Giardino di Boboli

7.6.06

Firenze, Giardino dei Boboli: sola con il mio libro. Così credevo: sei arrivato per cercare di distogliermi dalla lettura, per farmi alzare gli occhi e guardare. Te; il paesaggio. Mi piace da matti il modo in cui mi scompigli i capelli, spostando la frangia sopra gli occhi.

 

Hai capito. Non avevo intenzione di alzare lo sguardo. Per fortuna non te ne sei andato. Gironzolavi, sparivi, ricomparivi. Carezze sui fianchi, come sai che mi piace.

 

Sei rimasto così per ore. Pensavo che saresti stato il primo a stancarti, ma sono stata io la prima: mi sono alzata e ho sceso la grande scalinata. E tu a inseguirmi. Mi hai superato. Con forza cercavi di farmi tornare indietro, di farmi tornare sui miei passi. Non eri il solo ad avere motivi per essere arrabbiato: avrei lasciato quel posto e te.

 

Ora, sul treno. Non mi hai abbandonato. Cerchi di starmi vicino. Sento la tua presenza. Silenziosa, ma pur sempre presenza.

 

Sei fantastico: vento!