Il Mio Paese

Tema da svolgere a casa agli alunni: ‘Il mio paese.’ Il professore di italiano non aveva dimostrato gran fantasia nello scegliere l’argomento del tema, in ogni caso era piuttosto facile parlare di luoghi comuni per uno studente che frequentava la quinta ragioneria dell’Istituto Leonardo da Vinci a Roma. Era il caso del nostro ‘ eroe’ che, diciannovenne era un bel ragazzo, alto un metro e ottanta, sempre ben vestito, simpatico a colleghi e colleghe di scuola, che guidava una Fiat Abarth 550, frequentava la pista di Go Kart di Ponte Galeria, era tifoso della Roma e la domenica si ‘mischiava’ fra i tifosi ultra? Uno dei tanti solo un po’ più scuro di pelle ma era un particolare non importante ma, qualora  si fosse chiamato, come effettivamente si chiamava Kamil proveniente da famiglia nigeriana? C’erano in giro alcuni  cog…ni di estrema destra del circolo Casa Pound che odiavano gli stranieri soprattutto quelli di lingua araba alcuni dei quali, una volta incontratolo in una via oscura di Roma avevano tentato di malmenarlo ma male gliene  incolse in quanto Kamil portava sempre con sé sempre un ‘nunchakun giapponese consistente in tre pezzi di legno collegati con una catena, molto efficace se maneggiato da uno pratico come Kamil. I cotali in futuro si sarebbero ben guardati di rinnovare le loro aggressioni se  avessero rincontrato il giovane. Perché il padre Jamal insieme alla consorte Alaba aveva lasciato la natia Nigeria per rifugiarsi venticinque anni prima in Italia?  Motivi politici che però, in quanto proprietario di pozzi petroliferi non gli avevano mutato lo stile di  vita da riccone. I tre abitavano in via del Foro Italico. Jamal si era assuefatto da subito al vivere all’occidentale, per le sue scappatelle erotiche si era affittato un bilocale in via Ruggero Fauro mentre la moglie, molto ligia  alla religione islamica seguitava ad indossare il Niqab quando usciva di casa, unica eccezione quando col marito si recava al teatro dell’Opera di Roma, Jamal era un patito dell’Opera. Kamil  nell’espletare il tema ‘Il mio paese’ tralasciò completamente il suo di origine che, fra l’altro conosceva solo come lingua e da quello che da piccolo gli era stato descritto dalla madre ma riferì la vita che conduceva a Roma da perfetto integrato nel sistema occidentale. Fra l’altro non amava molto le ragazze musulmane integraliste per un semplice motivo: per ‘combinarci’ qualcosa se le doveva sposare, situazione da lui aborrita in senso totale! Ma ci sono sempre le eccezioni anche se non volute. Vicino al suo istituto scolastico c’era in via Cavour una scuola di liceo scientifico  frequentato  anche da pulselle degne di approccio,  una in particolare aveva colpito Kamil che corrispondeva ai suoi canoni: era una giovane alta, longilinea,  abbigliata in nero, l’aveva notata allorché era andato a trovare un amico all’Istituto Cavour. Ciò che lo aveva molto colpito erano i suoi occhi che definì ‘magnetici’, certo nel suo modo di agire non dimostrava di essere molto socievole ma le cose difficili per il nostro simpaticone erano le più prelibate. Unica sorpresa, all’uscita dalla scuola la ragazza indossò lo Chador il velo neo islamico, c…o una musulmana! Ripresosi dallo stupore la seguì sul bus 708 standogli vicino ma non tanto da farsi notare, voleva conoscere dove abitasse. Il bus ad un certo punto frenò bruscamente per non colpire un pedone che gli aveva attraversato la strada, la ragazza col biglietto in mano ma non  ancorata ad alcuno appiglio cadde a terra, premurosamente Kamil l’aiutò a rialzarsi intascando nel contempo il suo biglietto del bus. Dopo frettolosi ringraziamenti la baby voltò le spalle a Kamil. Caso volle che due controllori entrassero uno dalla porta anteriore ed uno da quella posteriore. Ovviamente alla richiesta del ticket la ragazza non lo trovò malgrado le ricerche dentro lo zaino che portava in spalla, disperata per la brutta figura si disse pronta a pagare la multa ma in quel momento Kamil fece la sua bella figura presentando ad un controllore il biglietto della ragazza aspettandosi i ringraziamenti da parte della stessa, quando mai. “Lei si aspetta i miei ringraziamenti, se li può scordare…ho capito la sua manfrina!” Kamil non si arrese: “Per essere una nigeriana usa con molta proprietà i termini italiani!” “Ecco ora ho trovato un indovino, come fa a