Elena e Dick Undicesimo Capitolo

Dopo pranzo, Federico la invitò a fare una passeggiata nel bosco di castagni che circondava la villa :‐ E' rimasto tutto selvatico come in origine, ci sono alberi con più di duecento anni‐ ne parlava con orgoglio, quasi fosse merito suo se vivevano così a lungo.
:‐ Posso raccogliere le castagne?‐ 
:‐ Non sono ancora mature, le raccoglierai a fine mese e saranno al punto giusto.‐
Il sentiero saliva a zig‐zag seguendo le sporgenze della montagna 
per qualche centinaio di metri, fino ad una fonte d'acqua sorgiva . Formava un piccolo laghetto molto bello e nulla faceva supporre che fosse stato costruito ad arte. A lato, alcuni sassi disposti con precisione, formavano un sedile comodo, dove riposare al fresco e godere della pace serena del luogo. Tutto intorno macchie di gigli d'acqua, gialli e bianchi, cespugli di rosa canina bianchi e sfumati di un rosa tenue luminoso in fase di sfioritura autunnale, un soffice tappeto erboso circondava piacevolmente tutta la radura circostante fino ad un'area attrezzata a pic‐nic. :‐ La prossima volta, se la temperatura lo permetterà verremo qui a fare merenda.‐ Disse lui. Elena era incantata da tanta bellezza :‐ Meraviglioso, assolutamente bellissimo.
:‐ Sono contento che ti piaccia. Vengo spesso qui, mi piace stare tranquillo quando devo prendere delle decisioni.‐ cambiò repentinamente discorso‐ Ti è piaciuto il pranzo ?‐ Domanda banale e fuori luogo, alla quale la donna rispose :‐ Era tutto delizioso. Hai tanto personale in casa ?‐ Capiva che lui voleva andare a parare su discorsi banali per motivi suoi e decise di stare al gioco
:‐Ho una decina di coadiuvanti tra cuoco camerieri, governante e uomini della sicurezza.‐ 
:‐ Della sicurezza ?‐ si stupì lei
:‐ Si, sono quelli che stanno giocando a nascondino fra gli alberi, non dirmi che non te ne eri accorta.‐
:‐ No. Certo che no, come potevo pensare di essere sorvegliata. Credevo che il nostro fosse un incontro amichevole .‐il suo tono era risentito, solo in apparenza perchè si era resa conto fin dal principio, quando era scesa dalla macchina, che tutto intorno nascosti fra gli alberi c'erano uomini armati. Aveva fatto finta di nulla .
:‐ Che necessità hai di una scorta armata ?‐
:‐ Hanno già tentato più volte di farmi fuori e devo cautelarmi.‐
Scesero alla villa :‐ Vorrei andare in albergo, se hai voglia di accompagnarmi. Devo telefonare alle bambine e mettere un po in ordine le mie cose.‐ 
:‐ Perchè non ti fermi qui con me, posso mandare a prendere le tue cose, staresti meglio che in albergo.‐
:‐ Grazie dell'offerta. Quando ho deciso di fare questa vacanza è stato principalmente perchè desideravo stare sola. Ho fatto ala turista per un giorno e poi ho incontrato te. Non è quello che desidero, credimi. Ultimamente non è stato un bel periodo.‐
:‐ Vorrei farti divertire e vedere cose nuove. ‐
:‐Grazie, davvero, sei gentile. Mi ha fatto tanto piacere vederti, e in altri momenti ti avrei detto di si con entusiasmo, ma non ora. Ho bisogno di riordinare le idee‐
:‐ Capisco. Ti riaccompagno in città ma ci vedremo ancora. Stanotte ho da fare ma da domani ..... non ti darò tregua.‐ >> spero di nò‐‐pensò Elena‐‐ domani forse andrò a casa e mi auguro che tu vada in galera.>> Guardandosi intorno mentre visitava la casa aveva scoperto un particolare che aveva subito collegato a Emiliano. Dentro ad uno svuota tasche di porcellana aveva visto il portachiavi che il ragazzo portava sempre con se, si trattava di una giraffa d'argento che un artigiano aveva fuso per lui e per la sorella . La macchina non era stata ritrovata, ma il portachiavi lo aveva Federico. Era inconfondibile. Doveva dirlo a Dick, doveva parlargli. Le mancava da morire. 
