Il potere non sarà mai più di chi consuma

Per migliaia di anni il padre padrone è stato colui che ha strappato persino le prede dalla bocca dei leoni per nutrire i suoi figli e la sua famiglia. Ma nel secolo scorso, una cultura femminista che ne evidenziava solo gli aspetti violenti e criminali, occultando quelli positivi del padre padrone, sembrò capace di strappargli il potere. Ma il fuoco ha continuato a covare sotto la cenere.
Nel nuovo ordine mondiale, il potere che si pensava definitivamente acquisito da chi sa spendere ricchezza a danno di chi la produce, (ma solo perchè faceva comodo a politici e burocrati di grande appetito), sta tornando a chi sa produrre, a chi sa strappare prede dalla bocca dei predatori.
Non sarà mai tutto oro quello che luccica, ma al governo del mondo, attraverso il mercato globalizzato, ci stanno pensando gli imprenditori e i banchieri con gli attributi da produttori, mica i politici capaci solo di sperperare. Anche quelli che in Italia urlavano di avercelo duro, ora devono fare i conti con le imprese del nord che falliscono, se la politica non frena la sua invadenza burocratico‐tributaria.
I politici hanno smesso di pedalare nel sistema economico, quando hanno tolto agli Stati liberali la funzione (tanto cara ai paesi comunisti) di datori di lavoro e produttori di ricchezza in proprio, ed hanno assunto quella di "caporali": i politici assumono, ma poi sono gli imprenditori a pagare i loro furti e sprechi a piè di lista.
Ed è come se si fossero seduti sul sellino posteriore del potere politico,  lasciando manubrio e pedali agli imprenditori, ma ancora si illudono di essere la "casta" dei potenti.
Nella storia dell’umanità, i politici attuali entreranno come i primi trombati, falliti e disoccupati del potere, perché a questo mondo non si può smettere la funzione pilastro dell’ordine e pace sociale, che è quella di produrre ricchezza per tutti, e poi pretendere di conservare il potere di consumare e sperperare, dando ordini e dichiarando fallito e parassita chi sa produrre, ma non si rassegna a rubare quanto basta per non soccombere alla rapina tributaria, e continuare a finanziare i furti e gli sprechi crescenti del potere pubblico.
Insomma, per quanto la politica possa desiderare di rimanere padre padrone del massimo potere, dando ordini e scudisciate legislative e tributarie a chi sputa il sangue per produrre ricchezza; non avendo più la funzione diretta di assicurare posti di lavoro e reddito a milioni di cittadini, ha praticamente perduto il potere reale.
Cioè il potere politico di ingravidare di profitti la Signora Economia, garantendo la piena occupazione. Oggi gli imprenditori e le imprenditrici che assumono e pagano salari e producono ricchezza per 20 milioni di famiglie, in Italia sono il vero potere e il vero Stato di diritto , e dovrebbero essere loro ad imporre tributi alla politica.
Ecco perché Berlusconi s’è stancato di farsi comandare dal partito trasversale della spesa pubblica, dopo aver comandato e prodotto ricchezza da imprenditore per migliaia di famiglie e per mezzo secolo. Così ha passato la palla ad un governo di tecnici iperconsumatori ed è uscito da Palazzo Chigi.
E se proprio ci tiene a riguadagnarsi tutto il suo vecchio prestigio e potere reale, ritorni imprenditore ad Arcore, perchè per la scienza delle chiacchere della politica italiana, gli imprenditori sono sprecati.