È molto semplice, Mamo

È molto semplice, Mamo.
La formazione del mondo intendo, Mamo. Io l'ho capito subito come avvenne ed ho afferrato pure la sua origine, Mamo e d'un banale incredibile altro che mistero grandioso, Mamo.
All'inizio un dio gigantesco, annoiato, immortale e stranamente trasparente e no: che s'era scoperto poteri inimmaginabili e non poteva fare niente, Mamo.
Che non esisteva nulla su cui dirigere le sue propensioni, manco uno stupido spettatore intendo, oltre un'immensa cielo desolazione, Mamo e lo stress e la noia ed il senso d'inutile montavano, Mamo, indi in lui la rabbia cresceva, Mamo e diventò incontenibile, Mamo, codesto fermento d'animo.
Incontenibile, incontenibile, incontenibile, tanto d'indurlo disperato e pur di fare qualcosa, ad usare le sue prerogative immense per trasformarsi in bomba, Mamo.
Per diventare un kamikaze e distruggere l'ingiustizia in cui si realizzava inguaiato e fare scoppiare la situazione, Mamo. Talmente odiava questo tutto/nulla in cui stava immerso.
Ed aveva poteri immensi dicevamo, Mamo.
E dunque usò il suo corpo pari laboratorio e si manipolò le strutture chimiche a dovere, Mamo, fino ad arrivare a rompere chissà cosa oltre l'atomo, Mamo ed infine sprigionò il fatal contatto e fu il big bang, Mamo.
Una botta furiosa, Mamo. Durante anni ed anni, Mamo.
Credo nemmeno lui lo sospettasse, Mamo.
E polveri roventi in ogni dove, Mamo ed ammassi incandescenti, Mamo ed importantissimo Mamo, pezzi, ricordiamo immortali, dello sproporzionato essere superiore sparsi dappertutto, Mamo e piano piano i più grossi diventarono il sole e la luna ed i pianeti, eccetera eccetera, Mamo, mentre i piccoli imprigionati dentro detriti in fase di raffreddamento ed assumendo le caratteristiche dell'organo divino da cui il frammento proveniva, minuto previo minuto, sono evoluti dentro un geode, Mamo, chi in rubino, che magari figliava dal cuore, Mamo, chi virando su gallina. Probabile povera discendente di caviglia spappolata, Mamo.
Ed i geodi stavano dentro la roccia, Mamo ed i fiumi erosero la roccia, Mamo e le acque trascinarono grandi sassi a valle, Mamo ed i sassi sbattendo fra loro si frantumarono, Mamo ed i geodi s'aprirono, Mamo e spuntò una scimmia, Mamo e spuntò il seme di betulla e spuntò quello di pino, Mamo e spuntò l'ametista e spuntò la balena e spuntarono l'uomo, la donna, il coccodrillo, la rana e tutti gli altri, Mamo ed ognuno conservando la porzione d'immortalità che la formula del suo pezzo aveva dentro, Mamo.
Ergo alcuni pressoché interamente, Mamo ed altri purtroppo meno, Mamo.
Nella totalità comunque, all'inizio, parti di dio riviste o rigenerate, attraverso il combinarsi con massimo uno o due elementi alla volta e possibilmente dopo fusi sotto vuoto, Mamo.
E solo in seguito spostandosi intorno con le loro possibilità motorie, che poverino colui innescato dai capelli si sa non avrebbe mai potuto mostrare esagerato movimento, cominciarono ad incontrarsi ed alle volte perfino a realizzarsi della medesima specie, pure se un minimo in dei punti ancora diversi, Mamo e furono il sesso, la prole e la società, Mamo.
Organizzata, Mamo, a seconda dei casi, in città o in bosco, in branco, in cespuglio o in stormo.
È filante assai, Mamo, il discorso.
Per me è avvenuto così il fatto creazione, Mamo.
Gli esseri brutti hanno preso che ne so dalle calcificazioni sul colon, quelli belli d'alcune lacrime e sono spiegate pure le differenze inspiegabili, Mamo.
Gli intelligenti dal cervelletto e gli stupidi dai peli delle orecchie, Mamo.
Non c'è soluzione, Mamo e non serve prova, Mamo, infatti al solo permettersi di pensare senza credere l'assoluto. L'assoluto si frantuma, ogni volta, immediatamente in miriadi di pezzettini, Mamo.
E prova migliore di questa non esiste, Mamo.
Non esiste. Non esiste. Non esiste. Mamo.