I cugini di andrea

Ubaldo M., geometra, era dipendente dell’Ufficio della Protezione Civile di Messina. Trentenne, scapolo, amava la vita e soprattutto le belle donne. Adorato figlio di Elisa V. vedova abbiente, era stato ’dotato’ dalla madre di un appartamento di lusso ubicato su una traversa del viale S.Martino, appartamento visitato spesso da ex compagne di scuola, da amiche e spesso anche da signore che, oltre al fisico del giovane ne apprezzavano la prodigalità. Tutte avevano in comune la bellezza, per Ubaldo le bruttine erano deprimenti. Voglioso di novità chiese una licenza per visitare la Fiera di Milano. Giunto nel capoluogo della Lombardia si sistemò in un albergo vicino alla Fiera, per questo più costoso, per evitare di far lunghi tratti di strada a piedi o con mezzi pubblici, era decisamente un pigrone, l’unica ginnastica che praticava era quella sul letto. Girando svogliatamente fra i vari padiglioni, dinanzi a quello argentino, ‘Argentina Detergo’, fu attratto dalla ragazza che dava delle spiegazioni a coloro che si interessavano di quel ramo ed anche a non interessati al prodotto ma a lei. Ubaldo, come altri maschietti rimase basito, incantato, trasognato, stralunato tutti aggettivi che si addicevano perfettamente all’espressione del suo viso che fu notato dalla signorina la quale ‘esplose’ in una risata argentina. Solita frase di addetta ai lavori: “Posso esserle utile?” Ubaldo ripresosi: “Dipende, io non mi intendo di prodotti di pulizia ma potrei invitarla a cena all’Albergo Reale dove alloggio.” “Sono Andrea, accetto l’invito ma qui si chiude alle ventiquattro.” “L’aspetterò nella mia suite, alla concierge chieda di Ubaldo M.” Cosa può aver fatto ‘sballare’ Ubaldo lui che di donne ne aveva conosciute in quantità? Una dea greca scolpita da Fidia o da Prassitele: di altezza superiore alla media aveva un volto molto particolare con grandi occhi verdi, bocca favolosa e naso piccolino, le tette da quel che si poteva intravedere si potevano definire ‘favolose’ per non parlare delle gambe da miss mondo, piedi da far felice un feticista. Ubaldo si fece portare in camera del pesce, dell’insalata ed un ananas. Assopitosi fu svegliato dal cicalino del telefono: “C’è una signora che chiede di lei.” “Per favore l’accompagni al mio alloggio.” In pigiama e con vestaglia di seta blu Ubaldo faceva la sua porca figura che fu apprezzata da Andrea che apprezzò anche il finto baciamano. “Ho mangiato solo un panino e…” “Portiere la signora che si trova nella mia stanza desidera mangiare qualcosa.” “Veramente la mensa è chiusa, dovrei…” ”Le chiedo questo favore, scelga lei il cibo, sarà ben ricompensato.” Andrea aveva portato con sé un trolley da cui prelevò una camicia da notte ed una vestaglia stile giapponese. Il portiere bussò poco dopo alla suite: “Signore ho fatto quello che ho potuto, mi chiamo Ambrogio.” “Grazie Ambrogio per lei un caffè.” Il caffè doveva essere piuttosto costoso perché Ubaldo aveva messo in mano al portiere un centone. Mercurio dio protettore di Ubaldo, da sempre pagano, doveva essere distratto perché non aiutò il suo adepto in quanto Andrea, usato il bagno: “Sono stanca morta è da stamattina…” , si sdraiò sul lettone, poco dopo dormiva. ‘Ciccio’ la prese male, già pensava a… decise di vendicarsi e al primo approccio del suo ‘padrone’ con una femminuccia avrebbe scioperato. In seguito ci ripensò, ci avrebbe rimesso anche lui! Andrea si svegliò alle dieci. “Cara non pensi che il tuo datore di lavoro…” Andrea rispose in spagnolo: “El proprietario de la empresa se llama Apolo es mi novio.” Ubaldo ricambiò in latino: “Res sic stantibus…” Si misero a ridere ambedue, avevano il senso dello humour. Andrea accompagnò Ubaldo dentro la fiera sin al suo padiglione, la ragazza lo presentò al’novio’ il quale non fece una grinza né alcuna domanda sulla notte passata dalla ‘novia’ lontana da lui e: ”Domani chiude la Fiera, io sarò impegnato a rispedire tutto in Argentina, Ubaldo ti prego di occuparti tu di Andrea, ci rivedremo al tuo albergo.” Evviva, Ubaldo aveva avuto via libera dal ‘novio’, senza mostrare alcun segno di contentezza prese sottobraccio la ragazza. Passando dinanzi a tanti maschietti sentì su di sé sguardi di invidia. Lo stessa cosa nella sala mensa dell’albergo, Andrea ordinò il pranzo a base di aragoste, calamari in brodetto, gamberi arrosto ed una ‘cofana’ di insalata mista, vino Riesling, Ubaldo si aggregò alla mangiata. In camera: “Caro ho le mestruazioni, devi