Desirè Una Ragazza Particolare

“Alberto…Alberto.” Mara S. con in mano un foglio di carta voleva attirare l’attenzione del marito Alberto M. che si trovava al piano superiore del loro appartamento di via Merulana a Roma. “Che è successo, che hai da gridare.” “Sono incinta amore mio.” In verità era una notizia che i coniugi M. aspettavano da vari anni, finalmente! Alberto abbracciò Mara e da quel momento l’atmosfera in casa M.  cambiò, i coniugi tutti baci ed abbracci e Mara, cattolica praticante, aveva riportato la notizia anche al suo vecchio confessore don. Roberto. Allora tutto bene? Sino ad un certo punto. Dopo tre mesi all’esame ecografico la operatrice: “Signor M: sono perplessa, sul feto vedo sia i caratteri maschili che quelli femminili, probabilmente di tratta di un ermafrodita.” Alberto ebbe bisogno di sedersi e dopo qualche minuto: “Tenga assolutamente la notizia segreta, qui ci sono cinquecento €uro, mi raccomando.” Arrivato a casa in stato confusionale, dopo qualche boccone a pranzo mise al corrente la consorte la quale prese a piangere copiosamente e si rifugiò in camera da letto, bell’aiuto al marito. Il ginecologo dr. Trifiletti era in organico alla clinica ‘S.Rita’, Alberto non era in buoni rapporto con i santi ma se ne fregò e andò a conoscere l’ostetrico il quale, venuto a conoscenza dei fatti,  molto professionalmente rassicurò Alberto della riservatezza sua e dei suoi collaboratori, il parto sarebbe avvenuto in quella struttura sanitaria: “Mi chiami anche di notte quando sua moglie avrà le doglie.” E così fu: Desirée nacque alla presenza oltre che del dr.Trifiletti anche di una anziana infermiera. I due più la operatrice ecografica furono omaggiati per la loro riservatezza di 10.000 €uro. La bimba nata il 12 marzo sotto il segno dell’Ariete (Alberto in parte credeva alle caratteristiche dei nati nei vari segni) fu battezzata dal parroco della chiesa di S. Maria Maggiore. A far da madrine due amiche di Mara all’oscuro di tutto. Desirée era bellissima, la natura era stata in questo caso benigna con lei, sorrideva sempre a chi le stava vicino e questo consolava in parte Alberto ma non Mara che, confidatasi col suo vecchio confessore, era stata impaurita dalle parole del prete che in quell’essere ci vedeva la mano del diavolo. La bimba non ebbe baby‐sitters, era accudita notte e giorno dalla madre e questo andazzo fino all’iscrizione alla prima elementare. Nel frattempo Mara, insegnante diplomata, l’aveva ben istruita,  la piccola, peraltro molto intelligente, già a cinque anni era avanti nei programmi delle elementari. Era stato Alberto che non aveva voluto che la moglie insegnasse sia per il suo lavoro di ingegnere al Genio Civile ben retribuito e sia perché ricco di famiglia. Alberto, all’età di Desirée di quattro anni, con parole semplici le fece capire che il suo stato di femminuccia era particolare ma di non prendersela, avrebbe avuto sempre vicino ai genitori. Ovviamente i problemi sorsero quando Desirée fu iscritta alla prima elementare. Fu scelta una scuola privata non religiosa in cui le maestre erano ben poco remunerate ma questo favorì Alberto il quale largheggiava con le mance e le maestre e la bidella erano tutte dalla sua parte, silenzio assoluto. Nella stessa scuola c’erano le classi medie e così tutto andò liscio fino alla iscrizione di Desirée alla quarta ginnasiale in un altro istituto privato. Stessa manfrina con le mance