Il Ferroviere

Gregorio quella mattina di luglio non aveva alcuna voglia di andare in servizio, sui treni  controllava i biglietti dei viaggiatori, si doveva imbarcare a Messina per finire il suo servizio a Catania. Volente o nolente si ‘buttò’ giù dal letto e, dopo le solite abluzioni a mezzo della Cinquecento raggiunse la stazione dove posteggiò, attese l’arrivo del convoglio, salutò il capo stazione suo amico, si sedette su uno strapuntino di una carrozza e, alla partenza del treno iniziò il giro di controllo. Faccia da: ‘voja de lavorà sartame addosso, lavora tu pe mè che io non posso’, cappello sulle ventitré iniziò il giro: “Signori biglietto prego…” Quella mattina pareva che tutto il vecchiume si fosse imbarcato su quel convoglio, ovviamente Gregorio si riferiva a persone di  sesso femminile però all’ultimo scompartimento si appalesò una signora favolosa: gli occhi nocciola ed il viso della dama si dimostravano disponibili, accattivanti, seducenti, incantevoli, conturbanti e  fecero avvertire al controllore emozioni erotiche tanto piacevoli quanto mai provate prima di allora.  Doveva aver atteggiato il suo viso a stupore tanto che la signora si mise a ridere: “Se ha finito di fotografarmi le voglio dire che non ho il biglietto, mi sono imbarcata sul convoglio mentre partiva e non ho fatto a tempo ad acquistarlo, sono disponibile…” Alberto si era ripreso e col solito senso dello humour: “Finalmente una signora che si dichiara disponibile, anch’io per quel che  che posso…” I due si misero a ridere attirando l’attenzione degli altri viaggiatori incuriositi. “Gentile signora sono costretto a stilare il verbale altrimenti mi accusano di omissione di atti d’ufficio, non le farò pagare la sanzione pecuniaria che, se me lo permette sarà a mio carico, vorrei…” “Non si esprima su quello che vorrebbe, il suo viso parla da solo, sbaglio o  si sente un maschio alfa dominante, l’uomo che non deve chiedere…” “Peto, promitto e iuro vogliono sempre l’infinito futuro.” “Un ferroviere istruito anche se ha sbagliato il primo verbo, anch’io ho frequentato il classico, son d’accordo con lei, vuol dirmi qualche altra sua preferenza?” “Non mi prenda in giro per quello che sto per dirle: non amo le femminucce con i capezzoli e le grandi labbra scure, i piedi larghi, lei come…” Sicuramente sono di suo gradimento,  stiamo per arrivare, io scendo…” “Anch’io e…” “Le posso dare un passaggio.” “Io non saprei dove andare, dovrei tornare a Messina ma se lei…” “La posso accompagnare a casa mia così prima di ripartire potrà rinfrescarsi.” Una Mini verde Clubman era posteggiata nel piazzale della stazione di Catania con tanto di contravvenzione sul parabrezza. “Io sono Gregorio.” “Io  Greta, preferisco pagare la contravvenzione piuttosto che impazzire a trovare un posteggio. Andremo nella mia villa situata prima di Aci Castello, a parte l’aria condizionata, che non amo potrà stare al fresco sotto gli alberi del giardino.” Durante il viaggio la gonna corta e trasparente di Greta era risalita lasciando intravvedere un bel paio di cosce ed anche degli slip color rosso. “È consuetudine vestire di rosso  durante le feste di Natale, lei fa eccezione.” “Io e mio marito siamo un eccezione alla regola, mi sembra che anche lei…” “Vorrei darti del tu, mi sembra che abbiamo molto in comune, anche io e mia moglie Monia…” “Bene faremo un bel quartetto, prova a chiamarla col cellulare, se ti va potrai restare a pranzo da noi.” “Monia a Catania fa un caldo infernale, più che a Messina, ho conosciuto una signora che mi ha invitato a casa sua vicino ad Aci Castello, ha invitato anche te, se vuoi puoi raggiungerci in auto, quando sei fuori di Aci Castello chiamami, Greta ti darà spiegazioni per raggiungerci.” Dopo circa due ore: “Caro sono fuori di Aci Castello in direzione Catania.” “Monia sono io che ho invitato tuo marito, dopo un chilometro sulla sinistra c’è una villa, è la mia, fuori c’è scritto il mio nome Greta, non puoi sbagliare.” Monia non si sbagliò, con la sua Jaguar X Type si fermò dinanzi al cancello, suonò il campanello e subito le fu aperto il varco. “Caspita una Jaguar, mi sa che le ricche di famiglia siamo noi femminucce!” “È la verità cara Greta, in macchina mia moglie ha oltre al navigatore satellitare anche la televisione ed altri optional che solo lei sa far funzionare.” ”Vedo dal passo spedito che tua moglie ha lo stile della volitiva, un po’ mascolino ma piacevole, non mi piacciono le femminucce apatiche.” “Hai ragione, io evito di contraddirla ma ci vogliamo bene ed andiamo d’accordo.” Dopo  l’abbraccio di rito, Greta a Gregorio: “Caspita te la sei trovata proprio affascinante, un gran pezzo di…con l’augurio che tu non sia un  marito geloso, anzi…” Quell’anzi mise sul chi va là Gregorio, poteva voler dire tante cose ma si impose di non far tanti sofismi, era o non era un anticonformista! Damiano, marito della padrona di casa giunse  in bicicletta, era un impiegato dell’ufficio postale di Aci Trezza ma era un naturista convinto,  questa teoria d’estate non era molto favorevole al signore, era tutto sudato, un giovane alto un metro e ottantacinque dal viso piuttosto infantile.