Diù

E pensare io devo tanto o forse proprio tutto, alla pesca di beneficenza. Che da bimbo andai lì in una. Comperai e pescai dei biglietti e vinsi il primo premio: Diù. Un enorme cane finto e pelosamente soffice e simpatico, alto un metro e. E finì a guardarmi, da di fianco al letto sopra ad un mobile, per almeno quindici anni Diù mentre. Mentre nel letto crescevo, immaginavo, gioivo, soffrivo e dormivo. E dunque piano piano ci conoscemmo bene io e Diù e pertanto notai se pensavo cose cattive lo sguardo cambiava e. E se facevo cose cattive diventava angosciante che mi toccava spegnere la luce, ma allora lo sentivo addosso pure nel buio e nel sogno. E divenne il mio giudice e consigliere muto e privato quindi Diù: se faccio questo è buono o cattivo? E lui mi rispondeva con il suo modo buffo di fissarmi s'era bene o come quando dovevo spegnere la luce al contrario. E quante cose poi non ho fatto e non solo in camera per timore degli occhi di Diù. Che nel frattempo avevo capito riusciva anche a guardarmi storto ed a ammonirmi, quando rientravo previo avere combinato cazzate di fuori e così di quelle grosse non ne ho mai fatte nemmeno lì o. Ovviamente sempre per terrore dopo quello m'inchioda. Eh sì. Ricorderò a lungo Diù. Tu fai a meno di fare una cazzata di qua ed una di là ed una di sopra ed una di sotto ed arrivi, sano e salvo, che un giorno torni a casa e la tua mamma l'ha fatto sparire; peraltro oramai vecchio, scolorito e consunto e vorresti ucciderla e ti dispiace e ti vedi perso solo. Solo oramai però, porco diavolo, sei cresciuto ed hai imparato tanto e puoi viaggiare in sicurezza con l'auto controllo Diù docet. Diù. Diù. Diù.