e dopo il diploma della terza liceale l’iscrizione all’Università alla facoltà di lettere moderne. Qui le cose erano ovviamente più complicate, Alberto allora suggerì alla figlia di chiudere la porta quando andava nel bagno delle femminucce le quali cominciarono a spettegolare ma Desirée, diventata nel frattempo una bellissima donna, se la cavava con sorrisi e qualche battuta di spirito sinché fu lasciata in pace. Nel frattempo una tragedia in casa M.: Mara già debole di cuore e dopo tanto anni di amarezze passò a miglior vita per un infarto fulminante. Il vecchio confessore di Mara, don Roberto, fra le altre belle parole pronosticò alla stessa un sicuro posto in Paradiso. Tutto sommato la situazione in casa M. migliorò, fu assunta a tempo pieno una cameriera di provincia grezza ma lavoratrice indefessa  che, ben pagata, mandava avanti da sola tutta la ‘baracca’. Era un piacere vedere padre e figlia uscire insieme; la baby conseguito il diploma di licenza liceale ebbe come regalo  una Fiat 500 Abarth da lei testardamente voluta, Alberto non si oppose ma subissò la figlia di mille raccomandazioni. Talvolta Alberto si trovava la figlia rannicchiata nel letto matrimoniale al posto della madre, era per lui un piacere infinito in fondo aveva la figlia tutta per sé senza mosconi che gli giravano attorno ma, ripensandoci bene, capì che il suo era egoismo puro, la baby come le altre ragazze forse avrebbe voluto una vita normale. Un avvenimento importante accadde a Desirée. La conoscenza di Aurora G. brasiliana di ventitré  anni di età, iscritta alla sua stessa facoltà di lettere, discendente da nonni italiani che, oltre al portoghese, parlava correttamente l’italiano; abitava in una stanza che le era stata affittata da una vedova in via Cavour. Che aveva di particolare la brasiliana? Desirée aveva notato che prendeva i suoi stessi accorgimenti nell’andare in bagno, si chiudeva a chiave; un giorno si guardarono in viso e si misero a ridere tanto da fare girare tutti i presenti. Avevano scoperto di aver qualcosa in comune! Aurora era la classica brasiliana di quelle che si vedono al carnevale di Rio. Grandi occhi, seno prosperoso, popò favoloso e gambe lunghissime, roba da far girare la testa ad ogni maschietto ma aveva qualcosa in più non previsto in una femminuccia…La loro amicizia fu subito bollata dagli altri studenti come lesbica, le due se ne ‘fottevano’ bellamente;  spesso giravano con l’Abarth per Roma a velocità non consentita ma,  una volta fermate da qualche vigile maschio, mostrando le loro apprezzabili beltitudini (termine preso da Dante e Boccaccio), spesso se la passavano con un rimbrotto. Richieste di spiegazioni da parte di Alberto alla figlia che ogni giorno dimostrava la sua felicità. “Papà sarà una grossa sorpresa per te quando conoscerai una persona.” A dir la verità Alberto non aveva proprio bisogno di ulteriori sorprese, ne aveva avute già tante in passato ma la curiosità non è solo femmina. “Invita questa persona sabato sera, nel ristorante qui sotto di Aurelio si mangia bene e poi c’è pure un’orchestrina. Alle 20,30 papà e figlia erano nell’ultimo tavolo del ristorante (per non essere disturbati) quando si presentò loro un pezzo di… peraltro vestita in maniera succinta. Alberto guardava alternativamente prima la figlia e poi la nuova venuta, varie volte senza profferir parola. “Papà ti verrà il torcicollo se non la smetti, questa è Aurora.”
