Due Ucraine

Adalberto Proietti il pomeriggio di una domenica  piovosa stava guardando distrattamente un programma televisivo quando fu attratto da una trasmissione proveniente dall’Ucraina ma non la solita di distruzione, di morti e di feriti ma dell’interno di una scuola di ballo in cui si stavano esibendo dieci ragazze circa ventenni che si assomigliavano fra di loro tutte alte brune, lunghi capelli, aggraziate, stavano interpretando il ‘Lago dei Cigni’ un balletto di Tchakovsky. Avevano molto stile oltre che esser belle, colpirono la fantasia di Adalberto che da cinquantenne ancora apprezzava la beltade femminile, ovviamente preferiva quella di giovin donzelle, la ucraine erano proprio di suo gusto ma come arrivarci? Si domandò: dov’è finita la tua intraprendenza giovanile, una volta…quale una volta, è vecchio chi si sente vecchio io…” La mattina dopo il tempo si era ‘aperto’, niente più grossi nuvoloni solo qualche nuvoletta innocua che lo spinse ad ‘inforcare’ la sua A.R. Stelvio rossa per recarsi in via Guido d’Arezzo sede dell’ambasciata ucraina raggiunta la quale fece presente al cotale che aveva aperto il portone d’ingresso il suo desiderio di far giungere in Italia due delle ballerine viste in TV la sera prima. “È compito dell’ambasciatore che vado ad avvertire dei suoi desiderata.” L’addetto era un ‘birignao’ forse un omo. “Sono Marc Nazar, il mio attaché mi ha riferito della sua richiesta un po’ particolare, anche se in questo periodo cerchiamo di far espatriare più persone possibili dall’Ucraina per i motivi che lei conoscerà ma con le dovuta precauzioni per evitare…faremo delle indagini sulla sua persona, per le spese occorrono ventimila Euro.” Per Adalberto il danaro non era un problema ma non disse nulla anche se la somma gli era parsa eccessiva, aveva ereditato dalla nonna Vincenza e dalla zia Iolanda denaro in banca, case e negozi a Roma. Riferì all’ambasciatore della sua appartenenza per trenta anni nella Guardia di Finanza rilasciando il suo indirizzo di casa: Villetta Pignatelli, via Appia Nuova e relativi indirizzo telefonico e di cellulare. Dopo venti giorni: “Sono Marc Nazar, Karina e Larysa giungeranno domani a Fiumicino, penso che andrà lei a prenderle, non può sbagliare, si comporti bene!” Figlio di un cane lo aveva preso per uno stupratore! A mezzogiorno del giorno dopo prime ad uscire sulla scaletta dell’aereo le due ragazze raggianti di felicità. “Sicuramente è lei Adalberto Proietti, è come ce l’ha descritto il nostro ambasciatore, che bella macchina, chissà quanto costa.” “Una Alfa Romeo ‘Stelvio’ regalo di una parente, se avete la patente potrete guidarla, per ora una di voi davanti e l’altra di dietro.” La due ucraine si misero a ridere, forse avevano capito un doppio senso. A casa furono ricevute da Gina la cameriera tutto fare e da Oronzo il giardiniere, grandi feste come se si conoscessero da tanto tempo. Le due ragazze avevano con sé una grossa radio e due piccole valige, sistemarono il poco vestiario nell’armadio della camera degli ospiti. Il pranzo tipo romano fu di gradimento di Karina e di Larysa. Dopo pranzo Oronzo le condusse nel parco sia per mostrare loro le bellezze del giardino sia per far lo digerire il lauto pasto. Adalberto: “Domani andremo in via Condotti e dintorni per cambiare il vostro vestiario.” Il giorno successivo aveva appena posteggiata l’auto dinanzi alla boutique Tod’s  si era avvicinato un vigile. ”Sono Larysa ucraina, dovremmo fare un po’ di spese!” Nel frattempo era uscito il titolare del negozio forse in buoni rapporti col vigile. “Va bene ma fate presto.” Quale presto, la due daughters of de beach entusiaste di poter’rimpolpare’ il loro scarso guardaroba fecero man bassa di vestiti, di intimo ed anche di scarpe con gran piacere del titolare del negozio, in questi tempi di magra le clienti danarose erano ben poche! A casa le tre donne provvidero a trasportare il materiale acquistato nella camera degli ospiti, Karina e Larysa presero  sotto braccio Adalberto che già pregustava la giusta ricompensa… E tale fu, dopo pranzo vide giungere nella sua camera da letto le due ucraine sotto il  baby doll…niente. Adalberto non ricordava niente di simile, si trovò in bocca un fiorellino profumato, dolce di sapore