Elena e Dick Sesto Capitolo

Il segretario, portaborse, si affacciò alla porta :‐ Signore, dobbiamo andare.
:‐ Eccomi, ‐ si rivolse ad Elena‐ Le verrà comunicato entro stasera tutto quanto deve sapere . Le verrà data un avaligia di vestiti, un guardaroba completo. Di personale non dovrà portare nulla, nemmeno un nastro per capelli. Marchetti le darà ulteriori spiegazioni‐ Le baciò galantemente la mano e uscì preceduto dal tirapiedi. 
<<< Maledetto stronzo>>> pensò Elena.
Il maresciallo sorrise sotto ai baffi :‐ Non pensare certe cose, lo sai che è peccato.‐
:‐ A proposito, a che punto siete con il povero Emiliano ? ‐ lo interruppe, più interessata alla morte dell'amico che ai fatti nuovi.
Purtroppo stanno venendo fuori cose inaspettate. Pare che avesse una doppia vita e a tempo perso trafficasse d'armi con gli svizzeri.
:‐ Credo di aver capito, è per questo che devo andare in vacanza al confine elvetico . Quello che non capisco perchè proprio io. Non riesco a capacitarmi.
:‐ Hanno scelto te perchè sei una donna intelligente, sei originaria dellOssola e conosci tutta la valle. Sanno tutto di te, perfino quante volte sei andata da casa alla città. Dovrai prendere il treno alla stazione più vicina a casa tua. Ti accompagnerò io con la macchina di Barbaro. Nella valigia troverai tutto quel che necessita per una settimana trucchi compresi. Scenderai al grand hotel e farai la vita della turista. Visiterai il Duomo e farai qualche fotografia, andrai a vedere le cappelle del Sacro Monte Calvario, scatterai anche li alcune foto, e così via. Di monumento in chiesa ti avvicinerai al quartiere Cappuccina e per caso entrerai nel bar più frequentato della zona, Si chiama bar del Corso. Lì è possibile che incontri uno dei capi del gruppo . E' sensibile al fascino femminile e non ti sarà difficile farlo parlare. Di tutto cio di cui verrai a conoscenza informerai chi incontrerai per caso al bar della stazione dove ogni sera andrai a prendere l'aperitivo. Consumerai la cena in albergo per essere al sicuro. 
:‐ Incidentalmente , solo per puro caso, ho un lavoro e anche due figlie. Che faccio con loro. Le metto in frigo fino al mio ritorno, e le scongelo al mio ritorno?
:‐ Nulla di tutto ciò. Le tue ragazze sono grandi e ci sarà una signora che si occuperà del loro benessere finchè tu sarai lontana. In questa busta c'è del denaro, che dovrai spendere generosamente ma non troppo. Insomma dovrai dare l'impressione di essere abbastanza ricca ma non spendacciona. Capisci cosa voglio dire ?‐
:‐ Mi sembra assurdo, vado in un posto dove ancora metà della popolazione mi conosce e l'altra metà veniva a scuola con me‐
:‐ Meglio. Se qualcuno ti riconosce lo saluti cordialmente felice di rivedere un veccio amico e ti farai accompagnare in giro così darai meno nell'occhio . Tutto chiaro ?
:‐ Si tutto chiaro, al diavolo anche il ministro . E se mi capita, diciamo, un incidente ?
:‐ Non ti succederà niente e lunedì sarai a casa sana e salva . Nel frattempo, noi, cioè le forze dell'ordine , avremo arrestato i delinquenti‐
In che avventura era stata catapultata ? se lo chiedeva tornando a casa. La morte di Emiliano aveva avuto l'effetto di un orso in un alveare, le api erano uscite e stavano ronzando tutto intorno.
Preparò la cena. Gina e Tania erano già a casa e stavano ascoltando i Pink Floyd a tutto volume, le chiamò con l'unico sistema che funzionava con loro : Spense il giradischi. Tutte due protestarono vivamente ma lei non ascoltò ragioni :‐ Ragazze, datemi retta due minuti mentre ceniamo. Devo assentarmi per una settimana. Mi hanno offerto un lavoro e devo andare a vedere di persona di che si tratta. Partirò domani pomeriggio, e tornerò lunedì prossimo al massimo martedì. Verrà una signora ad occuparsi di voi così sarete tranquille. Adesso mangiate altrimenti l'insalata caprese si fredda‐ nessuna delle due rise alla battuta :‐ Devi proprio andare ? chiese Gina. :‐ Ed è tanto lontano dove vai ? . Domandò Tania.
:‐ Andrò in Toscana a Grosseto ‐ Le dispiaceva mentire così spudoratamente , ma non poteva dire la verità. 
