Elena E Dick Quinto Capitolo

Le scuole avevano riaperto i battenti puntualissime e tutti erano tornati sui banchi, Alan si era trasferito da suo padre, col pretesto di essere più vicino al suo liceo artistico . Cominciava il quarto anno, il più difficile prima di affrontare la maturità. Preparò la valigia, raccolse tutto quel che gli poteva servire e lasciò la sua camera ordinatissima. Un ordine maniacale, non un oggetto fuori posto : letto rifatto, cassetti chiusi e armadio senza un capo fuori posto. Salutò appena le sorelle e la madre, Eugenio lo aiutò a portare giù la valigia e sparirono >> speriamo per sempre<<< pensò Elena, ma era triste. Non disse nulla alle ragazze e si occupò delle solite faccende domestiche . A giorni avrebbe cominciato a lavorare in comune ed era un po' in apprensione. Ne parlò con Serena, la sua migliore amica, mentre mangiavano i deliziosi biscottini alle mandorle profumati di vaniglia e mandorla:‐ Come fai a farli così buoni ? lo so come fai sei una pasticcera nata.  Sono un po' preoccupata per il lavoro.‐
​:‐ Di che ti preoccupi, conosci tutti e tutti ti vogliono bene, il lavoro sarà impegnativo ma ti troverai bene.
​:‐ Speriamo.‐
​Non parlò a Serena di Emiliano. Il corpo del giovane era ancora al laboratorio di medicina legale e non sapeva quando avrebbero fatto l'autopsia.
​Un giorno venne convocata, per il pomeriggio, alla stazione dei carabinieri. Marchetti
​le mandò una convocazione ufficiale per mezzo dell'appuntato Barbaro, su un foglio scritto a macchina e firmato maresciallo Marchetti . Chiese al carabiniere come mai una convocazione ufficiale, ma lui non seppe darle risposta. <<<Cavolo,‐ pensò, Marchetti deve essere impazzito >>> ad ogni buon conto chiese un permesso per il pomeriggio, e le fu accordato senza difficoltà. Visto che doveva essere un incontro
​così solenne si vestì  più elegantemente che potè. Indossò un elegantissimo tailleur pantalone blu pavone di seta e una camicetta di seta ricamata davanti, bianca, sandali tacco dodici di vernice nera e pochette del colore della camicetta. Poco trucco, i capelli, biondo miele, liberi sulle spalle morbidi e ondulati, profumo francese l'ultimo in commercio . Si guardò allo specchio e decise che era in grado di affrontare il mondo.
​Prese l'auto, che usava raramente, e arrivò puntuale all'appuntamento..
​Suonò il campanello  e il carabiniere che la fece entrare finse di non conoscerla:‐ Prego, signora, si accomodi il maresciallo la riceve subito .‐
<<Che diavolo sarà mai successo per trattarmi così >> Marchetti la saluto cerimoniosamente :‐ Buongiorno signora, venga c'è una persona che la vuole conoscere‐
​:‐ Conoscere me, e perché tutto questo mistero?‐ cominciava ad essere infastidita
​Nell'ufficio odore di vecchio, vecchio cuoio delle poltrone, vecchio legno, incerato e impregnato dell'odore del fumo. Per quanto il maresciallo facesse del suo meglio perché fosse tutto pulito e ordinato, la stazione era talmente vecchia e logora che  necessitava di un restauro al più presto.
Su una delle poltrone stava seduto impettito un personaggio che Elena a prima vista non riconobbe. Sapeva di averlo già visto ma non le veniva dove.
​L'uomo si alzò educatamente per stringerle la mano :‐ Sono contento di conoscerla, signora Carli. Ho sentito parlare molto bene di lei ‐
​:‐ Un momento,‐ protestò lei‐ non ci capisco nulla . Intanto chi sarebbe che le ha parlato di me ?‐
​Intervenne Marchetti :‐ Il Signor ministro ha bisogno del tuo aiuto, lo hai riconosciuto vero ?‐‐
:‐  Credo di si, credo di conoscerlo, perlomeno l'ho visto in televisione. Non capisco però cosa vuole da me‐
​:‐ Ha perfettamente ragione, signora, avremmo dovuto essere un po meno misteriosi. il capitano Northam mi ha parlato di lei in termini lusinghieri e non ha esagerato. Così ho pensato che volevo conoscerla di persona perché ho bisogno del suo aiuto.‐
​:‐ Oh questa poi‐ si stupì Elena‐ ci sono migliaia di donne in Italia, perché io ?‐
​:‐ Perché lei è nata in val d'Ossola e, dalle mie informazioni, pare che conosca bene la zona. ‐‐ si rivolse  al milite ‐‐‐ può chiudere la porta per favore.‐
​Quando fu certo che nessuno sentisse si rivolse a tutti e due :‐ Come ben saprete, in questo momento, svolgo funzione di ministro degli interni, e come tale devo occuparmi anche dell'amminstrazione e della sicurezza del paese. 
:‐ Non capisco cosa c'entro io .‐ disse Elena
​:‐ Se mi lascia finire..... Ho un problema alla frontiera con la Svizzera. Si tratta di contrabbando. Non il solito contrabbando di sigarette, caffè, zucchero e cioccolato. No. Pare che stavolta si siano allargati ai diamanti e peggio ancora alle armi. 
Ora, a me serve una persona insospettabile che vada in giro come turista e riferisca a chi verrà con lei tutto ciò che vede.‐
:‐ Non potrei fare la turista in incognito, lì mi conoscono ancora tutti.‐
​:‐ Ragione di più, così le sarà più facile intrufolarsi dove  quella gente passa le giornate.‐
:‐ Un rifiuto non è contemplato  vero ?
​:‐ Credo proprio di no, lei è la persona giusta che ci vuole per questo lavoro. Marchetti le darà tutte le informazioni che le servono e del denaro per le spese che dovrà sostenere.‐
:‐ Mi state facendo un bel favore. Mi troverò in mezzo ai delinquenti, da sola e chissà cosa mi capiterà.‐
​:‐ Non abbia paura, a quanto so lei è una donna coraggiosa e ci sarà sempre qualcuno vicino a lei in ogni momento.‐
:‐ Non sono convinta, e come farò a fidarmi delle persone vicine ?‐
:‐ Le basta Northam ?.‐
​:‐ Ma lo conosco troppo poco e l'ho visto solo una volta ad una festa di compleanno.‐
​:‐ Garantisco io per lui. In questa operazione sarà , diciamo, il suo capo.‐
​Si alzo dalla poltrona ed Elena ebbe come una sensazione di viscido, come un'anguilla che si srotola. >> maledetto,‐ pensò‐ mi ha incastrata perbene.