Delirio in luce

Tra i fattori ambientali più importanti,
nel valutare l' impatto di un paesaggio
sulle nostre emozioni...
la luce di quel particolare istante è per
importanza il primo fattore.
La luce con cui il paesaggio viene
" raggiunto ", intendo.
La luce raggiunge tutto e tutti con la
stessa forza, è poi noto che vediamo
e viviamo anche grazie alla
trasformazione della materia in luce.
La luce calpesta e balla negli occhi in
ogni modo e momento, è forse
per questo che, incontrandoci,
ci guardiamo negli occhi?
Ci guardiamo là dove la luce viene raccolta; 
è un caso che questa parte
( la più sincera e bella )
sia sempre la prima ad essere ricercata
nel volto di chi vogliamo sondare e
fuggita nel viso di chi non vuole sia colta
la sua anima, la verità ?
Nel pianto, acqua salata sgorga
dalla fonte che la luce raccoglie.
Nel pianto, oscuriamo anche la luce,
accompagnati da una musica orrenda
diretta dal peggiore singhiozzo che soffia
nei fiati note fuori tempo, stonate, sgraziate.
A volte capita che le orecchie si proteggano
chiudendosi, quasi per difesa...
E' in quel momento che rifiutiamo la luce,
e lei, discreta e paziente, aspetterà l' alba
per tornare, lei sa quando tornare,
per ognuno lei sa quando tornare.
A chi non ha mai visto la luce,
ciechi o bimbi mai nati,
che han potuto solo provare
sulla loro pelle il calore del sole,
o di un ventre, dedico questo pensiero.
E se il sole oggi si nasconde regalando
una giornata di pioggia, è perché
soffre per i tanti che non lo conosceranno
mai in tutto il proprio splendore,
accontentandosi di sentirlo in parte,
quel calore radiante, ma meno attraente.
Quando piove non si apprezza mai
il paesaggio, ma si cerca riparo da questo
pianto e la tristezza supplica la materia
di trasformarsi ancora;
per nostro egoismo...
E ritornare luce.