesso ad una
bacca di maturarsi, ma anche a farsi notare,
da chi, cammina immerso nella
rassicurante e tenebrosa ombra del bosco.
Forse come il panorama immutevole
dell'amore, con i suoi fuori pista
e la bocca sporca,
rientrando a casa,
rimane solo la vergogna e l' insonnia.
E la moglie stanca dorme in un sentiero
buio, buio per conciliarsi il sonno.
Ma sì, dorma pure, non ho sensi di colpa,
e non dormo perché vorrei sporcarmi
la bocca ogni giorno.