:‐Sei diventata silenziosa, che pensi ?, la giornata ti ha annoiata ?‐
:‐ No, tutt'altro, è stato tutto piacevole. Stavo pensando a come tutto torna e si ripete, pensavo a noi da piccoli. Siamo diventati adulti e problematici.‐
:‐ Già, soprattutto problematici. Ecco, principessa siamo arrivati. Sei sicura di voler stare da sola ? ‐
:‐ Grazie di tutto, stare con te è stato molto piacevole‐ > non hai nemmeno tentato di mettermi le mani addosso‐ pensò‐ e ti sono grata per questo>
Le aprì la portiera e l'aiutò a scendere. Si lasciarono con una cordiale stretta di mano, e lui ripartì senza fretta.
Il portiere le porse le chiavi e un biglietto :‐ Hanno telefonato per lei stamattina, un signore da Vinovo, un certo Chris.‐
:‐ Meno male, spero gli abbiate trasmesso il messaggio.‐
:‐ Certo, signora
:‐ Non ha lasciato messaggi per me ?‐
:‐ No, il biglietto lo ha portato un fioraio.‐
:‐ Un fioraio ?
:‐ Si uno di quei ragazzi di colore che vendono fiori al cimitero‐
:‐ oh madre de Dios !
Salì in camera piena di curiosità. La sorpresa l'attendeva sdraiato sul suo letto addormentato.
Dick, stava dormendo come un angioletto e lei lo lasciò dormire finchè non si svegliò da solo :‐ Sei arrivata, ti aspetto da ore‐
:‐ Hai dormito per ore ‐ rise lei‐ voglio vedere come fai ad uscire adesso. Perchè sei qui ?‐
:‐ Perchè volevo vederti, stanotte ho un lavoretto da fare e se mi scappano i cavalli rischio di non vederti più‐
:‐ Cosa vuoi dire ?‐
:‐ Un container carico d'armi sta per arrivare e prima di domattina dobbiamo eliminarlo. La tua informazione era esatta. ‐
:‐ Stai attento, ti prego, vorrei venire con te‐
:‐ Non se ne parla, è troppo pericoloso. Tu mi servi viva, e quando sarà finita questa storia andremo a cena col primo ministro.‐
:‐ Che noia‐ alzò gli occhi al cielo‐ dobbiamo proprio‐
:‐ Mi sa di si‐
:‐ Ho una notizia per Marchetti, se lo senti. So dov'è il portachiavi della macchina di Emiliano, probabile che chi lo ha ucciso sia uno degli uomini di Federico se non lui medesimo.
:‐ Questa sì che è una notizia. Trovate le chiavi troveremo anche la macchina. Le hai prese ?‐
:‐ Certo che no ! Mi avrebbe scoperta. Le ho lasciate nell'ingresso della villa su un tavolo dentro un vassoio di porcellana. Come ti muovi stanotte ?‐
:‐ Aspetterò che il treno arrivi e che spingano il vagone sul binario
morto. Quando tutto sarà tornato tranquillo Pablo, Chris, e io agiremo. Se senti il botto saranno i fuochi artificiali
:‐ Ti prego stai attento, sono già preoccupata abbastanza.‐
:_‐ Vuoi dire che ti preoccupi per me ?‐
:‐ Certo che mi preoccupo.... io....io... ti voglio bene. ‐ Ecco, lo aveva detto, si aspettava che lui si mettesse a ridere (sei troppo vecchia per me ), 
Lui la prese per le braccia costringendola a guardarlo negli occhi :‐ Sei sicura di quello che dici, ti rendi conto‐
:‐ Certo che so quel che dico, capisco che possa darti fastidio, vista l'età, ma.....‐
:‐ Io ti amo, sei il mio primo amore e sai cosa comporta questo ? Comporta il disprezzo dei tuoi conoscenti e forse anche dei tuoi figli, e tu ti preoccupi per qualche anno in più o in meno. Sei bianca e io sono nero, questo mi preoccupa .‐ Lei gli mise le braccia intorno al collo :‐ Chinati.‐‐ disse‐‐ e baciami e al diavolo il resto.‐