il grande amore

Precipitava. La pietra leggera precipitava nel fuoco che bruciava l’amore che non gli apparteneva.
Aveva visto il suo futuro in uno specchio: le avrebbe tagliato la gola per il suo continuo rinfacciargli le colpe. Era logico, naturale, che l’acqua delle sue promesse non riuscisse a trattenere i desideri latenti: libertà e amore. Il grande Amore dei suoi sogni.
“Mi lascerà presto”. Aveva fiutato il dubbio in un universo che ormai aveva assunto un aspetto manifesto: era una pietra fredda, una pietra che cercava di riscaldare con tutta la sua ardente passione. Invano.
Sapeva che era cambiata, e il vento che era sorto dall’indifferenza calpestava i suoi sentimenti: aveva cominciato a fare l’opposto di ciò che diceva, ignorando le leggi che regolano i rapporti umani.
Cominciò a gridarle il dolore che gli palpava le ossa, l’aprirsi del giallo e del nero nell’intimo del cuore.
Le regalava lacrime cucite su foglie e boccioli di rose d’oro; le regalava sospiri cesellati su onde marine, sussurri e dolci parole scritte su raggi di luce.
Ahimè, le sue mani erano sempre vuote e senza calore. Le sue parole erano secche, indifferenti e silenziose. Di un silenzio lento, morbido e terrificante. Lui continuava generosamente a dare, a dare, sempre a dare. Speranza e disperazione, disperazione e speranza erano ormai le uniche compagne della sofferenza di Pietro.
Il tradimento gli fu palese quando Lei incominciò a masticare le parole di scusa per le frequenti assenze. Anche i pensieri più dolci non erano immuni dal sospetto.
Nulla e niente modificava la situazione creatasi e la corda troppo tesa cominciava a sfilacciarsi. Aveva deciso. Sicuro. Inutile aspettare il ritorno del figliol prodigo.
Un sorriso metallico gli si stampò sulla bocca: desiderava disegnarle un fiore rosso sul petto. Meglio, forse, una collana rosso rubino. Le donava di più.
Pietro usò un pennello da cucina mentre lei alzava le braccia alla finestra per sollevare
le tende e salutare il suo nuovo desiderio.
Pietro le regalò sia il fiore che la collana.