Elena e Dick Dodicesimo Capitolo

Dick si staccò da lei,  bruscamente, e si girò verso l'uscita dicendo :‐ Non si può, non si deve, porta solo male.‐
​La porta si chiuse dietro di lui ed Elena si ritrovò seduta sul letto attonita con un solo pensiero in testa :‐ Mi ama. Io lo amo e lui mi ama. Perché non vuole ? Perché dice che porta male . Credo di sapere: è perché sono tanto più vecchia di lui. Dieci anni di più sono un'enormità!‐
​I suoi pensieri erano fissi come un mantra :‐ Mi ama, lo amo, mi ama, lo amo.......
​non seppe mai per quanto tempo era rimasta a fissare  la parete spoglia di fronte a lei, vedeva il viso di Dick, come un ologramma. La risvegliò il cicalino del telefono interno dell'albergo:‐ Si‐ rispose‐ dall'altra parte le rispose la voce concitata di Chris :‐ Elena, vieni giù subito ti aspetto alla porta sul retro. Non prendere niente, nemmeno la borsetta. Vieni giù subito ha detto il capo.‐ Non rispose, riattaccò la cornetta e si avviò verso la scala di servizio chiedendosi perché mai Dick la volesse fuori di lì con tanta urgenza. Il retro dell'albergo dava su una strada stretta delimitata da un alto muro a secco, oltre al quale si estendevano alcuni prati e alberi da frutta, dei meli, per la precisione. E più avanti il greto sassoso del fiume turbolento anche nei periodi di magra. Un posto dove nascondersi e vedere se c'erano tipi strani intorno . Sulla destra l'ampio parcheggio dell'hotel era deserto tranne per una piccola utilitaria anonima e comune, al volante trovò Chris :‐ Ti porto in una caserma militare, non aver paura. Non puoi più restare qui, il tuo amico di oggi ti ha fatta seguire ed è probabile che vogliano fare qualche brutto scherzo.‐
:‐ Cosa ve lo fa pensare ? Federico è convinto di aver trovato una compagna di scuola in vacanza. Una benestante che ha solo voglia di divertirsi. Almeno questo è quanto ho voluto fargli credere.‐
​:‐ Non dimenticare che il nostro amico tiene testa alla mafia e a tutte le altre compagnie di gentiluomini che vivono da queste parti. Adesso stai sotto la protezione dei carabinieri, e domani andremo via. Sempre se stanotte andrà a buon fine il piano di Dick.
​:‐ Mi sembra tutto così assurdo! Non ho fatto niente e non ho visto niente tranne il portachiavi di Emiliano. Per così poco non mi pare fosse necessario tutto questo apparato di misteri.‐
​:‐ Hai fatto molto più di quel che credi, intanto siamo riusciti a tirare fuori il lupo dalla tana. Stanotte spero di mettergli le manette e domani ti offro lo champagne.‐
:‐ Cosa avete intenzione di fare?‐
​:‐ Alle due arriverà il convoglio e un carro verrà dirottato sul binario morto, facile che sia pieno di armi, droga e gioielli. Pablo è già alla scalo merci che fa divertire i ferrovieri e raccoglie informazioni. Sai quanto è bravo a fare il finto tonto e il ritardato mentale. Attira le simpatie della gente e senza parere si fa dire tutto quello che vuole.. Grazie a lui abbiamo saputo che Federico voleva farti rapire prima di notte e  il capo ha preso provvedimenti. Che gli hai fatto a quel ragazzo che non è più lo stesso da qualche giorno? AhAhAh....‐
:‐ Secondo te cosa dovrei avergli fatto ?‐
Chris non ebbe il tempo di rispondere perché erano entrati nel cortile della caserma dove vennero accolti cordialmente dal maresciallo capo . La caserma era abitata anche da alcune famiglie dei militi ed Elena fu ospitata nella casa di uno di loro, l'Appuntato Derossi. La signora dimostrò di avere dimestichezza con ospiti imprevisti perché le fece trovare una camera confortevole, ordinata e pulita :‐ Qui si troverà benissimo ‐ le disse con un cordiale sorriso‐ Da questa finestra si vede tutta la valle :‐
​:‐ Fantastico‐ rispose Elena sorpresa dalla vista panoramica‐ Se solo avessi un binocolo ! Le montagne da qui sono meravigliose‐
​:‐ Vado a vedere se ne trovo uno, abbiamo solo oggetti appartenenti all'esercito e i binocoli sono di prim'ordine, ne uso uno anch'io molte volte per vedere su dove abita la mia mamma.‐
​Più tardi arrivarono Pablo e Dick con le pizze calde e le birre fredde come fece notare Pablo. Mangiarono tutti insieme allegramente e i due bambini dell'appuntato non smettevano di fare domande a Elena, tanto che dovette intervenire il padre:‐ Adesso basta, smettetela di infastidire la signora o vi mando a letto.‐ Il più piccolo che stava sulle ginocchia di Elena si voltò verso di lei e l'abbracciò stretta :‐ Digli che non vado a dolmile .‐
​:‐ Va bene, niente nanna stai qui con me. .‐ Rispose lei strizzando l'occhio ai due genitori
​E rivolta verso Dick :‐ Vorrei venire con voi più tardi‐
:‐ Scordatelo, troppo pericoloso andare in giro di notte. Passano i calabroni rasoterra e potresti restare avvelenata ‐
​:‐ Cosa sono i calabloni‐ volle sapere il piccolo
​:‐ Sono insetti che volano bassi e pungono tutto ciò che trovano.‐ Rispose Chris, stando al gioco‐
​:‐ Devo considerarla l'ultima parola ?‐ insistè  Elena
​Dick, la guardò con un velo di tristezza negli occhi :‐ Si, non è il caso di esporsi .‐
​Possibile che la lasciassero fuori gioco proprio nel momento più pericoloso? dopotutto faceva parte anche lei della squadra. Inutile insistere, ormai era  deciso. Arrivo una recluta ad avvisare che gli uomini del maresciallo erano tutti schierati nei punti strategici tra i cespugli di salice che crescevano abbondanti e avevano invaso  lo scalo merci. Gli uomini uscirono. Dick, mentre le passava vicino le strinse la mano. Non aveva bisogno d'altro, tra loro era nato un legame indissolubile. Non avevano più bisogno di parole, bastava un gesto, una semplice stretta di mano per sentirsi vicini.
