Heloisa

Alberto romano dè Roma era titolare di una  farmacia in via Due Macelli, era anche esportatore di prodotti farmaceutici in Brasile. Febbraio, Carlos il suo corrispondente a Rio de Janeiro lo aveva invitato per il prossimo Carnevale, Alberto era indeciso se accettare l’invito, quindici ore di volo gli sembravano eccessive, forse la sua era solo pigrizia, i suoi viaggi avvenivano solo in auto una Jaguar X Type. “Carlos, sono Alberto, ho deciso di accettare di venire a RIo, consigliami il nome di una bell’albergo dove alloggiare.” “Hotel Atlantico Time, ti troverai bene, c’è anche il ‘coperto’.” Alberto capì al volo quello che l’amico aveva voluto intendere. “Io di ‘coperte’ ce ne ho tante a Roma, vorrei vedere la sfilata per il Carnevale che di solito guardo in TV, tra due giorni sarò a da te.” L’aereo del Pan Am partì da Fiumicino alle sette, dopo un volo delle previste quindici ore atterrò all’aeroporto Santos Dumont, sgranchitesi le gambe, Alberto recuperò i bagagli e si diresse verso i taxi gialli in attesa di clienti. Si avvicinò al primo sperando che l’autista prendesse lui le due valige ma il senhor rimase al suo posto. Alberto per evitare storie le caricò lui stesso ma come inizio…”Albergo Atlantico Prime.” L’autista si girò indietro per guardare in viso il passeggero, Alberto comprese che aveva fatto uno sbaglio nel dire albergo al posto di hotel, aveva fatto capire che era straniero e quindi gli poteva esser chiesto un compenso maggiore. Infatti il tassinaro si guardò bene dal far scattare il tassametro e partì piuttosto lentamente e così per tutto il viaggio. Alberto comprese che il cotale voleva fare il furbastro per fargli sborsare una cifra superiore al dovuto ed infatti giunti dinanzi all’albergo, senza muoversi dal suo posto l’autista: “Senhor duecentquaranta Reais.” Alberto si fece i conti, considerando che un Euro valeva poco meno di cinque Reais, il conto totale in Euro  era quarantotto Euro. L’autista stava per prendersi un biglietto di cinquanta Euro senza nemmeno un ‘Gracias’, Alberto si inalberò: “Chi cacchio era sto imbecille da far il prepotente, scese dal taxi, e si recò in albergo dove chiese l’aiuto di un facchino, scambiò i cinquanta Euro in Reais e tornando al taxì. Recuperate le valige porse all’autista duecento quaranta Reais. “ “E la mancia?” “Allora stronzo parli italiano!” “A me nessuno ha mai dato  dello stronzo!” “C’è sempre una prima volta nella vita!” Alberto si allontanò ridendo seguito dal facchino con i bagagli. Una rapida cena e poi in camera. Fu svegliato la mattina da una telefonata di Carlos: “Ti chiedo scusa, preso dal lavoro non ho pensato di venirti a prendere all’aeroporto, sto venendo al tuo albergo.” Carlos era il classico tipo sud americano, non molto alto con baffetti e basette lunghe. “Meu amigo è un piacere rivederti, andremo a casa di un’amica mia a vedere dopodomani la sfilata del Carnevale, non ti avvicinare troppo a lei, la tua fama di conquistador de mulheres ti ha preceduto, stavo scherzando, io sono un comunista in fatto di sesso quel che è mio…” Alberto sorrise, pensava che l’amica di Carlos fosse una racchia, quando mai,  una regina di bellezza più alta del suo fidanzato e dal sorriso accattivante. “Eu sou Daiana, prazer.” “La mia ragazza capisce l’italiano ma lo parla poco.” Daiana abitava al piano rialzato di un palazzo in una via del Sambodromo, perfetta per la visione della sfilata del giorno dopo. “Alberto, io rientro a casa mia, ormai c’è troppa confusione nelle strade per rientrare tu in albergo, Daiana potrà ospitarti, è anche una buona cuoca sempre se ami i cibi piccanti!” Carlo era stato abbastanza esplicito praticamente nell’offrire la ‘compagnia’ della sua fidanzata al suo datore di lavoro, Alberto malignamente pensò che dovesse nascondere qualche magagna contabile… ‘A pensare male si fa peccato ma spesso  ci si azzecca!’ Alberto aveva pensato al simpatico Andreotti. Infatti la contabilità presentava qualche buco, la cifra non era molto alta ed Alberto ci passò sopra pur facendo rilevare l’ammanco a Carlos che ringraziò sentitamente. Daiana aveva cucinato piccante come previsto da Carlos: Feijoada un pot pourri di carne, Picana salsicce, Queijo Coalho formaggio, vino Brut Terroir Rosè ed Ananas finale. “Per mangiare ancora dovrò aspettare il prossimo giorno.” Daiana sorrise ed invitò Alberto ad una passeggiata digestiva. La fidanzata di Carlos prese sotto braccio Alberto che riuscì a sentire la durezza di una tetta della ragazza. ‘Ciccio’ si svegliò ma ovviamente senza successo. Rientrarono in casa all’imbrunire, Alberto prudentemente si era portato appresso una valigia con l’abbigliamento per la notte, gli servì perché Daiana senza problemi apparve nuda, un nudo tipo statua di Prassitele, meravigliosa, ‘ciccio’ stavolta ebbe fortuna per quasi tutta la notte, una notte da ricordare! Niente prima colazione, nella mattinata  inizio della sfilata con carri e donne molto belle, affascinanti e sorridenti, ballerine provette, un spettacolo! Alberto notò una ragazza che sfilava, era diversa dalle altre, non solo non sorrideva ma quasi non muoveva il corpo, in lei c’era qualcosa che non andava. Alberto con l’animo del buon Samaritano, scese in strada seguito da Carlos e si avvicinò alla ‘menina’, “Domandale perché è tanto triste rispetto alle altre, dovrebbe essere un giorno di festa anche per lei.” Carlos non ebbe modo di tradurre la frase in portoghese che la ragazza rispose in italiano: “Conosco la sua lingua, mio zio era un italiano, non mi va di proseguire la sfilata, se vuole vengo con lei.” Un chiaro invito ad uno sconosciuto, la baby doveva avere grossi problemi. Giunti a casa di Daiana un po’ di imbarazzo da parte di tutti. “Sono Heloisa, vi sarà sembrata strana la mia richiesta, guardando il signore ho avuto subito fiducia in lui, mi trovo un una situazione particolare, per ora sono troppo sconvolta e…affamata,scusate la sincerità.” Heloisa era davvero affamata, chissà da quanto tempo non mangiava. Sistemato il pancino chiese di andare in bagno, poco dopo riapparve senza trucco in viso e chiese alla padrona di casa di potersi togliere il costume di Carnevale. Daiana la accompagnò in camera da letto e le fece indossare un suo vestito. La ragazza apparve in tutta la sua bellezza e signorilità fasciata in un tubino nero, aveva anche molto stile, Alberto  guardava affascinato i suoi bellissimi occhi verdi, grandi. tristi, i lunghi capelli neri sparsi sulle spalle, un amore a prima vista? Heloisa parve rasserenata, Alberto si domandò quali potessero essere le cause della sua ambascia ma, tutto sommato non era per lui importante conoscerle, già aveva in mente un suo piano.  