e…piangente nel frattempo il suo ciccio, in grande spolvero, veniva posizionato nella bocca di una delle due con conseguente ingoio. La sceneggiata durò sino all’ora di cena, Gina aveva provveduto a preparare il pasto per poi sparire nella dependance che occupava insieme ad Oronzo, sveva compreso quello che poi era accaduto come pure il suo coinquilino. Col  pancino pieno i tre si spaparazzarono sul divano, Adalberto disteso sulle gambe delle due baby carezzato in volto, un quadretto idilliaco. Morfeo consigliò ai tre di rifugiarsi sotto le lenzuola, fu ascoltato, un sonno ristoratore sino alle nove di mattina, quando il  pancino reclamò, fu accontentato da Gina. Karina: “Caro Adalberto conosciamo il significato del tuo nome, vuol dire nobile e come tale ti chiediamo un favore, in un rivista di motori abbiamo visto una macchina inglese la Mini Cooper di color verde, un bijou, chissà se in Italia la vendono.” Dentro di sé Adalberto: “Gran figlia di bagascia certo che la vendono…” “Conosco il concessionario della marca, è a Piazza Barberini, metto il navigatore satellitare.” “Maresciallo quanto tempo, in bella compagnia sono sue figlie oppure…” “Caro Giorgio oppure, desideriamo o meglio loro desiderano un Mini Cooper verde, ce l’hai?” “È quella in fondo al negozio,  ha un solo difetto…” “Ho capito il prezzo, non è un problema anche perché lei sarà cosi gentile da farmi uno sconto sostanzioso.” Sconto fu, Adalberto ricevette tante coccole in verità molto costose. In villa Gina ed Oronzo fecero i complimenti al loro signore, chissà quale ricompensa da parte delle  due signorine. La richiesta avvenne due giorni dopo in camera da letto, Larysa: “Caro in passato  abbiamo partecipato ad un balletto al teatro di Milano, vorremmo ritornare in quella città a rivedere uale ricompensa quale ricompensa.qudelle colleghe…” Ecco il fine dell’acquisto dell’auto, Adalberto malvolentieri non si oppose e così le due ucraine un mattina in Mini Cooper presero l’autostrada per Milano. Diedero loro notizie da Firenze, da Bologna ed infine da Milano centro. Larysa, la navigatrice: “Siamo sotto casa della ballerina Carla Alonso, non appena sistemate mi faccio viva.” Adalberto inutilmente aspettò la chiamata, cercò di rassicurarsi ma a letto non riuscì a prendere sonno. Alle tredici al Telegiornale sulla 2. ‘Due giovani donne malmenate vicino all’Ospedale Niguarda  di Milano ricoverate nel nosocomio, un po’ malconce ma non sono in pericolo di vita.’ La sera al telegiornale della 7: ‘Le due ragazze aggredite a Milano sono ucraine, sono intervenuti i Carabinieri per le indagini, (forse i servizi segreti), le due ucraine hanno riferito di essere state derubate di una radio rice‐trasmittente, vi terremo aggiornati sull’esito delle indagini.’ Al contrario di quanto promesso dal telecronista nessuna notizia di Karina e di Larysa. “Gina e Oronzo vado a Milano con la macchina.” Nessuna altra spiegazione. I due solo dopo la visione del telegiornale che aveva ripreso la notizia senza fornire particolari immaginarono la spiegazione. Nel frattempo Adalberto in autostrada era stato fermato da una pattuglia di Carabinieri  per eccesso di velocità. Si salvò grazie ad una paletta di servizio con la scritta Guardia di Finanza che aveva ‘dimenticato’ di restituire all’atto del congedo. Dietro indicazione di un Ghisa (vigile urbano milanese) prese alloggio all’Hotel ‘Sicilia’ vicino all’ospedale Niguarda. Dinanzi alla porta della camera dove erano ricoverate la due ucraine un Carabiniere che sbarrò la strada ad Adalberto.  Intervenne un brigadiere capo posto: “A che titolo vuol vedere le due ragazze ucraine, sono sotto sorveglianza.Adalberto mostrò i suoi documenti di ex maresciallo G. di F: e raccontò la vicenda delle due ragazze. Il brigadiere dopo averlo perquisito fece entrare Adalberto nella camera, alla sua vista le due presero a piangere: “Karina: “Dì la verità siamo impresentabili, due miserabili ci hanno ridotto così per rubarci la radio…” “Pensate a guarire, resterò vicino a voi sin quando sarete in grado di riprendere la via del ritorno, io sono con la ‘Stelvio’, chi vuol venire con me?” Le due si misero a ridere, pensarono, con ragione, che la vicina del conduttore l’auto avrebbe dovuto pagare pegno…