Alberto istintivamente si alzò in piedi ed abbassò il capo dopo un finto baciamano, risate delle due impertinenti. “Papà Aurora non è il Papa…” “Andrò da Aurelio ad ordinare, voi due intanto vedete se riuscite a non prendermi più per il…” Aurelio conosceva Desirée ma non Aurora ed anche lui rimase abbagliato da tanta…”Aurelio non imbranarti, mai visto una brasiliana? Portaci quello che voi ma fai in fretta, le signorine hanno fame. Tra una portata e l’altra: “Aurelio niente orchestrina?” “Stasera piano bar con sax baritono, ti piacerà.” Effettivamente era in duo ben affiatato che all’allegria del pianoforte contrapponeva la tristezza del suono del sax. Alberto apprezzò e chiuse gli occhi per gustare meglio la musica quando ad un certo punto fu sollevato dalla sedia come una piuma e trascinato a ballare, naturalmente era Aurora spinta dal suo spirito brasiliano solo che dopo un po’  Alberto  si inalberò non nel senso di arrabbiarsi ma di sentir aumentare di volume un certo coso richiamato anche dal profumo di donna dell’amica di sua figlia. Aprì gli occhi, Aurora lo guardava con sguardo ironico, anche Desirée aveva capito tutto e sorrideva. “Ragazze vado in bagno…” situazione imbarazzante, ‘ciccio’ non ne voleva sapere di ritornare alla ‘cuccia’, nemmeno sotto l’acqua fredda poi si decise ed il suo padrone, con aria indifferente ritornò al tavolo. Indifferenza da parte di tutti e fine della cena con un bell’ananas. A casa: “Papà Aurora ha bevuto troppo, telefonerà alla padrona di casa e, se lo permetti, dormirà con me sul letto matrimoniale, tu sul divano letto. Nessun commento. La mattina, domenica, Alberto cadde dal letto divano, era basso e non si fece nulla ma si svegliò di colpo, andò in cucina a preparare la colazione anche per le due amiche. Desirée ed Aurora si presentarono scarmigliate ed ancora piene di sonno, Alberto cercò di immaginare quello che era successo fra le due durante la notte…”Papino…Alberto permetti che ti chiami così è più confidenziale e poi mi piaci come uomo.” Alberto fece finta di non capire e la sera riprese il suo posto nel letto matrimoniale questa volta in compagnia della figlia che prese a fargli le fusa. “Papà non hai capito che Aurora…” “Papà ha capito ma ha le idee confuse, lasciami del tempo, per tre giorni sono fuori sede per lavoro.” Ma il tempo non riuscì a fargli apparire la situazione più chiara, com’era combinata Aurora, l’essere ermafrodita comportava l’aver un pene piccolo o grosso e poi nel baciare il fiorellino se lo poteva trovare in bocca.  Ritorno a casa, Desirée l’aspettava ansiosa, “Mi sei mancato tanto, mi pareva di essere diventata orfana, ti prego, se possibile, di non lasciarmi sola.” La ragazza dimostrava una profonda tristezza che fece commuovere Alberto, l’abbracciò: “Sarai sempre il mio più grande amore, non sono solo parole, ti voglio molto bene.” Cosa strana Aurora era sparita dalla circolazione in casa M. “Papà Aurora vuole avere con te un rapporto ravvicinato, se hai dei dubbi la pregherò di non insistere, voglio prima di tutto la tua serenità.” ‘Time brings advice’ Alberto non ricordava in quale romanzo inglese l’aveva letto ma così fu. Una sera si era appena appisolato che sentì qualcosa muoversi nel letto matrimoniale, acceso l’abat jour si trovò accanto una Aurora completamente nuda e sorridente, ‘ciccio’ si inalberò subito facendo esclamare alla ragazza degli ohi ohi riguardo alla sua grossezza. “Ho poca esperienza di membri maschili ma il tuo mi sembra esagerato per la mia piccolina…” Alberto chissà perché (lo sapeva perfettamente) aveva acquistato un tubo di vasellina riposta nel cassetto del comodino ma prima di usarla andò ad esplorare le parti basse di Aurora la quale, al posto del clitoride, aveva un pene molto piccolo ma sempre un pene. “Prendilo in bocca, ti piacerà.” Alberto aveva i suoi seri dubbi di quanto asserito da Aurora infatti gli fece un certo effetto, mai aveva avuto un rapporto omo anche se in questo caso fu ripagato da un’entrata del suo ‘ciccio’ nella calda bocca della ragazza la quale ingoiò tutto e poi prese ‘ciccio’ e se lo infilò, con fatica, nella sua cosina di donna. Durarono a lungo sia Alberto sia Aurora che esplose in una goderecciata gigante che mai Alberto aveva notato in una donna normale. La nottata proseguì sulla stessa linea sin quando l’aurora, quella del cielo, raggiunse la camera di Alberto, la baby sparì com’era venuta. Né Alberto né Desirée si mossero da casa. La cameriera: “Con voi non posso lavorare.” “Prenditi giorno di vacanza.” “Papà non sono una sciocca, dipende da noi se il rapporto a tre può funzionare senza problemi.” Alberto abbracciò teneramente la figlia, un chiaro segno di assenso.
Questa volta sarò gentile, per i non anglofoni vi svelerò il significato della frase ‘time brings advice’: ‘il tempo porta consigli’. In seguito vi delizierò con un prossimo racconto un po’ erotico che delizierà sia i maschietti che le femminucce (ed anche gli altri…)