Due Artiste

Ulderico Guerra e la consorte Veronica Morelli, lui architetto lei titolare di una casa di moda dopo cinque anni di matrimonio decisero di diventare genitori anche per aderire alle pressanti richieste delle due nonne Galdina e Ughetta. Dopo un mese Veronica annunciò al marito: “Diventerai papà, dopo tre mesi all’ecografia: “Due femminucce.” Ulderico avrebbe preferito un erede di sesso maschile, le nonne al settimo cielo. Veronica fu fortunata, il parto avvenne senza problemi nella clinica Santa Rita di via Merulana vicino a casa loro a Roma. Ulderico e Veronica non ebbero il coraggio di accontentare le nonne, nomi imposti: Arianna e Susanna, anche i nomi hanno la loro importanza nella vita delle persone vedi il detto latino ‘nomen omen’. Galdina e Ughetta, arrabbiatissime, disertarono la cerimonia del battesimo delle nipoti. Al compimento del primo anno di età spinte dalla curiosità si presentarono a casa del figlio e della figlia con doni per le due bimbe, si fecero anche fotografare sorridenti con loro in braccio, il giorno dopo si recarono da un notaio per dichiarale eredi del loro non trascurabile patrimonio, con la loro bellezza le nipoti le avevano conquistate. Da omozigote le bimbe erano la fotografia una dell’altra, visi da bambola, occhi grandi sempre sorridenti tranne quando il pancino gorgogliava, altezza superiore a quella delle loro coetanee. Avevano presto smesso di gattonare e da sole, imitando i genitori camminavano sulle gambette, due biciclettine prima con le ruotine di supporto poi senza. A quattro anni all’asilo impararono a cantare le canzoni insegnate loro dalla maestra e poi a scarabocchiare su dei fogli da disegno solo che i loro scarabocchi non erano tali come quelli delle compagne, Arianna e Susanna presero a riprodurre prima i visi delle colleghe e della maestra e poi quelli dei genitori. Arianna emergeva nel il disegno, Susanna usando la plastilina nel campo della scultura. Quando portarono a casa la riproduzione delle sembianze delle nonne  (ovviamente brutte e vecchie), furono accolte con sonore risate da parte dei genitori ma quelle  ‘opere d’arte’ non furono apprezzate per ovvi motivi e finirono nella spazzatura. Ari e Susy seguitarono gli studi sino alla terza classe del liceo scientifico, superarono gli esami di maturità con eccellente votazione poi iscrizione alla Accademia delle Belle Arti di via Ripetta a Roma. Sui misero subito in mostra superando in bravura i colleghi di studio e, in campo femminile le colleghe in quanto a ‘pulcretudine’. L’Accademia era frequentata anche da stranieri fra cui un francese tale Louis Javert residente a Nizza. Il tale dimostrando possibilità finanziarie notevoli era domiciliato all’Hotel de la Ville  un cinque stelle, anche in fatto di autovettura personale aveva dimostrato buon gusto e soprattutto ottime possibilità pecuniarie: una DS 7 Crossback 4x 4 Grand Chic. Presto però si accorse che a Roma era preferibile una auto di piccola cilindrata e così, sempre per patriottismo acquistò una Renault Twingo. In occasione del suo venticinquesimo compleanno diede una festa presso l’albergo di residenza invitando tutti i colleghi di corso che nella maggior parte risposero ben volentieri affollando sin dalle venti il salone delle feste dell’hotel. Prelibatezze di ogni genere,  bibite sia analcoliche che alcoliche tipicamente francesi, in testa lo champagne Cristal, il cioccolato Ducasse e la pasticceria Macaron, un mistero come monsieur aveva potuto procurarsi tanta merce d’oltralpe. Louis aveva scelto come compagna di ballo  della serata Arianna la quale apprezzò sia la munificenza di Louis sia il suo fisico atletico. Alle due il maître dell’hotel dichiarò la fine della festa, tutti a casa un po’ brilli. Louis ‘rimpatriò’  Ari e Susy con la sua DS, Ari seduta nel sedile anteriore vicino a lui; prima di entrare nel portone Ari e Louis si scambiarono il biglietto da visita col proposito di rincontrarsi. Le due ragazze erano  stanche, indossato il baby doll si infilarono sotto le lenzuola senza profferir parola, sicuramente la mattina dopo si sarebbero svegliate all’ora di pranzo. Previsione sbagliata, verso le nove urla provenienti dalla camera da