sostenere che sono  nigeriana’” “Dalla bandiera verde, bianca e verde che ha attaccato al suo zaino.” “Un appassionato di geografia, complimenti ma tutto finisce qui.” “Io speravo…” “Spero, promitto e iuro vogliono sempre l’infinito futuro!” “Vedo che conosce il latino, avrei bisogno di ripetizioni, in questa lingua sono un po’ scarso.” “Allora frequenta il liceo classico, non l’ho mai vista al mio istituto. “ “A dire la verità sono iscritto a  ragioneria…” Sorriso di scherno da parte della baby: “Da quando in qua a ragioneria si studia latino, lei ha modi penosi per attaccar bottone.” “Me ne suggerisca uno lei.” “Si, i at patres! Non penso che capisca il ‘latinorum’ di manzoniana memoria.” “Invece ho compreso che mi ha mandato bellamente a …Vede non sono il solito moscone, preferisco essere paragonato ad un farfallone bestiolina più simpatica, seriamente quello che mi ha più colpito di lei sono i suoi occhi, specchio dell’anima, occhi che hanno uno sguardo intenso, sensuale, esprimono personalità e disponibilità verso le persone che gli sono simpatiche, totale respingimento per gli antipatici…” “La ragazza non rispose subito, era stata colpita dalle parole di Kamil e quando  scese ad una fermata vicino casa: “Va bene, mi arrendo sono Ade, come da lei affermato sono nigeriana. “ Io Kamil suo connazionale.” “Questa si che è una sorpresa, un premio: questo è il mio biglietto da visita con il numero del cellulare, ma non si faccia troppe illusioni.” “Grazie della sua…devo ritornare vicino al mio istituto per riprendere la mia Fiat Abarth 595, che spero in un futuro possa ospitare la sua figura deliziosa.” Dopo un saluto con un cenno della mano, la baby sparì in un portone, Kamil fu fortunato, di lì a poco passò un bus, lui era sempre munito di biglietti per evitare storie con i controllori, si mise a sedere sino all’arrivo vicino alla sua auto posteggiata bellamente in divieto di sosta, altre autovetture ‘mostravano’ sul parabrezza un biglietto di contravvenzione, la sua una busta con dentro cinquanta Euro con fuori una scritta: ‘alla attenzione dei signori controllori’, alcuni dei quali Kamil aveva conosciuto personalmente e quindi…La furbata finora era andata sempre a buon fine! Salito in auto Kamil si accorse di non aver chiesto il nome alla ragazza, lo rilevò dal biglietto da visita: ‘Ade’. Gli venne da ridere, quel nome nella religione pagana significava Inferno, sicuramente alcuni ragazzi l’avevano presa in giro, lui pensò di far finta di nulla, la baby poteva essere suscettibile. Un pomeriggio: “ It is Kamil who ask fora n audience with the Holy See to invite you to a trip to the sea.” Tradotto: “È Kamil che chiede udienza alla S.V. per invitarla ad una gita al mare.” Risposta: “You can forget about it!” “Te le puoi scordare!” “I’m ready to comply with any of your requests.” “Sono pronto ad accondiscendere a qualsiasi richiesta.” “Worse for you, okay Saturday at fifteen.”“Peggio per te, va bene sabato alle quindici.” Alle quattordici e trenta Kamil era sotto casa di Ade la quale, vistolo dalla finestra lo raggiunse. Era abbigliata con un Burkini azzurro che le lasciava intravedere solo il viso. Kamil fece buon viso a cattivo gioco ma dall’espressione del suo viso Ade: “Che ti aspettavi un bikini, sono sempre una musulmana.” Kamil mise in funzione il navigatore satellitare e senza fatica, seguendo le indicazioni di una voce femminile raggiunse S.Marinella percorrendo l’Aurelia. Uno stabilimento di lusso, nessuno fece commenti sul costume di Ade  la quale dopo una mezz’ora che era al sole: “Vado in cabina, ho portato dell’aranciata.” Altro che aranciata,  Ade  si presentò dinanzi  Kamil indossando un bikini alla brasiliana. Il giovane cercava di far finta di nulla ed allora la baby: “Mi aspettavo un assalto all’arma bianca, ti vedo indifferente!” “Ti sbagli di grosso, un mio ‘amico’ è sull’attenti, con te non so più come comportarmi.” “L’ho fatto apposta, volevo vedere la tua reazione, sei stato signorile e te ne ringrazio, ma non te ne approfittare del fatto che mi sto innamorando di te, sono sincera ma tutto a suo tempo.” Ovviamente l’amico’ di Kamil ritornò alla posizione di riposo, aveva capito che, per dirla alla romana: ‘non c’era trippa pè gatti!’ Improvvisamente il sole cominciò a calare, si era fatto tardi, Ade si rivestì col Burkini, Kamil parlò in arabo con la madre, spiegando la sua attuale posizione e chiedendo a lei di intercedere presso Yoruba, la mamma di Ade, affinché la ragazza potesse restare a dormire a casa loro. Le mamme erano sulla stessa ’lunghezza d’onda’ ed il permesso fu concesso. Alaba era particolarmente felice della scelta di suo figlio, prestò alcuni capi di vestiario ad Ade, compresa una camicia da notte ma impose che la ragazza dormisse con lei nel lettone e Kamil? Col padre! L’amicizia fra Kamil ed Ade portò ad una maggiore vicinanza fra i loro genitori che man mano si rafforzò tanto di decidere di comprare una abitazione insieme fuori dal centro abitato. Fu scelta una villetta a Casabianca, villetta circondata dal verde, da aranceti e con accesso al mare, un vero Paradiso. Anche Hassan padre di Ade in Nigeria era proprietario di pozzi petroliferi e quindi la pecunia non era un problema per le due famiglie, la questione era quella della posizione dei due ragazzi che ogni giorno di più si frequentavano ed andavano a scuola con la Abarth di Kamil e talvolta rientravano a casa solo a pomeriggio inoltrato. Riunione fra le due signore (anche fra i musulmani le donne hanno il loro preponderante potere in famiglia) e decisione unanime: i due ragazzi dovevano contrarre matrimonio ma senza invitare nessuno della comunità nigeriana che era in numero eccessivo e troppo invadente e quindi…Idea di Ade: matrimonio sulla spiaggia antistante la loro villetta consistente per i due nubendi di saltare su un fuoco acceso sull’arena, quel salto voleva significare un passaggio importante della vita dei due giovani: il primo rapporto sessuale. Tutti d’accordo una sera al buio totale (si era nel mese di novembre) Jamal ed Ahhan muniti di legname e di una tanca di benzina accesero il fuocherello, Ade e Kamil con in testa una corona di fiori dovevano saltare il fuoco e così essere dichiarati marito e moglie. E qui venne fuori la ‘cattiveria’ di Kamil che: “Secondo la nostra legge la sposa deve essere vergine altrimenti sarà decapitata!” Ade al momento rimase senza fiato, se era una battuta era una battuta infelice, non accettabile e così Kamil si prese del: feroce, crudele,  torvo, truce ed altri azzeccati aggettivi che Ade gli ‘riversò contro. Il giovane non si fece impressionare e dichiarò la sua non sicurezza di volersi sposare. Jamal: “Ragazzi come inizio andiamo male, non  fate i bambini, se non volete sposarvi ognuno per conto vostro, lasciate perdere le sceneggiate ed ora tutti e due dinanzi al fuoco, per primo Kamil, sbrigati che fa freddo.” Il giovane voleva fare il duro ma saltò il fuoco, Ade: “Mi rifiuto di sposare uno che mi ha insultato, non so quale futuro mi aspetta!” “Le madri in coro: “Un futuro pieno di schiaffoni, siamo stanche di sentire le baggianate di due irresponsabili, se non andrete d’accordo avrete la possibilità del divorzio!” E il matrimonio fu,  seguito da una cena sobria e poi Alaba: “Ragazzi quella è la vostra camera da letto, buona notte…” Kamil dinanzi alla sposa si fregava le mani, “Eh eh, e mò come ti metti?” Ma ormai le schermaglie  erano finite, Kamil fu molto delicato, Ade gliene fu riconoscente baciandolo a lungo, erano fatti l’uno per l’altra anche se un po’ litigiosi. ‘Venne l’estate’ come da canzone di De Andrè, i due ragazzi notarono un notevole ‘avvicinamento’ fra i loro genitori,  per il weekend  il venerdì partivano con la Mercedes di Jamal o con la Lexus di Hassan  ritornando la domenica sera, c’era fra loro un clima di complicità notato da Ade: “I nostri genitori sono diventati troppo amici, l’ultima volta ho visto che mia madre era seduta al posto del passeggero  della Mercedes di tuo padre ed il contrario con la Lexus, mi sa…” “Non fare la maligna, i nostri genitori sono persone serie!”  Ade poco convinta una notte andò a sbirciare nella camera matrimoniale dei suoi genitori e, meraviglia delle meraviglie accanto a sua madre Joruba c’era…Jamal, nessun dubbio, alla faccia della serietà, come si diceva in inglese quello scambio? In ogni caso avevano scelto la libertà completamente negata da alcune religioni oscurantiste. Kamil accettò la verità minimizzando: “Forse un giorno anche noi…” “Provaci e mal ti finirebbe, io sono una tigre gelosa.” “Ed io un mandrillo arrapato…” “Un mandrillo che finirebbe senza attributi maschili…” Kamil comprese che in famiglia sarebbe stato sempre il numero due…