​ Elena aiutò la signora Laura a riordinare la cucina e a mettere a letto i due bambini che vollero fosse lei a raccontare la fiaba della buonanotte. Dopo due minuti dormivano profondamente e le due donne poterono finalmente raggiungere le loro camere.
Il binocolo che Laura le aveva procurato era un oggetto eccezionale con visibilità uno diecimila ad infrarossi. Si appoggiò al davanzale della finestra, e si rese conto di essere al quinto piano e che soffriva di vertigini. Decise che non doveva assolutamente guardare di sotto, ma solo davanti in lontananza. Mise a fuoco la stazione, e lo scalo merci. Vedeva tutto perfettamente, persino gli uomini che lavoravano sulla ferrovia, gli scaricatori del turno di notte con i loro carrelli e gli addetti alle manovre manuali. Sulla destra, quasi dentro al fiume, distinse tre figure nere che camminavano rasente al muro d'argine, fra i cespugli. Sparirono nell'ombra e non vide più nulla. Il tempo non passava mai . Le undici e mezza, e un treno passeggeri si fermo per pochi minuti, e ripartì verso il Sempione.
​Mezzanotte, un lungo merci, tirò dritto senza fermarsi verso la Svizzera. Poi più nulla.
​Pensò di aver sbagliato sera e orario . Alle due, vide alcune ombre furtive muoversi fra i vagoni fermi in attesa sui binari : vide distintamente Federico e uno dei suoi uomini, quello che l'aveva seguita nel pomeriggio. Solo poche ore fa pensò, e come sta correndo questo tempo immobile.
​ Finalmente, con l'elegante ritardo che caratterizza da sempre le ferrovie italiane, arrivò anche il merci che attendevano.
​Il convoglio si fermò davanti alla stazione e proseguì lentamente verso i binari di smistamento. Vide distintamente un operaio compiere le operazioni di sganciamento di un container dipinto di colore scuro, subito si affiancò un trattore e altri operai lo agganciarono. Il treno ripartì verso Iselle e Briga. Il trattore spinse il container verso l'ultimo binario morto lontano da tutti gli altri . Elena notò che era tutto ciò che rimaneva del vecchio scalo ferroviario portato via dall'alluvione trent'anni prima.
​una volta ripartito il trattore, due gruppi di uomini si avvicinarono : Venditore e Compratore. Chi vendeva e chi comprava ? Peccato non poter sentire le parole della discussione che sembrava molto animata ma c'era chi stava in ascolto molto vicino ai due gruppi e dopo pochi minuti si scatenò l'inferno . Grida, spari, rumori di ferro e fuoco. I carabinieri compirono un lavoro egregio, arrestando  tutti i componenti delle due bande presi con le mani nel sacco o come disse Pablo : con le mani nel barattolo della marmellata.
​Rientrarono che albeggiava, stanchi e soddisfatti di aver finalmente messo le mani sui due delinquenti più pericolosi della zona.
Mancava solo Dick, e alle domande di Elena Chris rispose co un laconico :‐ Lui è un perfezionista e doveva fare ancora qualcosa‐ non ci fu verso di cavargli di bocca nemmeno una parola di più.
​ Nonostante fosse preoccupata per Dick, Elena chiese ai ragazzi se poteva uscire per fare due passi almeno fino alla vicina piazza Chavez. Sicuri che non ci fosse pericolo, Pablo e Chris, dissero che poteva andare ma di stare attenta perché non si sa mai‐
​ Le piaceva la piccola piazza piena d'alberi, ombrosa, dove poteva sedere su una panchina all'ombra e pensare ai fatti suoi . L'assalirono i ricordi. Quante volte aveva percorso le strade d'intorno . Quanti bambini avevano giocato con lei. Il primo fidanzatino, mai più rivisto. Non è vero che il primo amore non si scorda mai, lei lo aveva dimenticato completamente. Lo aveva ricordato perché si fermava sempre sulla panchina, davanti alla grande caserma della guardia di Finanza, che all'epoca ospitava più di duemila finanzieri.<< Adesso è quasi vuota  e lui non ricordo nemmeno se era biondo o bruno>> pensò. Si fermò davanti al monumento a Geo Chavez, il pilota svizzero che fu il primo trasvolatore delle Alpi e che cadde e morì nell'impresa proprio dove ora sorge la piazza. Era assorta nei ricordi e non sentì la mano sporca e pelosa che si posò sulla sua bocca per impedirle di gridare :‐ Adesso, bellezza , tu vieni con noi e stai zitta .‐ Le mostrò un grosso coltello a serramanico credendo di impressionarla. Elena desiderò avere lei il coltello in mano. Sapeva come usare le lame. E questi cosa volevano da lei . Fece cenno che non avrebbe parlato che le togliessero la mano dalla bocca. L'energumeno capì :‐ Se urli ti apro‐
​:‐ No non urlo, ‐ lo rassicurò‐ ma perché ? se e un rapimento non ci sarà nessuno che pagherà per me.
​:‐ Ah Ah Ah, questo è tutto da vedere, vedrai, bellezza che se ti vogliono viva e intera faranno quel che diciamo noi.‐