letto dei genitori. Arianna dopo un  po’ decise di rendersi conto della situazione, entrò nella stanza e vide sua madre con in mano la vecchia sveglia tanto a lei cara tutta a pezzi. “Questo imbecille l’ha sbattuta contro il muro, lo sai quanto ci tenevo.” Arianna con lo sguardo interrogò il padre che bofonchiando: “Te lo spiegherò in un’altra occasione.” La situazione si pacificò due giorni dopo, Ulderico aveva acquistato presso un antiquario una sveglia simile a quella da lui frantumata. Arianna prima si congratulò col genitore poi gli chiese di poter avere a diposizione un appartamento tutto loro sia per la loro indipendenza che per essere libere di esercitare il loro hobby. “Care siete fortunate, ho di recente ristrutturato una casa contadina a Olevano Romano, tre piani, il proprietario è morto, i nipoti intendono venderla, a voi non mancano di certo i soldini.” Pian terreno garage e ripostiglio, primo piano cucina e sala da pranzo, secondo piano un salone dove festeggiare e soprattutto per dar sfogo alla loro creatività, terzo piano foresteria con un bagno per ogni stanza. Effettuato il trasloco le due sorelle si misero subito al lavoro,  decisero che le loro pitture e sculture fossero altamente anticonformiste. Per primo espressero la propria originalità prendendo come spunto una poesia del compaesano Trilussa: ‘L’uccelletto in chiesa’. Opera in sei  tempi che richiese un mese per la realizzazione soprattutto da parte di Susanna, il suo lavoro era più impegnativo. Prima scena: inverno, un passero entra in chiesa da una finestra, una donna vedendolo  infreddolito lo prende e se lo pone in petto, il parroco: “Chi ha preso l’uccello esca dalla chiesa!” Le donne uscirono dal luogo sacro. “Avete capito male, esca chi ha l’uccello.” I maschi meravigliati uscirono. “Mi sono espresso male, mi rivolgevo a chi ha preso l’uccello in chiesa.” Le monache tutte si allontanarono viso a terra.” “Intendevo chi ha l’uccello i mano.” “Una fidanzata: Te l’avevo detto che il parroco se ne sarebbe accorto!” Marcello Trillini un fotografo free lance in vena di scoop, corrispondente di un  giornale scandalistico venuto a conoscenza dell‘opera delle due sorelle ottenne di fotografare i loro capolavori che a fine settimana troneggiavano sulla prima pagina del giornale con commento ironico da parte dell’estensore dell’articolo mal digerito dalla comunità ecclesiastica. Ben presto la casa di Olevano Romano fu oggetto di pellegrinaggio di curiosi che chiesero di poter acquistare le opere delle due sorelle, richiesta ben accettata da parte di Arianna e di Susanna che si rimisero in  moto con altro capolavoro sempre a base cattolica titolo: ‘Scotti e non Scotti’ Luogo una chiesa, argomento che aveva ancora una volta ispirato le due gemelle. ‘Una signora altolocata una domenica si reca in chiesa, al confessore confida di aver avuto un rapporto anale. Il vecchio parroco dopo averle imposto la solita sequela di preghiere da recitare le indica una navata del luogo di culto dove espiare la sua colpa. La dama si accorse che il posto era occupato da donne male in arnese, non accettò di mischiarsi con loro e ritornando dal prete: “Non posso confondermi con quelle donnette puzzolenti, sono la marchesa Scotti!” “Scotti e non Scotti quello è il posto dei culi rotti!” Il buon Trillini anche questa volta ebbe buon gioco, prima pagina del giornale con l’immagine del prete che discute con la marchesa e tanto di nuvoletta esplicativa. Stavolta l’immagine fece più scalpore, una ‘voce amica’ consigliò alle due sorelle di cambiare argomento, suggerimento accettato, pensarono alla pericolosità dei ‘bacarozzi’. Fu Susanna a suggerire l’argomento della nuova opera: ‘L’Urlo’ del pittore norvegese Edward Munch con tanto di scritta da parte dell’autore di un messaggio  piuttosto enigmatico: ‘Può essere stato dipinto solo da un pazzo!’ Stavolta il fotografo Trillini non apprezzò la vignetta, troppo seria. Arianna decise di riprendere i rapporti con Louis, gli telefonò, il francese  la venne a prendere con la DS, cenarono nella sala mensa dell’albergo Hotel de la Ville  poi si recarono nella  camera  stile Luigi XIV. Cos’è la peggiore umiliazione per un  uomo, si proprio quella: andare in bianco con una donna. Era accaduto a Louis che dopo la figuraccia si era rifugiato in bagno. Arianna non sapeva cosa fare, consolarlo? Non sarebbe servito a niente, si addormentò. Si svegliò nel cuore della notte, la luce filtrava dalla porta della toilette, Louis era seduto sul water sguardo nel vuoto. Un abbraccio: “Torna a letto.” Arianna si svegliò verso le dieci, di Louis nessuna traccia, lo trovò al bar. il francese cercava di fare il disinvolto: “Cara ordina quello che desideri.” Arianna si attenne alla classica prima colazione: due brioches e cappuccino. Poi: “ Vorrei guidare la DS, io e mia sorella anche se ti sembrerà strano non abbiamo mai pensato di acquistare un’auto, usiamo la Golf di papà.” Arianna impostò il localizzatore satellitare su Olevano Romano, una voce femminile suggeriva la strada da percorrere ma Arianna preferì non giungere subito a destinazione, fermò l’auto su una stradicciola laterale. “Non dare importanza a quello che è successo o meglio non è successo, avrai avuto qualche problema psicologico, penso...” “Dopo la morte dei miei genitori molto è cambiato per me, mio padre patron di supermercati in tutta la Francia guidava il suo aereo privato, non si sa per qual motivo l’aereo è andato a sbattere su una vicina collina, nessun guasto meccanico, molte ipotesi degli inquirenti, nessuna certezza. Da allora la mia vita è cambiata, sono praticamente scappato da Nizza, sono venuto a Roma lasciando le redini delle aziende ad un mio zio, penso che questo sia il motivo…” Giunsero nella villa, Susanna con uno sguardo ammiccante fece capire a sua sorella di non toccare l’argomento sesso. Due sorelle piuttosto robuste: Spera bionda e Fulvia rossa figlie di un contadino  furono ingaggiate per cucinare e per i lavori di casa. Arianna e Susanna acquistarono patriotticamente due Fiat 500 pluriaccessoriate color rosso fuoco del tutto simili fra di loro tranne ovviamente la targa. Louis nelle pagine gialle dell’elenco telefonico cercò fra i medici uno psicoterapeuta, si imbatté in un avviso un po’ particolare: professor Nolasco. Telefonare al numero cellulare‐‐‐‐‐‐. Nessuna indicazione del recapito, anche il cognome era particolare. Al telefono: “Sono il professor Nolasco, mi dica il suo problema.” “Veramente vorrei avvicinarla di persona, al telefonino…” “Niente da fare, non voglio a che fare con pazzi pericolosi.” “Il mio problema è il sesso.” “Venga in via Celimontana al numero 93 oggi alle ore sedici, chieda al portiere del professor José…”Puntuale Louis si presentò all’indirizzo indicato, il portiere, una montagna di muscoli, forse un ex pugile. “Vada al quinto piano, il professore l’aspetta.” Classico arredamento di uno studio medico oltre alla scrivania vari strumenti riguardanti la professione. Louis sdraiato su un lettino  mise al corrente il professore della sua disavventura e la  causa probabile  che l’aveva prodotta. “Mi racconti la sua vita iniziando dalla giovinezza.” Le sedute continuarono ogni settimana per due mesi, Louis assumeva anche dei fitofarmaci fornitigli dallo psicologo. Un pmeriggio il professor Nolasco: “Contatti la sua fidanzata….”  Louis rinverdì la sue prestazioni sessuali ‘magno cum gaudio’ sia suo che di Arianna. Susanna dal telegiornale vide una folla di turisti che visitavano in massa ‘la bocca della verità’, un mascherone incastonato nella parete anteriore di una chiesa. Leggenda raccontava che ai bugiardi che mettevano una mano dentro la ‘bocca’ la mano stessa veniva mozzata, riguardava in articolare la donne fedifraghe. Alcune dame si rifiutavano di fare quella prova, un conto la leggendo ma la verità… La ‘bocca della verità’ fu il soggetto che suggerì la nuova opera delle due sorelle le quali ci aggiunsero il fisico di una ballerino famoso negli anni venti, tale Fred Astaire nel mentre ballava si alzava da terra a braccia aperte. Successo immediato anche per questa opera subito venduta ad un turista straniero di passaggio a Roma. ‘Riprese le penne’ Louis decise di ritornare a Nizza e riprendere la sua vita antequam la morte dei genitori. Lasciò in dono alle sorelle sia la Twingo che la DS con cui fu accompagnato all’aeroporto di Fiumicino. A rivederci o Roma.