“Caro questi sono Gregorio e Monia gente simpatica che ho conosciuto da poco, vatti a fare una doccia e poi vai in cucina, Matilde ha lasciato il pranzo sul tavolo.”  “Tuo marito sa di avere una moglie ricca? Compragli almeno un motorino!” “Per lui potremo ritornare all’età della pietra, un po’ di allenamento non gli farà male, l’unico difetto è che un po’ troppo amico di Bacco.” “In questo campo posso accontentarlo, da una ditta vicino a Reggio Emilia mi faccio spedire un Lambrusco favoloso, la prossima volta ve ne porterò uno scatolone. Vorrei domandarvi come passate le serate, siete un po’ lontani dalla città, avete degli amici?” “Abbiamo degli amici un po’ particolari ed anticonformisti, spero che lo siate anche voi non vorrei…” “Cara Greta, io e mio marito siamo per la libertà assoluta, se qualcosa non la condividiamo ci asteniamo dal farla, voi seguitate ad agire come vostra abitudine.” “Domani sabato è prevista a casa nostra una festicciola, vi invito a rimanere in villa sin quando lo vorrete, siete i benvenuti.” Gregorio  telefonò al suo capo, ottenne venti giorni di licenza. Matilde come cuoca dimostrò di essere all’altezza come pure Gabriele il cameriere; Gregorio e Monia si consideravano in vacanza, il dolce far niente… Alle diciannove del sabato giunsero gli invitati Leonardo e Milena gli amici dei padroni di casa, lui di media statura sempre sorridente, lei altezza superiore alla media, sembrava una modella, signorile nello stile. Milena dopo aver preparato la cena depositata sul tavolo del salone augurò a tutti un buon week end e dopo un ‘buon divertimento’ sottolineato da un sorriso sparì dalla circolazione. Quel ‘buon divertimento’ e l‘anzi’ precedente furono ben interpretati da Gregorio cui pervenne una proposta da parte di Greta: “Come ti dicevo con i nostri amici facciamo dei giochini erotici: a tavola maschietti e femminucce nudi con un grembiale per coprire le pudende e poi, dopo pranzato ognuno segue i suoi desideri in campo erotico senza limitazioni di sorta.” E così fu solo che a Gregorio quella nudità femminile, anche se coperta, fece un effetto immediato, ‘ciccio’ sentendo odore di… alzò in tutta la sua altezza la testa lasciando imbambolato il padrone che fece una smorfia strana captata da Greta che: “Vedo che il signorino non ha delle pruderie, caro non aver problemi sia io che Milena siamo disponibili, Monia può arrangiarsi come vuole.” Le due signore si presero cura di ’ciccio’ nel senso che se lo contendevano in bocca e poi sia anteriormente che in posteriormente, Gregorio non aveva mai provato in vita sua tanto godimento. Leonardo e Damiano dimostrarono di essere dei ‘cuckold’ e cominciarono a masturbarsi, poi si avvicinarono a Monia che,  forse presa dall’atmosfera erotica imitò le due dame mettendo a disposizione dei due signori il buchino anteriore. Anche le cose piacevoli…Esaurita la ‘furia’  sessuale i sei presenti si abbandonarono sui divani esausti ma felici delle sensazioni provate, specialmente Gregorio e Monia, per loro era stata una novità particolarmente piacevole. Leonardo, gioielliere,  dimostrò la sua signorilità omaggiando Monia di una collana di perle con un profondo bacio finale, per lui era un arrivederci, la signora era stata molto di suo gradimento. I due messinesi erano in villeggiatura, insieme agli amici frequentavano la spiaggia vicino alla loro villa, il sabato sempre dedicato ai giochi erotici cui erano stati invitati anche altri conoscenti. Passati i venti giorni di licenza Gregorio: “Amici miei: la favola breve è finita come pure le mie vacanze, qualora veniste a Messina sarete nostri graditi ospiti anche se non abbiamo una villa a disposizione, casa nostra è ‘ parva sed apta nobis’, Greta capisce il latino. Nel viaggio di ritorno Monia chiese al marito di guidare lui la Jaguar, non c’era pericolo che sbagliasse strada, una gentile voce femminile dava indicazioni precise, c’era poco traffico,i due giunsero in breve tempo in via Cola Pesce.  