accontentarti di un ‘mamada’ in italiano pompino.” E così fu, solo che furono due con gran gioia di ‘ciccio’.Si fece vivo per telefono Apolo. “Ho concluso un buon affare con una ditta romana, Andrea fatti accompagnare da Ubaldo a casa sua a Messina, mi farò vivo io al tuo telefonino.” A quel punto per Ubaldo sorsero i problemi: la cosa migliore era quella di far alloggiare Andrea a casa sua ma c’era un ma, un grosso ma. Sua madre Elisa, religiosa e puritana, accettava che fra uomo e donna ci fosse solo il fidanzamento o il matrimonio, una convivenza l’avrebbe presa molto male siccome lei teneva i cordoni della borsa…Altro problema, la vecchia abitava in una villa di sua proprietà a Rometta Marea ma talvolta veniva a trovare il figlio a Messina senza preavviso ed aveva le chiavi della abitazione, peggio di così. Ubaldo si rivolse ad Alberto M. suo collega di ufficio ed amico per sbrogliare la faccenda. Alberto: “Sei fortunato, nel mio palazzo c’è un appartamento in affitto, la padrona è in ospedale con un tumore, i nipoti hanno messo un cartello ’affittasi’ però vogliono millecinquecento Euro al mese e due mensilità di anticipo.” “Alberto mi interessa l’appartamento per una mia amica argentina, paga tu tutte le spese, al mio arrivo ti rimborserò.” All’aeroporto di Reggio Calabria ‘.0.Tito Minniti’ c’era in attesa Alberto con la sua Fiat Tipo piuttosto spaziosa e nient’affatto costosa. Inutile dire che anche il buon Albertone rimase folgorato dalla bellezza di Andrea. “Non mi avevi detto che la ragazza era una gran gnocca!” “Che vuol dire gnocca?” “Ragazza molto procace.” Passato lo stretto di Messina col traghetto, sotto casa Ubaldo ed Alberto scaricarono le valige e le trasportarono nell’appartamento affittato in verità bello ed accogliente. Alberto si ritirò in buon ordine, Ubaldo speranzoso…”Caro ho fame, c’è qui vicino un ristorante?” “Certo che c’è, si chiama Panyllo ed è all’incrocio con viale Europa, è abbastanza vicino.” All’entrata del locale, ai maschietti tutti uscirono gli occhi fuori dalle orbite, Ubaldo conosceva il capo cameriere: “Salvatore questa è Andrea la mia fidanzata, fatti onore.” “Provvedo subito dottore.” Per i gusti o meglio per le speranze di Ubaldo la cena era più lunga dei suoi desiderata, finalmente…” “Dottore questo è il conto, vuole la ricevuta fiscale?” “Salvatò lascia perdere la parte tributaria, abbiamo mangiato bene, qui ci sono duecento Euro, a presto.” Salvatore fece un inchino sino a terra, cento Euro di mancia! In casa Andrea disfece le valige, dopo una doccia, in camicia da notte ridottissima raggiunse Ubaldo a letto: “Caro ho le mestruazioni, ti devi accontentare di un pompino” E il pompino fu ma restava il desiderio di altre prestazioni ben più consistenti. Dopo una settimana, azzerata la scusa delle mestruazioni: “Caro devo dirti, ho qualcosa in più rispetto alle femmine, sono un trans.” e mise in mostra un uccello niente affatto piccolo. Ubaldo ebbe un’espressione tra lo sbalordito e lo stupefatto, mai si sarebbe immaginato!” Se hai problemi aspetterò Apolo per rimborsarti i soldi dell’affitto di casa, non ti preoccupare, esta es la vida.” Ubaldo non riuscì a dire altro: “A presto” senza specificare quando ma non riusciva a tenere il segreto per sé e bussò alla porta di casa di Alberto. “Cos’hai, mi sembri stravolto.” Ubaldo riferì all’amico ed alla moglie Anna la situazione, p due coniugi si misero a ridere: “Scusa ma a te cosa importa.” “Ci avevo fatto un pensierino, Andrea mi piace moltissimo ma che succederà se ci troviamo insieme…” Alberto cattivello, “Ti troverai ‘la gatta nel carbone’ di tedesca memoria, va a casa tua e chiarisciti le idee, inutile dirti che la notte…” La notte non portò alcun consiglio ad Ubaldo che preferì farsi prescrivere dal medico cinque giorni di malattia per un mal di pancia tra l’altro effettivo. Alberto ed Anna aveva basato il loro rapporto alla massima sincerità ed anche questa volta: “Dì la verità ti piacerebbe…sono sincera anche io…” I due coniugi si guardarono in viso senza parlare, avevano deciso di effettuare l’esperienza con Andrea che, nel frattempo, non stava a guardare nel senso che riceveva varie telefonate da Milano per un appuntamento. Pensò bene di accattivarsi le simpatie del portiere che, come tutti i portieri che si rispettano sapeva i fatti di tutti gli inquilini delle tre scale. “Signor … le devo chiedere un favore, devono venire a trovarmi dei miei cugini di Milano, le sarei grata che indicasse