La valigia arrivò ed era molto pesante, fortunatamente aveva le ruote. La trascinò in camera sua e l'aprì per verificare il contenuto.
Vestiti eleganti, biancheria intima, calze e scarpe. Un piccolo fornitissimo beauty case e alcune paia di scarpe . Tutto esattamente della sua misura.
Il mattino successivo si presentò una signora di mezza età, dall'aspetto gioviale e sorridente ma capace di dare ordini come un sergente. Elena si sentì tranquillizzata dalla sua presenza :‐ Le mie figlie saranno al sicuro con lei .‐
:‐ Lo credo bene mi occupo sempre di giovani nel mio lavoro .
Elena aveva indossato un elegante completo con gonna svasata a disegni pied‐poule, camicetta di seta avorio e giacca in tinta unita sui toni del marrone che ben si adattava ai colori della gonna. Avevano pensato a tutto, perfino una boccetta di profumo francese talmente costoso che Elena non avrebbe mai osato spendere tanti soldi .Prese il treno all'ora stabilita nella stazione indicata dalle istruzioni. Un facchino l'aiutò con la pesantissima valigia, e trovò posto nello scompartimento di prima classe del vecchio treno. Era tutto vecchio, il treno, la stazione e la linea ferroviaria. Fu un viaggio  da incubo come sempre. Per raggiungere Domodossola, da Santhià ci volevano almeno tre ore o più a seconda dei giorni. Quel giorno la sua buona stella la seguì e a Borgomanero restarono fermi solo mezz'ora, contro l'ora e mezza solita. A Gravellona Toce, fece una sosta di pochi minuti, ma fino a destinazione era ancora lunga ed entrò in stazione che cominciava ad imbrunire. Domo si trova in una vallata alluvionale dove quattro fiumi si incrociano e si uniscono a formare il Toce. Le Alpi Pennine si stagliano minacciose tutto intorno coperte di castagni, sono montagne friabili come biscottini e la loro friabilità è dovuta alle numerose morene lasciate dal ghiacciaio che fino a meno di cinquemila anni fa le copriva . Il sole tramonta presto dietro le creste rocciose e le sere sono lunghe e malinconiche.
Elena sentiva sempre quel senso di malinconico languore, fin da bambina . Le piaceva, la sera, sdraiarsi sul muretto che circondava la casa paterna e li guardare il volo degli uccelli era un momento magico  . A volte, una leggera foschia saliva verso l'alto e i monti diventavano blu, specialmente in autunno e d'inverno, uno spettacolo che pochi, come lei, erano in grado di apprezzare.
Scese dal treno e si guardò intorno come se fosse la prima volta che vedeva la stazione dove aveva passato i suoi primi anni, quando usciva da  scuola e andava con le amiche a vedere i treni internazionali che arrivavano dalla Svizzera, soprattutto le signore elegantissime che scendevano per fare due passi e sgranchirsi un po' le gambe , e perché no' respirare a lungo dopo aver percorso la galleria del Sempione quasi sempre al buio.
Chiamò un facchino che l'aiutasse col bagaglio :‐ Devo andare al Grand hotel, è molto lontano ?‐ chiese ‐‐ :‐ No ‐ rospose l'uomo con forte acceto ossolano‐ ma con questo bagaglio le conviene un tassì‐
:‐ Grazie si prenderò un taxi‐ 
In hotel era attesa e fu ricevuta col dovuto cerimoniale, Non c'è nessuno più ruffiano del personale degli Hotel, specialmente quelli di lusso. 
Diede la mancia al facchino e anche al cameriere  e cominciò a togliere i vestiti per metterli nell'armadio ma fu subito raggiunta da una cameriera che si occupò di sistemare tutto.
Fece una rapida doccia per togliersi di dosso l'odore del treno e scese nella grande elegantissima sala da pranzo.
il maitre l'accompagnò al tavolo e fu servita la cena. Filava tutto liscio,per ora. Al tavolo vicino al suo un distinto signore con scritto in fronte ' uomo d'affari' la guardava con insistenza e aveva ben di che guardare . Era splendida. L'abito da sera che aveva trovato fra i vestiti era un capolavoro di pizzi e trine modello Positano originale di colore cangiante dal verde acqua al blu pavone, sandali d'argento e pchette uguale. Le stava d'incanto. L'uomo le fece un cenno col capo, per salutarla ma lei in quel momento era la regina e la regina non risponde alla plebe. 
In quel preciso istante entrò Chris, elegantissimo in smoking azzurro.