La prese sottobraccio  ed uscì in strada, l’atmosfera era più coinvolgente, l’allegria contagiò i due, Heloisa si strinse ancora di più ad Alberto guardandolo in viso con un sorriso, finalmente! Dopo una settimana la sfilata ebbe termine, restava il problema di Heloisa che non aveva chiamato nessuno dei suoi parenti, segno evidente che c’era dell’astio reciproco ed allora il romano dè Roma: “Che ne dici cara di fare per qualche giorno la turista a Roma?” “Amo le antichità, accetto con entusiasmo, non è che sei sposato o fidanzato o altro.” “Niente legami, libero come l’aria, sin ad ora…” Ad Heloisa si riempirono gli occhi di lacrime, forse era il suo sogno segreto che era stato realizzato. Bacio cinematografico dinanzi ad un pubblico plaudente. Anche Carlos era contento, forse era un po’ geloso, altro che comunista in fatto di sesso! A Roma Alberto aveva avvisato del suo arrivo il portiere Claudio affinché sua moglie Ottavia (era l’ottava di otto figli) mettesse in ordine il suo appartamento al quinto piano di via Due Macelli sopra la farmacia. Claudio era il nome perfetto per il portiere infatti quando camminava claudicava per un incidente stradale occorsogli anni addietro. Alla vista di Heloisa rimase basito.”Ah Claudio sveglia, siamo stanchi dopo quindici ora di aereo.” Claudio rinvenne, caricò le valige in ascensore e, per mancanza di spazio salì con i bagagli al quinto piano, quando anche Alberto ed Heloisa vi giunsero la casa era tutta illuminata a giorno, la ragazza la percorse tutta ridendo: “È una reggia…e tu sei il mio re!” Come inizio niente male, Ottavia aveva preceduto i desiderata di Alberto preparando una cena alla romana ben gradita dai due che, causa la stanchezza finito di cenare si rifugiarono sotto le lenzuola sino alla dieci del giorno successivo. Il primo ad alzarsi fu Alberto che si recò un cucina e messa in funzione la macchina del caffè su un vassoio ed una tazzina piena del liquido fumante si recò nella stanza da letto. Solleticate le nari, Heloisa aprì gli occhi. “Per me è tutto un sogno!” “C’è una canzone italiana che recita ’Son prigioniero di te, prigioniero di un sogno, di un magnifico sogno che non mi lascia più.’” Non fare quella faccia triste, non abbiamo problemi, nessun ostacolo, i mei quarant’anni non mi pesano,  mi sento ringiovanito vicino a te.” “Voglio metterti al corrente del mio passato: ho ventitrè anni,  sono stata fidanzata con un mio coetaneo che ho dovuto lasciare perché  si drogava, mia madre, morto mio padre  si è risposta ed il cotale ha provato a violentarmi…immagina quello che ho provato, sono scappata di casa ma non potevo mancare alla sfilata organizzata da un mio amico, fortunatamente ho incontrato te un angelo salvatore!” “Non mi incensare troppo sono un vecchio zozzone, spero….” “Mi sono innamorata di te, per te farei qualsiasi cosa!” “Io preferisco il buio della notte, stamattina andiamo in via Condotti per rimpinguare il tuo guardaroba. I due apprezzarono il pensiero di Ottavia che aveva pensato bene di preparare un altro pranzo per i …novelli sposi, fu ben ricompensata. L’arrivo della ragazza era stato notato dai maschietti del palazzo che pensarono che forse la cotale, essendo  brasiliana non avrebbe avuto problemi a elargire le sue ‘grazie’ anche ad altri. La cosa fu riferita da Claudio ad Alberto che  non la prese bene, poteva essere motivo di grane anche con le signore e quindi…lampo di genio: “Claudio ti prego di non dirlo a nessuno ma Heloisa è un transgender, acqua in bocca mi raccomando!”Acqua in bocca a Claudio? ‘A couple of balls’, il giorno stesso tutti gli abitanti del palazzo erano al corrente della novità. Quando Alberto incontrava dei coinquilini era soggetto a battute di spirito: “Dottore la vedo camminare storto ha qualche dolore?” o frasi del genere. Alberto se ne fotteva altamente,  solo lui si godeva delle sue ‘grazie’ alla faccia degli invidiosi maligni!