loro il mio appartamento, questi per un caffè.” Cento Euro! La signora se la doveva passare bene. “Mi chiami Nando, sono di origine romana, sono a sua disposizione.” Il primo ‘cugino’ era un avvocato del foro di Milano, tipo smilzo, sguardo penetrante, viso da furbacchione; sicuramente aveva ‘assaggiato’ le prestazioni di Andrea e le aveva apprezzate tanto da intraprendere un viaggio in aereo sino all’aeroporto di Reggio Calabria, traghetto e poi da Messina un taxi. In portineria c’era, more solito, Nando che teneva sotto controllo la situazione. “Devo andare dalla signora Andrea.” “Quinto piano, io stavo per andare a prendere un caffè…” “Il caffè glielo pago io.” L’avvocato tirò fuori un centone ma Nando: “Il caffè lo prendo molto dolce…” Altro centone passò nelle sue mani, l’avvocato mormorò a se stesso: “A Messina lo zucchero costa troppo!” Uguale sorte di un cummenda milanese che, avendo paura di volare usò il treno. Stessa scena con Nando che sperò che ci fossero tanti cugini che andavano a trovare la signora Andrea. L’ultimo cugino era una cugina: donna tracagnotta, capelli corti, espressione del viso ‘corrusca’, vestita con tailleur pantaloni, non abboccò alle richieste di Nando: “L’appartamento me lo trovo da sola!” Nando rimase perplesso, la signora aveva lo stile della lesbica, cosa andava a fare a casa di Andrea? Un interrogativo senza risposta. Si fece vivo Apolo: “Sto stipulando dei contratti un po’ in tutta Italia, verrò a prenderti appena possibile; immagino che riceverai tante richieste degli ‘amici’ milanesi, se ne hai abbastanza cambia telefonino, a presto.” Andrea seguì il consiglio del ‘novio’ e così non ricevette più nessun a richiesta da parte dei cugini milanesi con gran scorno di Nando che si era abituato a ricevere sostanziose mance. Andrea si annoiava, un pomeriggio andò a trovare Alberto e Anna che le fecero una gran festa: “Io e mio marito…” “Ho capito, mi siete stati simpatici sin da quando vi ho conosciuto che vuol essere il primo?” Alberto guardò in viso la moglie, prese sotto braccio Andrea e si diresse in camera da letto. Dopo un passaggio nel bagno tutti e due sul letto matrimoniale. Andrea aveva già in posizione il suo ‘ciccio’ cosa che spaventò un po’ Alberto. “Non ti preoccupare se non ti va per te sarò solo donna.” E si mise in bocca il ‘coso’ di Alberto e dopo il suo orgasmo se lo passò nel sedere. Alberto, per curiosità, prese in mano il ‘cosone’ di Andrea, era la prima volta che toccava un membro che non fosse il suo, nessuna sensazione particolare, non era portato per l’omosessualità. Anna aveva seguito dallo spiraglio della porta tutta la scena; uscito il marito si ‘fiondò’ in camera da letto e sul lettone prese a baciare in bocca Andrea, voleva godersi a fondo quell’avventura particolare. Andrea ricambiò con piacere, non le capitava spesso di avere a che fare con femminucce, dalle labbra passò alle tette di Anna per poi approdare su un fiorellino vogliosissimo e ben lubrificato, l’immissio penis fu piacevolissimo per ambedue, Andrea sfoderò la sua arma segreta, la sollecitazione del punto G di Anna che fu molto sorpresa da un piacere intenso, profondo mai provato con suo marito, rimase a gambe aperte piacevolmente senza forze. Andrea fu ricambiata delle prestazioni con una cena preparata da Anna che evitava di guardare Alberto in viso, non sapeva come classificare quel suo approcciò con un trans, gli sembrava di aver cornificato il congiunto. La situazione ebbe uno svolgimento imprevisto: Ubaldo in profonda crisi personale, innamorato pazzo di Andrea andò a trovarla e le propose di sposarla. Andrea nell’atto di nascita risultava di sesso femminile e così c’era pure scritto nel suo passaporto. Dopo un po’ di complicate pratiche burocratiche presso l’Ambasciata argentina, Andrea ben felice della situazione, convolò a giuste nozze con Ubaldo con ricevimento nella villa della madre a Frascati. Tutti gli amici invitati compreso Nando che non si sa per qual motivo era commosso, forse gli mancavano i cugini di Andrea! Apolo aveva appreso la notizia da Andrea per telefono, come al solito non fece una grinza, in Argentina ed anche in Brasile di trans ne avrebbe trovati a non finire, fece gli auguri ad Andrea e riprese la via del ritorno. Finale solita frase: tutti sapevano di tutto ma ovviamente si facevano i fattarelli loro, Alberto ed Anna talvolta usufruivano delle prestazioni particolari di Andrea, servivano a rinsaldare il loro matrimonio diceva lei…