Si avvicinò con la solita sfacciataggine :‐ Lei permette, vero signora,
che ceni con lei‐ I l maitre esterrefatto stava per cacciarlo e lei gli fece cenno di no :‐ Prego si accomodi, ho giusto voglia di chiacchierare un po'‐
Il ragazzo rise a bassa voce e intavolò un discorso  senza senso pieno di battute divertenti. Aspettò che il maitre e il cameriere fossero di nuovo vicini per presentarsi :‐ Sono imperdonabile non mi sono presentato‐ si alzo con un inchino stile James Bond‐ Mi chiamo Christian Bergman sono svedese in vacanza.‐
:‐ Elena‐ rispose lei senza enfasi‐ parla molto bene l'italiano‐ si complimentò
:‐ Grazie ho una certa predisposizione per le lingue ‐
La cena procedeva nel migliore dei modi e fingendo di non conoscersi si accordarono per andare,  l'indomani, a visitare il Sacro Monte Calvario.
Elena si senti sollevata daslla presenza del giovane e finse di non vedere l'occhiataccia di disapprovazione del cameriere. Ma come una signora, per quanto bellissima, non poteva stare  con uno che avrebbe potuto essere suo figlio. Le venne da ridere ma si trattenne e  mantenne il suo contegno più che dignitoso. Al momento di lasciarla, Chris sussurrò :‐ Domattina incontrerai il capo. Ci aspetta alla terza cappella.
Si scabiarono un cordiale buonanotte e ognuno si chiuse nella propria camera. Un cameriere sospettoso la stava tenendo d'occhio nel timore che finissero nella stessa camera con grande scandalo per tutto l'albergo.
L'indomani mattina la temperatura si era notevolmente abbassata e tirava vento . Non tanto, ma abbastanza per dare fastidio. Non esiste un giorno che la vallata non sia spazzata dal vento . Le vallate laterali si comportano come porte aperte e la città è sempre in mezzo alla corrente d'aria.
Elena indossò un paio di jeans blu  e una maglietta bianca e sopra un giubbotto bello caldo e  scese nella hall dove Chris l'attendeva .
Andarono in una pasticceria, che Elena ricordava benissimo, e trovarono cornetti caldi e bomboloni alla crema e cappucino. Quando uscirono ebbero la gradita sorpresa di sentire che il vento si era calmato. :‐ Meno male‐ disse la donna‐ così potremo fare tante fotografia in santa pace.‐
:‐ Adoro fare foto‐ ammise il ragazzo‐ ma ho paura che dovrò starti lontano . L'importante che tu sappia che noi siamo sempre nei paraggi. Tra poco torno in albergo, lascio la stanza facendo sapere a tutti che con te è andata buca. Come sai è difficile che lascino entrare Dick, c'è ancora tanto di quel pregiudizio in giro.‐
:‐ E' vero‐ ammise lei‐ ci vorranno anni  prima che ci sia la parità di diritti fra bianchi e neri anche se siamo abbastanza aperti.‐
Camminarono per qualche minuto fino alla prima cappella, in puro stile barocco, fatiscente,con le statue lignee piene di polvere e ragnatele :‐ E' un peccato che non le tengano un po' in ordine ‐ disse Elena mentre scattava qualche foto.
Ogni cappella è diversa dalle altre, sono tutte in muratura e hanno il tetto coperto da beule le pietre locali.  Le statue sono di legno e i volti del Cristo e della Madonna esprimono grande drammaticità , le facce dei soldati hanno espressioni cattive, arcigne e piene d'odio. Suscitano un grande impatto emotivo.
Salirono fino alla terza e trovarono Dick, seduto sul muretto a lato della chiesetta :‐ Bene arrivati, vi aspettavo con ansia, Elena ?‐
:‐ Tutto bene , ieri sera a cena, al tavolo vicino al mio c'era uno che sembrava interessato‐
:‐ L'ho visto , e se tu avessi visto lei non avresti avuto dubbi sulle intenzioni del tipo‐ risero tutti e tre anche se un'ombra era passata sul volto del capitano. Sentiva una punta di gelosia, di cui non era del tutto consapevole. Aveva trentadue anni, poca esperienza di donne, non sapeva esattamente cosa gli stava capitando . Lei gli sembrava la donna più bella che avesse mai visto,  ma aveva ancora nella mente il film ' Indovina chi viene a cena' con Sidney Poitiers. << meglio se le sto alla larga >> pensò. Lo riscosse la voce di Chris :‐ Io vado . Torno in albergo, pago il conto e faccio il figlio di papà annoiato.‐
:‐ Mi raccomando non cacciarti nei guai‐ lo ammonì il suo capo. Il ragazzo rise :‐ Stai attento tu piuttosto, ti lascio con una bellissima signora, trattamela bene.‐ La baciò sulla guancia :‐ Sparisci, ragazzaccio ‐ disse lei
Ripresero a camminare Elena e Dick verso la sommità del monte, e Chris, quasi correndo in discesa verso l'albergo​