Di nuovo truffata

E' domenica mattina e sono seduta su una sedia di formica e acciaio accanto al letto di un mio familiare gravemente ammalato, in un reparto di ospedale. E' inimmaginabile per chi non l'abbia sperimentato, la marea di riflessioni e di pensieri che il cervello può elaborare mentre non stacchi gli occhi dal suo viso,  spii il lento abbassarsi e sollevarsi del suo petto e condividi le sue apnee, in attesa che il respiro ritorni; seduta lì, al suo capezzale per ore, nel silenzio della mattinata di festa. Le infermiere si muovono senza fare rumore, i medici non fanno il solito giro mattutino per visitare i pazienti, ed io mi abbandono ai ricordi. E' facile rivivere la mia vita dall'inizio. Sì, dall'inizio perchè lui c'era già quando sono arrivata io. Ma i ricordi sono consunti dall'uso e così cerco nel passato inediti quasi impossibili da trovare. Ma ecco che qualcosa rompe il silenzio: dagli altoparlanti da cui ti aspetteresti che venisse diffusa piacevole musica in sordina, una voce metallica maschile ti coinvolge nella celebrazione della messa. Io sono ribelle di natura per cui il solo fatto che mi sia imposto qualcosa, già mi dà enormemente fastidio, indipendentemente dal mio grado di religiosità.Ma non c'è modo di difendersi. Dopo la messa viene "diffuso", a volume di tutto rispetto, il rosario. Il mio caro sembra non accorgersi di nulla, fino a quando entra una suora. La saluto gentilmente e lei, amorevole, chiede il nome di lui, la sua patologia, da quanto tempo è lì, perchè non l'ha mai visto. Mi lascio avvolgere da tutto questo interessamento. Non mi sembra vero di poter parlare, mi aiuta, mi sento supportata, consolata. Davvero questa suora comprende il mio dolore? Ma mentre parlo mi accorgo che non mi sta ascoltando, e allora capisco. Lei è qui per vendere i suoi prodotti: cosa ne pensa l'ammalato di una benedizione? Naturalmente verrà il prete al suo capezzale. Con la poca voce che ha, lui dice di no, non ha voglia di benedizione. La suora non si arrende e osa un'offerta più allettante: benedizione e comunione, sempre, si intende, a domicilio. Al secondo diniego lei non osa più nulla, ma io so che dietro la porta c'era già pronto il prendi tre paghi zero: benedizione, comunione, estrema unzione. Caspita, che ghiottoneria! Non capita tutti i giorni un pacchetto del genere. Quando lei esce dalla camera il suo sorriso non ha più niente di amorevole, solo una mezza smorfia di sconfitta. E io? Io so che lei non ha capito niente. L'uomo che aveva di fronte potrebbe essersi già relazionato con un suo Dio, direttamente, senza sconti e offerte speciali e senza lei come intermediaria, oppure no.
Un suora mi ha di nuovo truffata: come da bambina, e poi da ragazzina, e poi..... basta: non mi hanno più vista. 
Fino ad oggi.