A Gregorio venne in mente il vecchio adagio  ’casa mia casa mia, benché piccola tu sia tu mi sembri una badia’, apprezzò il silenzio delle mura amiche, un silenzio riposante dopo la vita tumultuosa degli ultimi giorni che aveva lasciato il segno nella loro mente. Il padrone di casa si gettò tutto vestito sul letto, occhi chiusi, braccia dietro la testa. “Almeno togliti le scarpe…” tuonò Monia, anche lei segui Gregorio sul talamo, nessuno dei due pensava al sesso, ne avevano fatto una scorpacciata ed in stile fuori delle loro abitudini. Il lunedì Gregorio tornò al lavoro, gli avevano cambiato servizio, era stato designato al servizio di controllo treni dentro la cabina delle segnalazioni, lavoro impegnativo che lo teneva lontano dai recenti ricordi. Per circa quindici giorni nessuna novità, casa lavoro, lavoro casa solo il sabato una pizza, i coniugi avevano perso il gusto del sesso quando. “Caro durante la tua assenza una novità, mi ha telefonato Leonardo, dovrebbe passare per lavoro a Messina e vorrebbe invitarci a pranzo al suo albergo, dovrebbe venire domani, non gli ho dato la conferma perché non conosco i tuoi turni di lavoro.” Gregorio ‘er guardiano del Pretorio’ di Carosello memoria malignò: come aveva fatto il catanese a conoscere il loro indirizzo ed il numero telefonico del cellulare di Monia? La consorte fu sincera come d’abitudine: “Prima di partire ho messo in tasca di Leonardo un mio biglietto da visita, mi aveva fatto capire che mi aveva apprezzato moltissimo e che avrebbe voluto rivedermi, ricordi la collana di perle? Come tutte le femminucce amo i gioielli e Leonardo in quel campo…” Il signore si presentò in via Cola Pesce con una Lexus che impressionò Gregorio che di auto se ne intendeva, costava un sacco di soldi. “Mes amis, per essere sincero mi siete rimasti nel cuore e non solo…Penso sinceramente che siate persone affidabili e serie per cui mi mostro per quello che sono: in inglese di dice cuckold, forse il nome proviene dal cuculo che come sapete è un uccello che depone le sue uova nei nidi degli altri uccelli, fatto sta che amo guardare mia moglie mentre fa sesso con un altro, questo per rompere la routine e per provare eccitazione in modo diverso ma noi rimaniamo uniti come coppia. A casa di Greta  ho provato sensazioni sessuali con Monia mai avvertite prima, madame mi sei entrata nel cuore e nell’anima forse il concetto è esagerato ma risponde alla verità, vorrei fare qualcosa di tangibile per voi, ad esempio che ne direste di avere un’abitazione di duecento metri quadri, c’è un gioielliere messinese che sta fallendo, è mio debitore, è proprietario di una casa in via XXVII luglio,  vuole trasferirsi al nord, che ne pensate di un trasloco con l’acquisto anche di nuovi mobili ovviamente tutto a mie spese? “Ho sempre considerato le donne più sagge dei maschietti, lascio a Monia la decisione.” L’interessata rispose con un lungo bacio sulla bocca di Leonardo che fu felice e frastornato, sicuramente si era innamorato della signora. Altra licenza per Gregorio che in una settimana si sistemò all’ultimo piano di un edificio in via XXVII luglio, si vedeva tutta Messina. L’inaugurazione avvenne in una giornata piovosa di novembre, Leonardo e Milena giunsero in auto, in po’ fradici entrarono in casa di Gregorio e Monia. “Non ci abbracciamo altrimenti vi bagnamo, ci andiamo a spogliare nella camera degli ospiti. I vestiti di ricambio erano rimasti in auto e pertanto Leonardo e Milena si presentarono nel salone in déshabillé, lei in slip e reggiseno, lui in slip. “Sono un po’ infreddolita, Gregorio avvicinati, andiamo sul divano e fammi da termosifone.” Il padrone di casa con ‘ciccio’ arrapatissimo non se lo fece ripetere due volte, preferì dedicarsi prima alla ‘gatta’, anche lei su di giri la cui padrona cominciò a miagolare lungamente, il cunnilingus di Gregorio stava facendo il suo effetto anche sul padrone di casa che si ritrovò in bocca un ‘nettare degli dei’ che servì anche a far scivolare facilmente ‘ciccio’ nella vagina di Milena sino al collo dell’utero,  uno spruzzo di sperma  portò Milena ad uno orgasmo pazzesco che fece risvegliare i sopiti spiriti sessuali di Leonardo che si infilò  nella’ gatta’ di Monia rimanendovi a lungo per finire nel favoloso ‘popò’ della padrona di casa. Dopo un lungo post ludio: Gregorio: “Amici miei ho una fame da lupo parlo di fame di cibo perché di ‘cocchia’ ne ho avuto abbastanza, non sapete che cos’è la cocchia? Con un po’ di fantasia ci arriverete! Monia attingeva a piene mani nella valigetta dei gioielli di Leonardo mostrando  a  tout le monde les bijoux conquistati col… sudore della fronte.